E dopo una settimana di pioggia, vento e freddo venne finalmente il sole su Roma. Se c’è una cosa che non cambierei mai al mondo è il clima, generalmente mite e temperato, dell’Italia. Pertanto quando mi ritrovo a fronteggiare cieli grigi, gocce d’acqua scroscianti dal cielo e venti più consoni al nord Europa che a Roma, mi sento davvero mancare una parte fondamentale della mia esistenza.

Questa piccola introduzione è la somma giustificazione al mezzo che scelgo per raggiungere il vicino campo dell’Atletico Morena: la bicicletta. Sono un amante delle passeggiate su due ruote, così sfruttando la bella mattinata e i soli 8 chilometri che dividono casa dal campo, prendo la palla al balzo e sfreccio sui pedali percorrendo prima un pezzo di Tuscolana per poi immettermi sulla Via Anagnina, girare in Via della Stazione di Ciampino e infine in Via Pazzano.

Il clima è quello da vera e propria partitella. Che come ricordava qualcuno tempo addietro, non vede la propria essenza nel grande evento di Serie A o Champions League, ma proprio in queste giornate dove a farla da protagonista sono tifoserie dei bassifondi calcistici.

Morena è una borgata poco fuori il Raccordo Anulare, facente tuttavia parte del Comune di Roma a tutti gli effetti. Quest’oggi di fronte alla formazione locale c’è la Vivace Grottaferrata, squadra del paese dove “…ci si ritrova a pranzo a Squarciarelli, fettuccine e vino dei Castelli come ai tempi belli che Pinelli immortalò…”, come cantava Renato Rascel nella sua “Arrivederci Roma”.

Siamo in Prima Categoria e il fatto che ambo le squadre possano contare su dei gruppi al seguito è più che un lusso per la scena ultras laziale delle categorie inferiori, che da qualche anno ha cominciato a rimpolpare la propria asettica povertà curvaiola con gruppuscoli che sorgono come funghi. Forse anche a causa della costante perdita di appeal da parte della Serie A.

Decido di non entrare in campo, evitando le classiche procedure di consegna del documento all’arbitro. Mi posiziono dietro la rete che delimita il perimetro del campo, da dove si può comunque scattare benissimo. Ad “allietare” la mia mattinata ci pensa Mirko. Non è un mio amico, ma un cucciolo di Pitt Bull di appena 35 chili che, per dimostrarmi la sua affabilità, mi salta di continuo addosso per farmi le feste.

La piccola ma efficiente tribuna di casa presenta un discreto colpo d’occhio. Alla mia sinistra sono sistemati gli East End, giovane gruppo che da qualche tempo segue le sorti dell’Atletico Morena, sia in casa che fuori. Sono una dozzina i ragazzi presenti, un numero di tutto rispetto se si pensa alla categoria. Dall’altra parte è buona l’affluenza dal paese castellano, anche se a fare il tifo effettivamente saranno in sei. La cosa che mi lascia un po’ perplesso sono gli striscioni, V.G. e White and Red Firm, posizionati dietro le loro spalle anziché sulla rete.

Quando la gara inizia, le due fazioni colorano i propri settori con l’accensione di alcuni fumogeni. Rossi per i criptensi, blu per i padroni di casa. Diverse le offese che volano tra le tifoserie, dando un po’ di verve alla sfida sugli spalti. Il tema delle invettive sono principalmente la provenienza dei grottaferatesi (appellati come “burini” possidenti solamente di “caciotte e salsicce”) e le loro presunte “chiacchiere su Facebook”. A tal merito gli East End esporranno anche uno striscione.

Sugli spalti devo dire che i padroni di casa mi hanno sorpreso. Aumentati numericamente rispetto all’ultima volta che li vidi, hanno tifato per tutta la partita, non facendo mai mancare il sostegno alla loro squadra. Manate, sbandierate, un bel bandierone e qualche fumogeno acceso qua e là. Anche con la squadra sotto di due reti non si sono abbattuti, fornendo un’ottima prestazione. Di campi ne giro e posso dire con tranquillità che spesso, anche in Serie D ed in piazze ben più blasonate, ho visto davvero molto di peggio. Bisognerà vedere se riusciranno a dare continuità alla propria attività: purtroppo a volte questa è una chimera, soprattutto quando si è ragazzi, volenterosi e “fomentati”, e poi si cresce spesso perdendo queste qualità. Ovviamente è un discorso generico. Secondo me apportando qualche miglioria, hanno l’opportunità di crescere e creare davvero un qualcosa di “importante” per le categorie che sono chiamati ad affrontare.

Sul fronte ospite sicuramente spicca una minore organizzazione rispetto ai padroni di casa. Il tifo è intervallato da parecchie pause. Un peccato se si pensa che Grottaferrata è un paese di 21.000 abitanti e, come la maggior parte delle tifoserie dei Castelli Romani, potrebbe fare davvero molto di più sotto l’aspetto curvaiolo.

In campo si assiste a una di quelle belle partite che ti fanno apprezzare ancora il calcio. Tante botte, due espulsioni e continui focolai di rissa in ogni zona del campo. Peccato che il terreno sia in sintetico, altrimenti con il meteo dei giorni precedenti, avrei assistito alle classiche e romantiche magliette infangate. Alla fine è la Vivace a spuntarla per 2-1, andando ad esultare sotto al proprio settore.

Mi rimetto in sella soddisfatto per la mattinata “partitellifera”. Il sole splende ancora e visto che di tornare a casa non ho molta voglia, mi concedo anche un piccolo giretto nel vicino Parco degli Acquedotti. Il tutto mi restituisce un minimo di serenità. Può sembrare stupido, e anche squallido a chi preferisce a tutti i costi i lustrini della massima serie o delle grandi competizioni. Ma per me il calcio, quello vero, continua ad essere questo. Un qualcosa che ti lascia un’emozione dentro e ti fa davvero svagare per un paio d’ore. Lunga vita al pallone dei dilettanti!

Simone Meloni.