CicconewHo comprato “È da considerarsi persona pericolosa” sulla fiducia, quando era ancora ebook e non era ancora uscita la versione cartacea. Nonostante la mia avversione alla lettura in formato elettronico (saranno le avvisaglie della vecchiaia e della presbiopia). A Gianluca Ciccione, l’autore, mi lega un rapporto di sincera stima e non ci ho pensato due volte a dar sostegno alla sua iniziativa letteraria. La stessa sincera stima mi impone di recensire questo libro con onestà, senza enfasi delle virtù e senza nicchiare davanti ai suoi punti deboli.
La prima impressione che ho avuto, subito dopo aver voltato l’ultima pagina, è stata senza dubbio positiva. Il libro è scritto bene, lo stile lineare e comunque coinvolgente. La storia, narrata in prima persona, trasmette emozioni e restituisce quella sensazione di profondo realismo che lo rende maggiormente affascinante, proprio perché trasuda vita vera: si capisce già dal primo impatto che non è fiction narrativa su basi verosimili e non di meno importante è il valore “documentaristico” delle vicissitudini che si possono vivere in uno stadio oggigiorno.

Buono anche da un punto di vista tecnico, con un’ottima correzione delle bozze a cui è sfuggita giusto qualche piccola sbavatura: non è un pregio da poco, visto che tanti altri lavori a carattere professionale presentano spesso molti più refusi. Ad avvalorare tutto ciò, si consideri che l’autore ha lavorato in maniera quasi artigianale, affidandosi alla auto-pubblicazione e gestendo tutto in prima persona, dalla ovvia fase di scrittura alla revisione delle bozze fino alla pubblicazione finale.

Volendo criticamente parlare dei difetti di questo libro, il primissimo è individuabile nella sinteticità estrema dell’elaborato. Più che ad un libro, infatti, ci troviamo davanti ad un racconto breve: le pagine sono in totale 100, copertina, scorze e tutto, scritte inoltre ad interlinea piuttosto ampia e quindi leggibili in batter d’occhio, non solo per la già citata capacità di coinvolgimento dell’autore, ma proprio per la scarsa lunghezza dello scritto. La parte finale del libro, oltretutto, esula dal racconto vero e proprio per fare una sorta di excursus giuridico sul daspo: sinceramente sembra buttato un po’ là come riempitivo, per dare corpo ad un libro che altrimenti sarebbe stato persino difficile rilegare per la pochezza delle pagine. Troppo netto e traumatico il distacco tra le due parti, troppo disomogenee tra loro per essere digerite: si poteva senza dubbio diluire diversamente queste considerazioni finali, anche doverose, sul mostro di anticostituzionalità che è il daspo, magari inserendole come parti del racconto stesso o usando qualche altro artificio letterario.

Restando sui punti deboli, per quanto la storia sia innegabilmente vera e grave da un punto di vista umano e legale, per quanto le condanne alle storture del daspo e della gestione dell’ordine pubblico siano doverose, c’è però una sorta di vittimismo di fondo che avvita la storia e con essa il mondo degli ultras in una spirale di sconfitta irrimediabile, condannandoli a vestire a priori e per sempre i panni dell’agnello sacrificale. Troppo polarizzati buoni e cattivi, vittime e carnefici, tutto tratteggiato o bianco o nero, impercettibili le sfumature, con i personaggi che sono caratterizzati poco e male, al di là del io narrante. Anche la profondità spazio-temporale è quasi inesistente. La semplicità è un pregio, restituisce emozionalità, ma in questo caso è anche un limite piuttosto pesante.

Il rapporto qualità-prezzo comunque, specie se si opta per la versione ebook, resta in saldo positivo: bastano infatti 2.99 € per poterlo acquistare. Al di là di queste valutazioni puramente materiali, ritengo comunque importante sostenere un lavoro del genere perché è una pietra nello stagno, è nato dal basso, nato per mano e per mente di un ultras e solo per questo andrebbe incentivato: per eradicare il cliché degli ultras ignoranti, disadattati e violenti, nonché per tentare di pareggiare la squilibrata bilancia delle informazioni il cui monopolio, il cui controllo è in mano di chi comanda, ragion per cui non ci si può certo attendere il famoso onore del vero. La controinformazione vuol dire anche farsi media di se stessi e del proprio mondo, possibilmente al netto di certe forzature che possono stendere un velo di impermeabilità verso chi all’esterno è già di suo poco propenso a fare un passo di avvicinamento ed andrebbe coinvolto senza lesinare sull’autocritica.
Per chi fosse interessato all’acquisto, l’ISBN del libro è 9788891154798. Lo si può acquistare, come già detto, in formato ebook a 2.99 € su Amazon.it, Apple ibook store, Google play store, Ibs, La Feltrinelli, Libreria Rizzoli, Bookrepublic, Bbookizzati, Book, Webster, Omnia book, Nokia reading, Kobo books. Disponibile inoltre in formato cartaceo al costo di 8 € presso Youcanprint.it, Lafeltrinelli.it, Inmondadori.it, Hoepli.it, Ibs.it, Libraccio.it, Licosa.com, Unilibro.it, Libreriauniversitaria.it, Goodbook.it, nelle librerie affiliate Youcanprint, Mondadori e in quelle raggiunte dalla distribuzione Fastbook.

Matteo Falcone, Sport People.