Arrivati alle ultime giornate di campionato, il valore di una partita e la relativa presenza sugli spalti non può che prescindere dai risultati sportivi. Rare volte ho assistito a retrocessioni con curve e stadi pieni ed a memoria non ho mai sentito parlare di promozioni raggiunte con pochi spettatori sui gradoni. Che si voglia o no, il risultato sportivo troppo spesso condiziona le presenze, e se sul discorso trasferta ormai è bene stendere un velo pietoso, almeno tra le mura amiche è sempre possibile portare avanti un certo tipo di discorso.

Questo pomeriggio la partita potrebbe essere ininfluente per il prosieguo del campionato, il Livorno è appeso ad un filo di speranza tanto sottile che ormai nessuno crede più alla salvezza, in pratica dovrebbe vincere questa partita e la prossima sperando in un incrocio di risultati talmente improbabili che le percentuali sono infinitamente basse. La Fiorentina non può far altro che consolidare in classifica il quarto posto, la recente sconfitta casalinga con il Sassuolo è stata inaspettata ma alla fine anche indolore, basta racimolare ancora qualche punto ed il traguardo prestigioso della quarta piazza si può considerare in saccoccia.

Derby toscano che ai tempi di CAV e BAL sarebbe stato all’insegna del “volemose bene”, il feeling è però durato poco ed i successivi incontri non sono stati all’insegna del reciproco rispetto. Oggi i viola si presentano all’Armando Picchi con buoni numeri, non si tratta di una invasione ma comunque la tifoseria gigliata risponde bene: la distanza tra le due città è stimabile sul centinaio di chilometri e la posta in palio accende la voglia di viola.

Gigliati che arrivano alla spicciolata e già dalle prime battute si capisce che il settore ospite dovrà attendersi un buon numero di tifosi. Sull’altro versante, la Curva Nord è completamente spoglia di pezze e striscioni, con la zona centrale limitata da nastro adesivo che scoraggia i più audaci ad occupare tale zona; la protesta degli ultras è fin dalle prime battute chiara: lasciare il settore centrale vuoto e protestare per un campionato che porta diritti alla retrocessione.

I viola, una volta serrati i ranghi, non ci mettono troppo a dissotterrare l’ascia di guerra e ricordano ai dirimpettai che campionato dovranno fare il prossimo anno. Il “Serie B, serie B” è parecchio seguito e si prende la solita selva di fischi, anche se dalla Curva Nord non c’è risposta immediata se escludiamo qualche gestaccio a distanza siderale. I viola dedicano praticamente tutto il prepartita a nominare gli avversari di turno, del vecchio gemellaggio non c’è traccia, mentre una bandiera gialloblu del Verona conferma come certe altre amicizie restino invariate nel tempo. A tal proposito non posso confermare la presenza dei butei al fianco dei viola, ad una prima impressione sembra proprio che la bandierina sia stata portata più per provocare gli ultras amaranto che per confermare una presenza veronese.

All’ingresso delle squadre sul terreno di gioco, nel settore ospiti si prova ad imbastire una sciarpata, gli esiti non sono dei migliori, mentre qualche bandiera ed una torcia accesa ed immediatamente gettata a terra, colorano ulteriormente questa parte di stadio.

Fin da inizio partita i cori degli ultras viola sono tutti per la squadra, che viene continuamente incitata. Qualche lanciacori, a centro settore, coordina il tifo ed almeno due terzi del settore segue le indicazioni. Il tifo si alza trovando pochi ostacoli, nella Curva Nord c’è un mutismo assoluto, perciò i viola sono completamente padroni della situazione.

Oltre ai cori per la squadra, i viola continuano a darci dentro con le offese ai dirimpettai, si passa dal classico “Livorno, Livorno vaffanculo” all’ormai inflazionato “E tanto già lo so che l’anno prossimo giochi di sabato” fino ad arrivare al più simpatico ed originale “Quanto è lunga la B…”.

Dalla Curva Nord ora arrivano le risposte e se i cori sono facilmente immaginabili, qualcosa si muove anche sul piano degli striscioni, infatti al centro viene tenuto in mano lo striscione “Spinelli vattene”, mentre nella parte alta ne viene attaccato un secondo che ricorda i fatti di Roma: “Lame e pistole… non c’è più lealtà in questo mondo ultrà”.

Anche i livornesi cominciano a scaldarsi, qualche coro viene intonato e malgrado l’organizzazione in questo pomeriggio sia ai minimi termini, con la parte centrale della curva che continua a restare forzatamente vuota, qualche battimano è fatto anche bene e le ugole si scaldano al coro “Livorno siamo noi”, atto a rimarcare la distanza della curva da questa società. Da segnalare anche lo striscione appeso alla vetrata che recita: “Squadra e società senza dignità”.

