Ci sono partite che aspetti per un intero campionato ed altre che ti passano sulla pelle come una pioggerella di metà stagione. Del resto il campionato è questo, alti e bassi, incontri avvincenti ed altri molto meno. Un tempo la discesa dei laziali in Toscana sarebbe avvenuta tra squilli di tromba e qualche camionetta disposta in bella vista per scoraggiare i più malintenzionati. Del resto non è un segreto che laziali ed empolesi non si amino; indovinare le differenze e le poche analogie tra le due tifoserie è uno sport che costa ben poca fatica. In tempo di tessera del tifoso c’è però da stare poco allegri: i laziali, almeno quelli che contano, passatemi un espressione che a me piace davvero poco, hanno deciso di non tesserarsi, ragion per cui gran parte degli ultras della Curva Nord nemmeno vedono il cartello della città che offre il benvenuto.

La presenza del popolo laziale è comunque numerosa, del resto la squadra proviene da sei risultati utili consecutivi e ben cinque vittorie di fila che l’hanno spinta ad una posizione di classifica particolarmente interessante. Altro aspetto da non sottovalutare, è la folta presenza di tifosi laziali che arrivano da fuori regione: è la buona occasione per fare qualche chilometro in meno e godersi una partita che, sulla carta, offre anche buone possibilità di far risultato.

Ad Empoli il pubblico non delude, la Serie A ha acceso la passione anche di quelle persone che lo scorso anno seguivano l’Empoli solo in particolari occasioni, mentre in questa stagione le presenze in Maratona hanno sempre fatto segnare ottimi numeri. Poi è ovvio che il bacino di utenza di Empoli non può essere paragonato a quello dei grandi centri urbani, del resto Firenze è ad un tiro di schioppo e ciò certamente non agevola.

Stadio “Castellani” che si riempie senza grossa fretta, i laziali arrivano alla spicciolata ma cominciano a cantare ed a farsi vedere ben prima del fischio d’inizio del direttore di gara. Praticamente, per tutto il riscaldamento della squadra, i presenti ci danno dentro e, se non cantano proprio al massimo delle loro possibilità, certamente si fanno sentire chiaramente dalla squadra che, per tutta risposta, finiti gli esercizi si dirige sotto il settore per un saluto ed un ringraziamento.

Le squadre entrano sul terreno di gioco ed anche le due tifoserie si fanno notare; entrambe puntano sulla sciarpata, e se i laziali abbinano le sciarpe a qualche bandiera a due aste ed ad un paio di quelle tradizionali, tra gli empolesi spicca chiaramente il rosso delle sciarpe dei gemellati degli “Ingrifati Perugia”, in questo pomeriggio presenti con la pezza sopra lo striscione “Desperados”.

Il tifo dei laziali è abbastanza buono, il popolo biancoblu è diviso in due settori ed il più animato è quello più lontano dalla Maratona empolese. Qualcuno si improvvisa lanciacori e riesce se non altro a far cantare i presenti: classici cori della Curva Nord, qualche battimano; se il tifo non è e non può essere un rullo compressore, va ben detto che i presenti si lasciano andare solamente a qualche pausa non troppo prolungata. Per il resto, chiedono a gran voce il gol, non prima di aver salutato, con parole taglienti, il presidente Lotito. Gli ospiti non si fanno neanche mancare qualche nota di colore: un bel bandierone con impresso il numero 71 (ormai anche i muri a Roma e nel resto dello Stivale sanno cosa sia successo al minuto 71 di un famoso derby capitolino) e diverse due aste si fanno notare spesso e volentieri ed accompagnano i cori che coinvolgono quasi sempre un buon numero di persone. Un paio di cori politici che non vengono apprezzati dalla controparte, qualche coro a sostegno degli ultras e dei diffidati, i laziali vanno oltre le mie aspettative; peccato per l’assenza degli ultras, altrimenti il contesto poteva essere assai interessante e con numeri importanti.

La curva di casa si poggia sui “Desperados”; questo pomeriggio le presenze sono più che buone, perciò anche il tifo viaggia senza troppi intoppi. I battimani sono particolarmente seguiti ed anche i cori ricevono l’appoggio di una buona parte di Maratona, così il tifo risulta continuo ed anche in questo caso con poche pause. Se i laziali si fanno sentire con qualche coro offensivo che poi prende di mira tutta la Toscana, gli empolesi in un primo tempo lasciano perdere, poi rispondono per le rime quando vengono sollecitati oltremodo.

La ripresa si apre con l’esposizione di uno striscione in Maratona,” Giustizia per Cucchi”, che viene accompagnato dal coro “Cucchi è stato, ucciso dallo Stato”. La vicenda è chiara e fa pensare come ogni tifoseria, dalla più importante alla più piccola relegata nei dilettanti, abbia invocato giustizia e verità. Qui non si sta parlando di una esigua comunità, è l’Italia intera che resta indignata da una sentenza che ammazza il povero Stefano due volte. Ma più rumore ancora fa uno Stato che ancora una volta, ma forse in maniera ancora più eclatante, fa una figura barbina in materia di giustizia. A tal proposito, se l’esposizione dello striscione è accompagnata dai cori degli empolesi, anche su sponda laziale non si sta con le mani in mano e si segue con i cori la linea dettata dalla tifoseria di casa. Se laziali ed empolesi sono distanti su quasi tutto, in questa occasione viaggiano a braccetto. Del resto, sembra che certe vicende mettano d’accordo tutti. I laziali prendono la palla al balzo e ricordano Gabriele Sandri, mentre hanno parole al veleno verso Spaccarotella: anche in questo caso sembra che qualcuno dei locali apprezzi e si nota qualche timido applauso. Il “peace and love” dura una manciata di minuti, poi le due tifoserie tornano ad insultarsi, anche se in maniera sporadica.

Questo secondo tempo, sul terreno di gioco, inizia in maniera scoppiettante: l’Empoli segna due gol in una manciata di minuti e zittisce i tifosi laziali. La squadra di Pioli accorcia però ben presto le distanze e rimette in moto la macchina da tifo biancoazzurra. Man mano che si avvicina il novantesimo minuto, le giocate sul terreno verde catalizzano l’attenzione dei presenti, il tifo vive più di fiammate improvvise e la continuità va a farsi benedire. L’Empoli tiene bene, nonostante nel finale la Lazio si riversi in toto nella metà campo avversaria. Al triplice fischio finale del direttore di gara, la festa è tutta di marca empolese. Resta il tempo ai laziali per applaudire i propri giocatori nonostante la sconfitta, ed agli empolesi per onorare il gemellaggio che li lega agli “Ingrifati Perugia”. Game over.

Valerio Poli