“Pipe ai vecchi, acidi ai bambini, Nuclei Sconvolti clandestini!”. Nel mondo ultras, opinioni e giudizi su questo o quell’argomento sono tra i più svariati e disparati. La storia ci insegna come l’unità di vedute sia una chimera perciò la soggettività emerge di gran lunga rispetto all’oggettività. Non sto qui ad esprimere giudizi di merito sulla tifoseria cosentina o su altre, del resto ritengo di non averne minimamente le cognizioni visto che ogni piazza, al suo interno e per numerosi dettagli, è diversa dalle altre. Massificare le tifoserie italiane è uno sport che si addice ai soliti noti che hanno la risposta pronta anche su argomentazioni quali il tifo da stadio, magari tangenti il mondo pallonaro ma lontane anni luce dai discorsi di schemi di gioco, fuorigioco ed amenità varie.

Perciò giocando sul filo dell’oggettività, posso dire, spero senza essere smentito, che la storia ultras a Cosenza va di pari passo con quella dei Nuclei Sconvolti, un gruppo che per nome e comportamento è stato tra quelli che si sono inscritti irrimediabilmente nella storia degli ultras italiani. Più che la figura catalizzante di Padre Fedele, è stato un gruppo che nell’immaginario collettivo ha fatto del ribellismo il proprio stile di vita, ribellismo non sono all’interno degli stadi ma soprattutto nelle strade con quell’avversità continua verso l’ordine costituito. Allergia alle forze dell’ordine, una predisposizione allo sballo, la fanza “Segnali di fumo” sono dettagli intrinsechi ad una tifoseria che ne danno la misura di come, nel tempo e almeno a livello estetico, abbia saputo mantenere quell’indole antagonista che l’ha vista girare l’Italia con slogan e azioni decisamente sui generis.

In questo pomeriggio i cosentini che giungono a Livorno sono circa seicento, numeri importanti vista la distanza tra i due centri. Come mi aspettavo l’iconografia è ampiamente rispettata con una serie di pezze e bandiere che mantengono quel ribellismo che ha contraddistinto da sempre i rossoblù. Una tifoseria fuori dagli schemi che in questo pomeriggio si fa forte dei numeri in campo anche se a livello di tifo, proprio per i numeri portati in Toscana, poteva fare qualcosa di più.

Non c’è dubbio che il sostegno alla squadra ci sia stato, addirittura i primi cori si sono alzati quando la partita non era ancora cominciata, ma per larghi tratti è mancata quella unità di intenti che poteva essere un fattore trascinante. Perciò tifo anche continuo con lo zoccolo duro che non ha praticamente mai mollato, ma è mancato quel contorno che non è stato coinvolto in maniera costante. Eppure a tratti è stato mostrato un gran bel potenziale: quando veniva chiamato a raccolta tutto il settore la risposta c’è stata ed anche di qualità, peccato che – come spesso succede – coordinare il tifo in trasferta non è poi cosa così semplice e scontata, soprattutto quando c’è da far coesistere un gran bel numero di persone.

Padroni di casa che decidono invece di sotterrare, almeno momentaneamente, l’ascia di guerra contro la presidenza e tornano a sostenere la squadra, anche se alcuni cori contro il presidente Spinelli vengono intonati pur non trovando un valido supporto dagli altri settori dello stadio, che sembrano dissentire da questa linea.  Un bel polverone destinato ad esplodere: la figura del presidente Spinelli divide il pubblico e gran parte degli sportivi, forse sarebbe il caso di accantonare questa diatriba per concentrarsi sul sostegno ad una squadra in piena lotta per conquistare una salvezza difficile ma non impossibile. Curva Nord che si fa sentire, il tifo non manca anche se il tallone d’Achille in questo caso sta nei numeri, in uno stadio che fa fatica a tornare all’antico splendore.

Scorre tutto tranquillo tra le due tifoserie che del resto hanno anche alcune affinità, non secondaria una certa idea politica ormai riconosciuta. Poi è ovvio che nel dettaglio possono esserci delle divergenze, del resto, tornando al discorso iniziale, ogni tifoseria italiana ha le proprie peculiarità ed un diverso humus cittadino. Vallo a spiegare a chi costantemente paragona l’ultras al modo animale… 

Valerio Poli