Molti ricorderanno la coreografia della scorsa stagione con cui i “Legionari” protestarono contro la Uefa a seguito della squalifica per l’uso smodato di pirotecnica nella gara Legia-The New Saints. Ufficialmente la curva fu chiusa per razzismo, ma lo striscione “White Legion” era un presupposto un po’ blando per tale accusa e i collegati 30.000 € di multa per la pirotecnica innescata, inquadravano un po’ meglio il provvedimento nel suo complesso.

La tifoseria del Legia resta una di quelle più “problematiche” per l’idea che la Uefa ha di tifoso, ossia un invertebrato che non discute, possibilmente non canta nemmeno, se non ad inizio gara a beneficio delle pay-tv, si siede e se ne sta buono dopo aver sganciato i suoi bei soldini per uno spettacolo il più delle volte già deciso a priori dalla sproporzione economica di potere tra piccoli e grandi club. Lo sport sarebbe una competizione alla pari, ma si fa davvero fatica a trovare il concetto di sport ed una pari capacità di allestimento delle squadre tra Real Madrid e il Port Talbot Town. Ma sono altri discorsi.

In quell’occasione i tifosi del Legia sfoggiarono una coreografia con cartoncini a comporre e reinterpretare l’acronimo UEFA: Ultras Extreme Fanatics Atmosphere. Se il tutto poteva passare come troppo edulcorato, quasi una resa di fronte alla reprimenda moralistica dei massimi organismi calcistici europei, le perplessità furono fugate poco dopo da una nuova torciata altrettanto corposa di quella che era già valsa il biasimo di Blatter e sudditi.

Ieri, invece, nella gara contro l’Aktobe di Europa League, un’ennesima coreografia ha puntato il dito contro i vertici federali europei. In tal caso, a rigor di regolamento, le ragioni stanno un po’ meno dalla parte dei polacchi, che erano stati esclusi dalla Champions League per aver schierato, nella gara contro il Celtic Glasgow, un giocatore squalificato. Forse questa volta avrebbero fatto meglio a prendersela contro qualche sprovveduto nella propria dirigenza, ma in ogni caso lo spettacolo messo in scena conserva in senso lato tutta la sua ragione d’essere.

Nello specifico un grosso bandierone copricurva riproduceva il logo della UEFA, al centro del quale era rappresentato un maiale in giacca e cravatta con in mano il cartello “6<1”, che è il risultato complessivo della doppia sfida contro gli scozzesi del Celtic. In basso lo striscione recitava “Il calcio non importa, importano i soldi”. La parola “soldi” a strisce orizzontali biancoverdi alludeva ulteriormente agli avversari che a tavolino hanno poi passato il turno. Tanto per gradire, ne è seguita una torciata a tutto settore.

Coreografia molto bella. Quelli della UEFA essenzialmente restano un branco di soggetti avidi come il maiale raffigurato ma, tocca ribadirlo, le ragioni della protesta appaiono senza dubbio più deboli rispetto al passato.

Ad ogni buon conto, questa a margine è la coreografia in questione. Le foto e il video provengono dal sito Legionisci.com.

Matteo Falcone.