Livorno-Bologna 2-1, Serie A 2013/14

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Pochi confronti tra le due tifoserie, che però hanno un punto di svolta nell’ottobre del 2004 quando gli ultras bolognesi, riconducibili al gruppo Mods, si presentano di buon mattino senza scorta sotto la curva livornese con intenzioni poco pacifiche: il contatto diventa inevitabile, si conta qualche ferito e, da quell’episodio (documentato da foto ed articoli di rito), si sviluppa una rivalità che anche ai giorni nostri è particolarmente sentita da ambo le parti.

Le due tifoserie si ritrovano, oggi come allora, nella massima serie, entrambe desiderose di sostenere le rispettive squadre in lotta per una salvezza che vale un po’ come uno scudetto. Sia il Livorno che il Bologna sono in corsa per non retrocedere, e ciò rende l’incontro particolarmente interessante. Il pubblico risponde bene all’appuntamento ed alla fine all’Armando Picchi si registra un’affluenza ben superiore alle dodicimila unità. Colpo

Livorno-Bologna 2-1, Serie A 2013/14

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d’occhio più che sufficiente e settore ospiti che vede la presenza di una tifoseria schierata a ranghi completi o quasi: i gruppi della Curva Costa ci sono praticamente tutti, a centro settore si sistemano Mods, Beata Gioventù e Settore Ostile, sulla loro sinistra si posizionano Freak,  Forever e Contro Tendenza, mentre sulla destra trovano posto i Fedelissimi e la Vecchia Guardia. La divisione della tifoseria rossoblu è abbastanza marcata ma, a ben vedere, risulta solo estetica perché, quando c’è da cantare e da sostenere la squadra, la linea di comportamento è unilaterale ed il tifo non risente, se non in maniera sottile.

Si schiera compatta e vivace la Curva Nord, dove, oltre alle classiche pezze attaccate in balaustra, trova posto in vetrata il solito lungo striscione amaranto. I Bolognesi arrivano all’Armando

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Picchi con un discreto anticipo, attaccano alla balaustra le loro pezze, mentre qualcuna viene attaccata alla vetrata che divide il campo dagli spalti. Il prepartita scorre via tranquillo ed i primi ad accendere la miccia sono proprio gli ultras rossoblu che salutano il pubblico locale con un chiaro “Vaffanculo a tutto lo stadio”. Sull’altro versante tutto tace e solo pochi istanti prima dell’ingresso in campo delle squadre, la curva livornese risponde con “Bolognese sei un infame, ti difendi con le lame”.

Coreograficamente poco da segnalare nella curva di casa, mentre gli ospiti si cimentano in una sciarpata dagli esiti discreti: nonostante la giornata più primaverile che autunnale, i presenti non lasciano certo a casa la vecchia cara sciarpa. I Bolognesi ricercano la compattezza nei cori ed in definitiva si può ben dire che il loro tifo sia unito e compatto: i cori vengono dettati sia dalla zona dei Mods, sia da

Livorno-Bologna 2-1, Serie A 2013/14

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quella dei Forever Ultras e vengono ripresi dal resto dei presenti. Pur con qualche pausa, il tifo non è da disprezzare, anche se manca quel pizzico di incisività che avrebbe reso il pomeriggio decisamente più interessante. Pur provando a coinvolgere tutto il settore nei cori, la risposta dei presenti non è la migliore ottenibile, così in alcuni casi a cantare è lo zoccolo duro degli ultras e solo in qualche occasione il tifo poggia su gran parte dei convenuti. I rossoblu  spaziano nella tematica dei cori: oltre a quelli per la squadra e per la città, non mancano di intonarne alcuni contro la tifoseria avversaria; infine, cantano per qualche minuto cori contro la repressione e contro il calcio moderno.

La curva di casa si presenta numericamente in grande stile, con pochissimi posti vuoti ed un buon gruppo di ultras nella zona centrale. Il tifo comincia ad animarsi pochi istanti prima

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dell’ingresso in campo delle squadre. La Curva Nord non manca di rispondere alle offese provenienti dalla curva avversaria, anche se il botta e risposta non è che sia ripetitivo e stucchevole; tra le due fazioni vola qualche inevitabile offesa ma entrambi gli schieramenti mirano soprattutto al sostegno della casacca. Anche la curva di casa viaggia tra alti e bassi: qualche coro è a totale carico della zona centrale, in altri casi viene coinvolta l’intera curva e la riposta che ne vien fuori è estremamente positiva, con qualche coro che risulta un vero e proprio boato e con qualche battimano che riesce ad abbracciare praticamente l’intero settore. Come spesso accade in questi casi, il problema fondamentale è saper coinvolgere una bella fetta di curva; quando si riesce nell’impresa è evidente il fatto che il materiale a disposizione non sia affatto male.

