Trovandomi a Sofia in vacanza non potevo perdere l’occasione di assistere al Derby Eterno fra le due squadre più antiche, celebri e vincenti del calcio bulgaro: ovvero Levski-CSKA. Pur avendo acquistato un biglietto in un settore che pensavo neutrale (il Sector B, ovvero i nostri distinti) ho scoperto ben presto che in un derby simile non ne esistono. Lo Stadio Nazionale (dove per questioni di capienza si giocava la gara) intitolato proprio all’eroe nazionale Vasil Levski era infatti diviso a metà: la tribuna e una curva per i padroni di casa, che hanno riempito i due settori in maniera continuativa regalando un bel impatto visivo, e i distinti e l’altra curva per gli ospiti, che però presentavano diversi buchi anche dovuti alla mancata apertura di una parte dello stadio. Per questo motivo mi sono ritrovato ad assistere alla gara dalla curva di casa, in mezzo ai tifosi del Levski. E per questo le sensazioni sul tifo sono risultate piuttosto distorte a favore dei biancoblù.

In curva pochi bandieroni, senza simboli di gruppi, ma riportanti solo i colori della squadra o la data di fondazione, un solo striscione presente, quello degli Ultras Levski in tribuna più o meno situato sotto il settore dedicato alla stampa (unica isola non colorata di blu) e tantissime pezze appese ai divisori con il terreno di gioco: almeno una trentina in curva, e circa 20 in tribuna. Anche nel settore opposto zero striscioni e diverse pezze con i tifosi più caldi dei biancorossi sistemati nei distinti e per questo poco visibili dalla mia posizione.

Tifo del Levski bello e continuativo, con molti battimani e cori ben scanditi, senza mai accelerare troppo, cantati anche dai settori laterali della curva e dagli altri settori dello stadio occupati dai padroni di casa. Diversi anche i cori alternati fra curva e tribuna. Certo la presenza di cinque casse d’amplificazione sulla pista d’atletica, con i lanciacori dotati di microfono che si trovavano nel recinto di gioco, così come i tamburi e diverse altre persone – fra cui alcuni bambini – che facevano avanti e indietro approfittando dei cancelletti aperti fra curva e campo, aiuta molto nel far seguire i cori, anche se a me ha dato più l’effetto di dj in discoteca e non l’ho apprezzato più di tanto. Ma paese che vai, usanza che trovi.

Tifo molto italiano nelle modalità, con le melodie praticamente identiche a quelle che si sentono nei nostri stadi e un paio di sciarpate che hanno dato un bel effetto ottico. Premio trash però alle luci dei cellulari accese per illuminare curva e tribuna, piuttosto inutili visto che si giocava di giorno (fischio d’inizio 16:45) e c’era fin troppa luce naturale.

Tifo del CSKA poco presente. Giusto qualche coro di insulto, ma in maniera non continuativa e alcuni cori di risposta, con circa 5 minuti di botta e risposta fra curva biancoblù e distinti biancorossi nel corso del secondo tempo. Male anche la decisione di abbandonare i propri settori a cinque minuti dalla fine con la squadra sotto di due reti, tanto che al fischio finale si contavano poche centinaia di tifosi ospiti presenti sugli spalti.

Tommaso Maschio