I viola sono più continui nell’incitamento, del resto lo stato d’animo delle due curve è diametralmente opposto, così nel settore ospite continua a cantare una bella fetta dei presenti, con i cori che continuano ad essere potenti ed incisivi. Qualche pausa è annoverabile tra quelle considerate fisiologiche, qualche coro è meno seguito di altri, ma in genere, quando vengono proposti i grandi classici, la risposta è sempre positiva.

Sul terreno di gioco il primo tempo termina a reti inviolate, i ritmi sono stati piuttosto bassi, segno che non c’è quella volontà e quella convinzione per affondare il colpo.

La ripresa si apre con l’esposizione di due striscioni piuttosto pesanti della Curva Nord, uno prende di mira la vicenda Aldrovandi ed i famosi cinque minuti di applausi tributati a coloro che si sono resi protagonisti di una vicenda vergognosa: “S.A.P. infami! Aldro vive!”. Il secondo striscione riprende ancora una volta i fatti di Roma e l’assurda campagna anti-ultras, portata avanti da un’informazione tanto superficiale quanto falsa e tendenziosa: “Informazioni manovrate, trasferte e maglie vietate… queste sono le vostre carognate! Ultras liberi”. Niente da aggiungere, o meglio, ci sarebbe tanto, troppo da approfondire perché sui fatti di Roma non è stata fatta ancora luce ma c’è già chi ha montato e smontato la storia decine di volte; perché un ragazzo ha lottato tra la vita e la morte ma la notizia principale è stato l’abbigliamento di un ultras; perché di alcune parole politici e giornalai dovrebbero vergognarsi. Il pugno duro in questa vicenda è richiesto dalle stesse persone che hanno parecchi scheletri nell’armadio, un paio di recenti arresti in ambito politico testimoniano quanto marcio c’è tra chi entra e si siede in Parlamento.

Per la cronaca sportiva entra in campo Pepito Rossi e ritrova il difensore Rinaudo che gli causò il brutto infortunio. Neanche il tempo di prendere visione del campo di gioco e l’attaccante viola partecipa attivamente all’azione che manda in rete Cuadrado. I viola festeggiano nel settore e più forte di prima si alza il coro “Serie B, serie B”, mentre sull’altro versante non manca un po’ di cattiveria con i cori dedicati a Giuseppe Rossi: “Al Mondiali in carrozzina” e “Spaccali una gamba, Rinaudo spaccagli una gamba” si prendono i fischi di disapprovazione dei viola e fanno gridare allo scandalo qualche benpensante che ancora non riesce ad andare più in là del suo naso e non capisce ancora la guerra simulata giocata in curva. Difficile ragionare con chi non vuol capire e si arrocca sulla propria presunzione per cercar di portare argomenti validi ad una sterile discussione.

Comunque se la partita in campo scivola via senza troppi sussulti, se escludiamo un’espulsione che neanche in terza categoria si vede più, sugli spalti c’è ancora vita, con le due tifoserie che si battagliano a distanza e con i cori che si alzano da una parte e dall’altra.

Il “The end” non può prescindere dalla conquista di magliette e pantaloncini, i viola si siedono sulle vetrate che dividono gli spalti dal terreno di gioco, viene mandato qualche stewards a vigilare, poi arrivano anche un buon numero di forze dell’ordine in borghese che fanno desistere anche i più audaci, che si limitano a restare comunque in una posizione di privilegio. Data la temperatura primaverile, faccio fatica a capire il motivo dell’uso di guanti di pelle nera da parte di uno steward che vigila sui tifosi viola, se vuole sfidare la temperatura non lo comprendo ma comunque lo rispetto, se vuole un altro tipo di sfida lo bollo come poco intelligente. La maggior parte delle persone che svolge il ruolo di steward è gentile e spesso anche intelligente nel capire la situazione, in altri casi ho notato come indossare una pettorina dia un senso di autorità che probabilmente il soggetto non ritrova in altri campi.

Comunque l’invasione di campo da parte dei viola non c’è, ma i giocatori della Fiorentina si dirigono verso il settore per il consueto lancio di magliette e pantaloncini. Sull’altra sponda la squadra amaranto saluta il proprio pubblico, qualche giocatore piange copiosamente mentre dagli spalti c’è un misto di fischi ed applausi. La squadra era partita con l’idea di salvarsi e per far questo doveva lottare fino all’ultima giornata. È andata male ma sulla stagione ha pesato un pizzico di sfortuna, qualche infortunio ed un mercato che ancora una volta non è stato all’altezza della massima serie. Ora l’argomento principale diventa quello societario e la domanda che si fanno in molti, già fuori dello stadio, è se il presidente Spinelli vende oppure resta.

Valerio Poli.