Mentre l’Atalanta ed i suoi tifosi vivono una delle più entusiasmanti stagioni della storia ultracentenaria della Società, non si sgonfia la polemica con “L’Eco di Bergamo” principale quotidiano locale. Che i rapporti con la tifoseria fossero pessimi è cosa nota e stranota (l’ultimo esempio è stata la recente campagna mediatica nell’ambito di un’inchiesta per droga), ma da qualche settimana il conflitto si è allargato all’ambito societario, da quando cioè mister Gasperini si rifiuta di rispondere alle domande di un giornalista della testata orobica (tale Matteo Spini), accusato di tenere un comportamento scorretto. A dirla tutta, cogliendo mezze frasi in tribuna stampa, pare di intendere che anche tra i vari massmedia bergamaschi i rapporti siano piuttosto tesi e sembra prevalere la linea che, tutto considerato, l’Eco non si meriti nemmeno un briciolo di quella “solidarietà professionale” che ha provato ad invocare.

È in questo contesto che si inquadra l’iniziativa della Curva Nord ad inizio partita, già anticipata sui social media nella settimana precedente. A centro curva si alza lo striscione “Campi sui morti e sui pettegolezzi, meriti di essere fatto a pezzi!!!”, mentre i tifosi fanno vera e propria carta straccia delle pagine del giornale. Per comprendere meglio il concetto espresso dai sostenitori bergamaschi va inoltre detto che “L’Eco di Bergamo” riserva intere paginate ai necrologi: una tradizione di popolo nata chissà come e chissà quando, certamente, ma soprattutto un vero e proprio business economico, basti vedere quanto è ben organizzato il servizio anche sul sito web della testata.  L’iniziativa della Curva Nord si replica, anche se con numeri più contenuti, in Curva Morosini nella zona occupata dai Forever Atalanta.

L’avversario di turno è il Bologna, seguito complessivamente da circa 400 sostenitori. L’antica rivalità che divide le due tifoserie giustifica il mio arrivo al Comunale di buon’ora, ma tutto fila liscio senza il benché minimo accenno di problemi: da registrare una presenza di caschi blu ridotta davvero ai minimi termini, quantomeno se paragonata al potenziale rischio-partita. In compenso, lungo il tragitto percorso per raggiungere il capoluogo orobico, non è passato inosservato il gran spiegamento di mezzi e uomini in divisa in quel di Pontida, da trent’anni capitale simbolica del leghismo padano. In occasione di un meeting antirazzista organizzato da centri sociali in risposta alla visita di Salvini a Napoli qualche settimana prima, quindi, da un lato il Sindaco ha emesso un’ordinanza-coprifuoco (chiuse le scuole, chiusi i negozi, chiuso finanche il cimitero…) e dall’altro c’è gran fiorire di blindati e divise per evitare che qualcuno profani il sacro prato dei “Lumbard”.

Torniamo sul tema, dicevamo dei tifosi al seguito di un Bologna tutt’altro che entusiasmante nell’ultima parte di stagione. Era da molto tempo che non li vedevo dal vivo e, tutto sommato, in quelle ultime occasioni non mi avevano particolarmente entusiasmato. Li attendo un po’ al varco, se così vogliamo dire, ma ogni possibile giudizio è subito messo a dura prova dai sentimenti: mi basta infatti (ri)vedere i due drappi da trasferta dei Forever Ultras che il mio lato romantico ha il sopravvento.  Sembra quasi di riuscire a toccare quella stoffa ruvida e di sentire l’odore della vernice con la quale, in un’epoca lontana in cui la parola “plotter” nemmeno esisteva, la mano di qualche artista di curva ha amorevolmente creato, qui come altrove, una piccola opera d’arte e, soprattutto, un vessillo da portare orgogliosamente in ogni stadio. Asciughiamoci la lacrimuccia e tiremm innanz.

La partita si sblocca dopo soli tre minuti grazie alla marcatura del giovane Conti e poco prima del quarto d’ora arriva il raddoppio ad opera di Freuler, bravo a finalizzare una bella azione corale che vede Petagna nel ruolo di rifinitore.

C’è grande entusiasmo al Comunale, con la Nord a cimentarsi in un “Devi sempre solo vincere” che continua nonostante la zampata di Destro che accorcia il risultato dopo nemmeno due minuti e riapre una partita che sembrava già in cassaforte.

Anche se forse non si gioca un gran calcio e sono frequenti gli errori dall’una e dall’altra parte, il confronto è appassionante ed anche sugli spalti lo spettacolo è di buon livello.  Amarcord a parte, i Bolognesi sono protagonisti di un discreto tifo vocale ed offrono un buon colpo d’occhio sventolando con continuità tre grosse bandiere. Sono in realtà i battimani a regalare i momenti di maggiore impatto, come quando gli ospiti applicano il metodo “norvegese” ed i Berghem le alzano a corollario del coro “noi cantiamo tutti insieme Bergamo”. Peccato solo di non avere sufficiente agibilità per immortalare il tutto in qualche scatto fotografico decente.

Mentre il match si avvia all’intervallo c’è spazio anche per un po’ di quella sana e becera rivalità che a noi piace tanto, fregandocene del politically correct e delle litanie sugli stadi per le famiglie. Probabilmente non siamo gli unici, perché il “Bolognese sei figlio di …” che, sulle note del “Va’ pensiero”, viene proposto dalla balconata centrale coinvolge in un amen l’intera Curva Pisani.

Il secondo tempo ricomincia con il Bologna ancora a mettere pressione, tanto da convincere la Nord a giocare in anticipo la carta del “Forza Atalanta Vinci per noi”, scandito a ripetere e concluso con la consueta alzata di bandiere, stendardi e bandieroni. Gli uomini di mister Donadoni non si fanno intimidire dai decibel ed anzi insistono e raggiungono l’obiettivo: al 60° Di Francesco penetra la Maginot orobica e ristabilisce la parità.

I sostenitori felsinei si godono l’ottimo momento, che premia anche la loro costanza nell’incitamento, mentre per i bergamaschi è tutto da rifare e c’è più che mai bisogno del 12° uomo. La squadra di Gasperini non riesce a riprendere le redini della partita di forza ma ha il merito di non arrendersi e così bastano i riflessi pronti di Caldara, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, per colpire il pallone del 3 a 2 quando manca un quarto d’ora al novantesimo.

Non sarà una passeggiata per i neroazzurri portare a casa i tre punti, perché il Bologna si dimostra indomito fino all’ultimo dei cinque minuti di recupero e proprio sul finire di tempo è Berisha a sventare con una gran parata la terza marcatura ospite. Alla fine gran festa al Comunale per una vittoria che consolida la posizione in zona Europa League, nell’attesa di vedere i risultati delle dirette antagoniste.

Lele Viganò.