“Fate i grossi solo perché avete i tifosi”. La partita è finita, ma le schermaglie tra i giocatori del Legnano e del Mariano decisamente no. I due cartellini rossi nel finale hanno acceso un’atmosfera che aspettava solo di essere innescata e qualcuno non riesce a staccarsi dal conflitto nemmeno a triplice fischio andato e a festeggiamenti in corso. Così un giocatore del Mariano, squadra di Eccellenza senza un seguito ultrà, insinua che quelli del Legnano stiano facendo i gradassi dopo la vittoria solo perché sanno di avere le spalle coperte dalla propria curva.

Pensare che a inizio stagione quella stessa curva aveva annunciato che non avrebbe presenziato a nessuna partita del club, né in casa né in trasferta. Non per la dolorosa retrocessione dei “Lilla” dalla Serie D, ma per le vicende legate alla presidenza di Enea Benedetto.

L’imprenditore delle criptovalute, già presidente dell’Alessandria, aveva rilevato il club in marzo, per poi subire il sequestro delle quote per via di vicende legate alla sua gestione dei “Grigi”. Un sequestro che aveva avuto la conseguenza del mancato rinnovo della concessione dello stadio Giovanni Mari, l’impianto dei lilla fin dal 1921, da parte del comune.

Diverse iniziative di Benedetto erano finite nel mirino della tifoseria, alienando la Curva Nord e spingendo alla decisione del boicottaggio. A riportare i tifosi in curva è stata la fine della sua presidenza, con la cessione delle quote a un imprenditore locale.

Per Legnano la maglia lilla è una questione di storia. Stiamo pur parlando di una squadra che ha disputato undici stagioni in massima divisione, anche se l’ultima risale ormai al 1954. Di una squadra che nel 1921 superò Milan e Inter nel girone lombardo della prima categoria e che tenne testa al Torino per 158’ in una finale a oltranza terminata 1-1: entrambe le squadre rinunciarono a proseguire alla fase nazionale per “esaurimento delle forze”.

È una storia fatta anche di giocatori di prestigio che hanno indossato quel colore così peculiare. A ricordarlo sono i pannelli affissi di fianco alla curva, dove spiccano i nomi di Walter Novellino, Davide Fontolan e soprattutto Gigi Riva (mancherebbe all’appello un certo Paolo Pulici, che però non è stato votato in questa “Hall of fame”).

La storia legata alla maglia lilla però è anche una questione di orgoglio locale, legata al ricordo della Battaglia di Legnano (con il “guerriero di Legnano” ben presente sulle bandiere della Curva Nord) e alla tradizione del Palio che rievoca la battaglia ogni anno, andando in scena proprio tra lo stadio Giovanni Mari e il vicino castello visconteo.

C’è però anche una componente molto più personale nella storia che gli ultrà stanno rappresentando oggi sui gradoni. La nuova proprietà ha deciso di far scendere in campo il Legnano con una maglia speciale. Se è raro vedere una “special edition” in Eccellenza, la motivazione di questa nuova divisa è ancora più rara: si tratta di una maglia commemorativa di Fabrizio Bergamaschi, detto “Fabbro”, un ultrà dei Boys Lilla della Curva Nord scomparso nel 2021 a seguito di un aneurisma. Così nella parte superiore della divisa lilla oggi trova spazio la riproduzione di una pezza della Curva, una croce rossa su fondo bianco con la scritta “Fabbro” in evidenza.

In suo onore sono i primi cori della Nord, in suo onore la spettacolare fumogenata colorata con cui si apre il primo tempo: “Multicolor, vecchio stile, come piacevano a lui”, mi spiega un tifoso. Ne seguiranno altre (una tricolore, una viola a richiamare il lilla delle maglie) nel secondo tempo, con un tifo compatto e ininterrotto per tutta la durata della partita.

“Era un ragazzo splendido, mai prepotente, gli volevano tutti bene. Se ti dedicano una cosa del genere, evidentemente eri una persona speciale”, mi racconta un membro della Curva al di là dell’inferriata. E a testimoniare l’affetto della curva fu la raccolta fondi in sostegno della madre dopo la sua scomparsa, con la messa all’asta dei cimeli raccolti da Fabbro, grande collezionista di materiale ultrà di ogni squadra.

Storie che si intrecciano, onorate dai giocatori in campo: un bolide da fuori area vale la vittoria che fa scivolare la capolista Mariano, mentre il Legnano per la prima volta in questa stagione risolleva la testa dalla zona play-out. L’atmosfera negli ultimi minuti è tesissima, con schiaffi che volano in campo, un rosso per parte e insulti e minacce reciproche nel tunnel che porta agli spogliatoi. Un’atmosfera che però non fa altro che rendere più liberatorio il triplice fischio e più dolce e sentito il saluto alla curva.

Damiano Benzoni