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Sul campo, intanto, dopo un inizio scoppiettante, la partita non offre grandi emozioni. Il Bologna sembra avere una leggera supremazia territoriale ma, fondamentalmente, i due portieri non si esibiscono in parate particolarmente difficoltose. Inevitabile che il primo tempo si chiuda su un nulla di fatto.

La ripresa si apre con la Curva Nord che chiede ai propri giocatori impegno ed abnegazione; la risposta è immediata perché il centrocampista Benassi fulmina l’estremo difensore rossoblu Curci, portando il Livorno in vantaggio. La rete amaranto anima una Curva Nord che nella prima frazione non ha mostrato tutto il proprio potenziale. Per qualche minuto successivo alla segnatura, il tifo diventa inarrestabile, addirittura anche la Gradinata, settore di solito silente, si unisce alla curva per spingere la squadra. Ora il tifo volta pagina, gli ultras chiedono a tutta la curva di partecipare, i presenti vengono invitati, più o meno gentilmente, ad alzarsi in piedi e la risposta non si fa attendere.

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Se sugli spalti la gara comincia veramente a ravvivarsi, anche sul terreno verde non mancano le emozioni: il Livorno raddoppia sfruttando un errore della retroguardia avversaria e porta a due le marcature. A questo punto è facilmente capibile lo stato d’animo delle due tifoserie: quella di casa vede a portata di mano una preziosa vittoria e tira fuori dal cilindro tutto il potenziale a propria disposizione; i bolognesi vedono ridotte le speranze di tornare a casa con un risultato positivo e cascano in uno sconforto che si ripercuote negativamente sul tifo.

Questa prima fase della ripresa è sicuramente il miglior periodo per quanto riguarda il tifo della curva di casa, che viene interrotto solamente per permettere l’esposizione di due striscioni dalle tematiche simili. Il primo recita: “16/3/2003 – 16/3/2014 Dax odia ancora” (ricordando il militante politico Davide Cesare, ucciso a Milano con diverse coltellate), mentre il secondo striscione recita: “Berkin Elvan vive”, in ricordo del ragazzino, appena

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quindicenne, morto dopo mesi di coma per un lacrimogeno sparato dalla polizia che l’ha colpito durante una manifestazione in Turchia. Dopo la morte dell’adolescente, altre proteste ed altre manifestazioni sono state indette nelle principali città turche, dove le forze dell’ordine hanno  avuto il loro da fare per mantenere tranquilla la folla di persone. Per tutta risposta, il primo ministro Erdogan ha bollato il ragazzino come terrorista.

Tornando all’incontro, questo secondo tempo non è affatto avaro di emozioni: due espulsioni lasciano il Livorno in nove uomini, un rigore decretato a favore degli ospiti e prontamente realizzato fa tornare in gara il Bologna e ravvivano il settore ospiti che crede nella rimonta. Se da una parte i cori per la squadra tornano a farsi sentire, la curva di casa risponde con delle bordate di fischi ad ogni tocco di palla di un giocatore avversario. Sugli spalti la tensione è a mille, mentre sul terreno di gioco è il Bologna che attacca con tutti gli effettivi, con la squadra di casa che punta ad allontanare il pallone dalla propria area di rigore e a far scorrere le lancette dell’orologio.

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Quando l’arbitro decreta la fine delle ostilità, l’urlo liberatorio del pubblico di casa descrive meglio di tante parole la sofferenza e la gioia per una vittoria che rilancia la squadra nella difficile corsa verso la salvezza, mentre tra gli ospiti è cocente la delusione e la preoccupazione per una squadra che, orfana di Diamanti, ha perso gran parte del proprio potenziale.

Nonostante le ripetute offese tra le due tifoserie, il deflusso degli ospiti avviene senza particolari problemi; il servizio d’ordine mantiene alta la guardia e controlla le vie di fuga intorno allo stadio, senza lasciare nulla al caso.

Testo e foto di Valerio Poli.