L’incontro “campione”. In settimana è stato definito così questo derby della quarta giornata del campionato di serie D girone H: non per gli effettivi in campo, sia chiaro, taluni di blasone (basti pensare al numero dieci di casa D’ Agostino, fino all’ anno scorso in serie A, a Siena). “Campione” in quanto l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive ha pensato bene di permettere ai tifosi brindisini di accedere nel settore ospiti solo se muniti di biglietto nominativo: una assoluta novità in un campionato dilettantistico.

Ritengo questo provvedimento l’ennesima degenerazione del calcio moderno, ove il tifo libero viene messo sempre più a repentaglio, in favore di regole davvero assurde, volte solo e soltanto a scoraggiare la presenza dei tifosi, piuttosto che a prevenire presunti comportamenti violenti.

Rimango colpito negativamente da questa notizia, perché proprio i campionati dilettantistici sono rimasti, ad oggi, scevri rispetto a queste norme cervellotiche: nessuna tessera del tifoso, nessun biglietto nominale (fino ad oggi) e nessun anticipo e posticipo, in assenza di tv a pagamento ed interessi di sorta.

Nella speranza che questo incontro “campione” rimanga un caso più unico che raro, ritiro il mio accredito guardando il cosiddetto bicchiere “mezzo pieno”, ovvero che avrò quantomeno il piacere di vedere la tifoseria ospite, oggi al Degli Ulivi.

Sono stato parecchie volte ad Andria e ho avuto modo di vedere la Nord all’opera, mentre è la prima volta che vedo i brindisini dal vivo, in trasferta. Si presentano in poco meno di 200 unità (quasi tutti ultras), entrando nel settore una decina di minuti prima dell’inizio della gara: sistemano i loro drappi e nel pre-partita fanno subito capire ai dirimpettai il loro “punto di vista”, intonando cori ostili verso gli stessi ed i vicini barlettani.

La gara inizia ed è subito vibrante: dopo due minuti l’Andria sbaglia un rigore con Moscelli, subendo beffardamente gol dopo 3 minuti con Molinari. È il tripudio sotto il settore ospiti, che nonostante la netta inferiorità numerica prova a più riprese a farsi sentire, senza dimenticare mai di “beccare” la tifoseria di casa, la quale ricambierà il gesto ripetutamente (anche con degli striscioni goliardici).

Nonostante l’impegno brindisino, ci sono dei momenti in cui la Nord di Andria viaggia davvero su ritmi eccellenti: cori a ripetere, battimani e quella sensazione di potenza che sospinge la squadra verso un terribile uno-due, tra il 22esimo e il 26esimo. Ciò nonostante gli ospiti non tardano a farsi sentire, con cori per chi è stato costretto forzatamente a saltare la trasferta, perché magari è in Questura a firmare, e di sostegno alla squadra, che a breve trova il nuovo pareggio.

Nella ripresa la partita scende di ritmo anche perché, dopo i diversi errori difensivi della prima parte di gara, entrambe le squadre sono attente a dare meno spazio alle azioni avversarie.

È comunque l’Andria a fare la partita, in virtù della maggiore presenza di uomini di valore a centrocampo, il che porterà al positivo risultato finale (4-3 per i padroni di casa).

Sugli spalti il copione è speculare al campo: probabilmente a causa del calo della propria squadra, sentirò sempre meno gli ospiti, mentre la Nord diventerà una vera e propria polveriera. Mi rendo conto che, soprattutto nella zona occupata dagli “Implacabili 1991”, i cori vengono innalzati con costanza e potenza.

L’ incontro termina con gli andriesi esultanti verso la propria curva, ed un po’ di tensione sotto il settore ospiti, con i giocatori brindisini letteralmente cacciati dai propri ultras. Si spengono così le luci… sulla partita “campione”.

Gianluca D.C.