Gallipoli-Andria, incrocio che evoca ruggini (2006) e duelli sportivi (2014), è tra le partite più sentite del Girone H di Serie D di questa stagione. A differenza della scorsa, quando Gallo e Fidelis si giocavano il salto in Quarta Serie (poi raggiunto da entrambe: salentini primi e andriesi vincenti ai playoff) quest’anno i temi sportivi sono di tono minore rispetto all’attesa delle tifoserie.

Tralasciando totalmente gli appelli e i commenti dei soliti “tastieristi”, male del tifo degli anni duemiladieci, va dato atto alle due tifoserie che lo spettacolo messo in campo, nonostante i numeri limitati dall’alto, esula dalla Serie D per attaccamento e tensione avvertita in campo e soprattutto sugli spalti. L’Osservatorio ha aperto la trasferta ai sostenitori andriesi limitando però a sole 400 le presenze biancoazzurre al “Bianco”. Per l’occasione, anche la città di Gallipoli si è strinta attorno alla sua squadra, arrivata al meglio alla partita contro l’Andria capolista con due vittorie che hanno messo una seria ipoteca sulla salvezza.

In Curva Sud è stata esposta, e poi bruciata, una sciarpa andriese della “New Blue Generation”, gruppo che in passato è stato il fulcro della curva federiciana; in risposta al “trofeo” degli jonici, nel settore ospiti i biancoazzurri hanno dato stessa sorte ad una bandiera della vecchia società Gallipoli Calcio recante la dicitura “Promozione storica 2005-2006”, vessilli che addobbarono l’intero territorio del comune in occasione del salto in Serie C/2 di quell’anno.

I 400 sostenitori della Fidelis si sono schierati nel settore ospiti dell’impianto gallipolino, all’apparenza compatti, sotto i tre striscioni principali dei gruppi: “Ultras Andria”, “Drunk’s 88” e “Brigata”; la coesione dei fans andriesi non si è rivelata però sempre costante: a tratti i cori sono partiti da due fonti diverse, con ovvi risultati poco gradevoli.

La Curva Sud gallipolina, coesa e disposta come sempre con gli striscioni dei gruppi (“Mods”, “Sporka Dozzina”, “Identità e Appartenenza”, “Bronx Group”, “Gioventù Bruciata” e “Ultrà Gallipoli”), ha presentato un miglior colpo d’occhio rispetto alle precedenti esibizioni, sfoggiando tutti i vessilli che offrono un bell’effetto di colore.

All’ingresso in campo delle squadre la fumogenata jonica e il lancio di rotoli da parte degli andriesi danno un leggero sapore anni Novanta alla partita, sapore che però viene subito meno se si pensa alle misure stra-restrittive improntare per il match, dalla vendita vietata di alcolici per tutta la città di Gallipoli alla massiccia presenza di forze dell’ordine.

La performance sonora delle due tifoserie, entrambe limitate dal vetro doppio che circonda i settori dello stadio, è stata gradevole, con picchi di cori secchi per gli ospiti e bei cori lunghi tenuti bene e ritmati con il tamburo dai gallipolini, più “possenti” nei canti contro i rivali. Calorosa come al solito poi la sciarpata sulle note di “Gente di Mare”.

A metà del primo tempo è cominciata la carrellata degli striscioni giallorossi per l’occasione: “8 marzo festa della donna auguri ricchione andriese” e “Andriese finto leone, più che ultras sei un trimone”. Le risposte federiciane sono affidate a qualche coro di scherno che abbraccia unitamente tutti i supporters, coesi ulteriormente solo in poche altre occasioni ma costanti nello sventolio dei numerosi vessilli.

La partita è maschia, la Fidelis non riesce a far valere il proprio maggior tasso tecnico a causa della bella prestazione della difesa giallorossa, spinta dal sostegno costante della Sud che, con lo striscione “Rispetto, trasparenza, onestà… Fuori le mele marce da questa società” manifesta qualche rimostranza nei confronti del nuovo assetto societario. Lo 0-0 finale è accolto con entusiasmo dai gallipolini, coriacei e uniti nell’abbraccio finale alla squadra. Un po’ di amaro in bocca per gli andriesi, comunque vicini all’undici in campo dopo il fischio finale.

Testo di Gabriele De Pandis.
Foto di Michel Caputo.