Dopo un’annata a tratti fantastica, il rinnovato Avellino di mister Rastelli si ritrova davanti al proprio pubblico per cercare di bissare le ottime cose fatte vedere nel recente passato. Basterebbe poco, anche un po’ di continuità in più per vedere realizzati i sogni più ambiziosi dei tifosi. E il tifoso, si sa, è un sognatore per natura, per questa ragione e con mille speranze torna ad affollare con curiosità il “Partenio” per la prima di campionato.

In una calda serata tipicamente tardo agostana, più di 7.000 sono le anime che affollano i gradoni dell’impianto irpino, in particolar modo la Curva Sud, cuore pulsante del tifo locale, stipata in ogni ordine di posto in virtù del tutto esaurito in prevendita. Raccolti dietro l’unico striscione “Avellino”, i tifosi biancoverdi sosterranno con generosità i propri undici che dovranno faticare le proverbiali sette camicie per avere ragione della neo-promossa Pro Vercelli: nonostante giocasse in inferiorità numerica già dalla fine del primo tempo, la squadra piemontese capitolerà solo ad un minuto dalla fine allorquando Castaldo risolverà in mischia.

Da Vercelli presenti una decina di ultras più qualche altro semplice tifoso dietro alcune pezze affisse in ringhiera. Nonostante il numero risicato proveranno anche a farsi sentire con qualche coro secco e vedersi con qualche manata, ma ovviamente la sproporzione numerica con il pubblico di casa non gioca a loro favore. Nemmeno il campo li premia, ma restano comunque più che lodevoli per essersi sobbarcati questa lunga traversata da Nord a Sud in un periodo in cui, chi lo fa, preferisce dirottare verso il mare che non verso i sempre più costosi e repressi stadi nostrani.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Tobia Conte.