Tanta curiosità per vedere le conseguenze della perdita dello striscione da trasferta della Curva Nord, fatto che ha catalizzato l’attenzione oltre che della tifoseria labronica, anche di tanti altri esponenti ed appassionati del tifo in Italia. Del resto il tam tam dei social ed il comunicato degli ultras livornesi, hanno fatto sì che un episodio si trasformasse in una tavola rotonda dove tutti, chi più chi meno, chi con cognizione di causa chi solamente per buttare benzina sul fuoco, hanno parlato o scritto.

Non cito l’episodio che ha visto loro mal grado coinvolti i Fedayn Roma perché i due fatti non sono minimamente associabili, resta però la sensazione che almeno in parte, quella psicosi e quella attenzione per striscioni e pezze che ora in tanti stanno riscoprendo sull’esperienza e sulla pelle altrui, sarebbe potuta risultare salvifica. Sarebbe utile insomma fare un passo indietro e mettere al centro del villaggio, per usare un’espressione ultimamente un po’ troppo inflazionata, lo striscione, l’anima del tifo nostrano, ciò che rappresenta una tifoseria. Inutile a mio parere colpevolizzare gli autori di una disattenzione o comunque di una leggerezza, fin troppo semplice gettare la croce addosso a Tizio, Caio o Sempronio e proseguire senza che nulla sia successo, magari convinti di aver purificato un vizio di forma, figlio di un movimento sedutosi un po’ sugli allori e per questo incapace di crescere. Niente di più sbagliato perché se cambiano i soggetti ma il summenzionato vizio rimane, si continuerà ad avere poca cura del materiale in proprio possesso. E mi sembra altrettanto inutile soffiare sul benedetto scontro generazionale, da una parte l’ala giovane, dall’altra i cosiddetti “vecchi”, scontro dove generalmente questi ultimi sono coloro che hanno scritto la storia di questa o quella tifoseria perciò intoccabili. Purtroppo, o per fortuna, sono cambiati i tempi, attualmente l’ultras è alle prese con problematiche che vent’anni fa manco si pensava possibili ed è innegabile che contestualizzare il tutto sia opera doverosa per giungere a conclusioni razionali e non dettate dall’onda emotiva. Dagli sbagli si cresce se si impara.

Detto questo il clima a Livorno non è sicuramente dei migliori, si nota dal numero di persone e da un certo scollamento che si percepisce entrando allo stadio e dando un’occhiata veloce alla Curva Nord, dove capeggia uno striscione per l’anniversario della fondazione del club sopra il lungo striscione versione casalinga dedicato a Fabio Bettinetti. Se di tifo si deve parlare, di certo in curva non c’è stato il mutismo tanto temuto alla vigilia, il sostegno alla squadra non è mai venuto meno e durante la partita non si può certo dire che i presenti si siano risparmiati, nonostante la sfida non fosse certo di cartello ma tant’è, la categoria è questa, il campionato che sta facendo la squadra e questo, perciò inutile lamentarsi. Fondamentale è rimboccarsi le maniche e ripartire col piede giusto. Sperando di sbagliare il meno possibile e non aggiungere errori all’errore commesso.

Valerio Poli