Dopo quattro sconfitte consecutive la Fortitudo vede la luce in fondo al tunnel, vince a Livorno e sale sulla giostra dei play-in per guadagnare un seggio ai playoff. Gara che sul parquet riveste un’importanza secondaria ma sugli spalti si affrontano due tifoserie che per storia e tradizione sono capaci di catalizzare l’attenzione di sportivi e curiosi. Anche la macchina organizzatrice si mette in moto con notevole anticipo, spostando l’evento dal piccolo Palamacchia al più nuovo e lussuoso Modigliani Forum, scelta che alla prova dei fatti si rivela azzeccata.
Anche la questura si adopera per evitare qualsiasi problema di ordine pubblico, probabilmente l’apprensione è fin troppo elevata considerando che il torpedone dei tifosi bolognesi, una volta usciti dalla variante che porta al palazzo, viene fatta fermare congestionando di fatto il traffico cittadino. Le luci blu che vedo brillare mi confermano come il numero di agenti di scorta sia più che adeguato ai numeri in gioco, i tifosi dopo questo stop forzato vengono condotti nei pressi del palazzo e isolati nel settore a loro dedicato.
Tanta gente in coda ai botteghini per accaparrarsi il biglietto d’ingresso, il Palamodì è una struttura capace di ospitare circa ottomila persone perciò i problemi di capienza sono ridotti al lumicino. A inizio partita la cornice di pubblico è quella che fa stropicciare gli occhi, circa cinquemila persone sono assiepate sui gradoni con gli Sbandati da una parte a coordinare il tifo di marca amaranto e con i dirimpettai che in circa duecento risultano essere presenza alquanto rumorosa. Una cornice che, come si dice in questi casi, è da categoria superiore: il basket a Livorno ha ripreso vita, sta attraversando un periodo storico entusiasmante e a fronte di risultati non sempre soddisfacenti, ha di nuovo fatto breccia nel cuore della gente, pronta a dividersi tra libertassini e piellini per un derby cittadino che ha regalato sempre emozioni, sia sul parquet che sugli spalti.
Bella perciò l’atmosfera che si respira, come al solito il pubblico è più che variegato, tanti under quattordici, folta presenza del gentil sesso ed altrettanta di tifosi e ultras della prim’ora che si ritrovano costantemente in Curva Nord.
Bolognesi che hanno bisogno di poche presentazioni, nel panorama della palla a spicchi risultano essere una tifoseria tra le top in Italia e anche in questo pomeriggio dimostrano tutte le loro qualità: i numeri portati a Livorno sono quelli che ci si attende da una tifoseria navigata, esperta, capace di fare la differenza, infatti una volta posizionati gli striscioni, ecco che i presenti fanno immediatamente gruppo e partono con i cori. Belli da vedere, belli da sentire, i bolognesi non si risparmiano e sono capaci di una prestazione tutto cuore, incitando la squadra per tutta la durata della gara con cori che spaziano dai classici di sostegno a quelli più generici in favore del movimento ultras. Una tifoseria che si avvicina di gran lunga a quelle più organizzate e strutturate del calcio, in un panorama cestistico che regala poche perle, sicuramente Fossa e company rappresentano quanto di meglio possa offrire il menù di stampo nazionale.
Il pubblico di casa procede a corrente alternata, la curva non fa mancare l’incitamento ma nei momenti della partita che risultano particolarmente caldi, è l’intero palazzo a farsi sentire e a quel punto si evince la differenza che fanno cinquemila persone che ringhiano sui direttori di gara oppure incitano la squadra a colpi di cori. I numeri fanno la differenza e questa è una regola universale, ancor di più quando si ragiona di tifo, ultras e presenze sugli spalti. Per quest’ultima partita della regular season i tifosi libertassini hanno dimostrato una passione non comune, la speranza, oltre al quella del mantenimento della categoria, sta nel non dilapidare un simile patrimonio umano. Il basket cittadino deve tornare a far parlare di sé come in passato, la ritrovata febbre cestistica non deve essere un fenomeno passeggero ma una realtà costante e sempre più stratificata. Su questi punti gli Sbandati sembrano apparire una guida sicura, molto apprezzata dal pubblico locale non prettamente ultras ma che non manca di indossare felpa, sciarpa o cappellino col simbolo di Andy Capp.
Serata che si conclude con la vittoria ospite in una partita non priva di emozioni, con la Fortitudo che parte bene ma viene ripresa per poi effettuare l’allungo decisivo nell’ultimo quarto. Se sul parquet la partita è stata avvincente, sugli spalti forse è stata anche migliore, sicuramente sopra le mie attese per numeri e passione.
Valerio Poli

























