Campionato virtualmente concluso quello del Livorno, il primo posto è ormai inattaccabile, resta da festeggiare la promozione in serie C ed offrire il giusto tributo ad Andrea Luci, capitano, centrocampista e attualmente recordman di presenze con la maglia amaranto. Un giocatore particolarmente apprezzato dalla piazza e non potrebbe essere altrimenti per un atleta che è rimasto fedele alla città nonostante il brusco passaggio dal calcio che conta all’Eccellenza, dagli stadi con manto erboso e tribune gremite ai campi con rete da pollaio e tribune in tubi innocenti.

Partiamo dai numeri e dalle aspettative: personalmente credevo in una presenza maggiore, invece il trend è quello di tutta la stagione, fatta eccezione per un paio di casi dove il pubblico si è realmente stretto intorno alla squadra; anche in quest’occasione lo stadio delude le mie attese, i vuoti sono visibili e non del tutto giustificabili da un pomeriggio comunque accompagnato da una fastidiosa pioggia. Questa era l’occasione per salire sul carro dei vincitori, per affermare la propria presenza nell’ultimo incontro stagionale del campionato, per salutare un giocatore bandiera, per poter partecipare alla festa che, bene ricordarlo, per quanto fosse un traguardo quanto mai desiderato, non doveva essere dato per scontato. E qui entra in gioco la cultura della sconfitta che mi pare si sia persa un po’ a tutti i livelli. Posso arrivare a giustificare il tifoso da tribuna o l’esperto da salotto calcistico ma per il tifoso, e ancor di più per l’ultras, la vittoria deve essere solamente un’aspirazione e non un obbligo. Se poi ci si addentra nel culto della vittoria a tutti i costi, spaventerebbe notare che nello sport sono numericamente più le sconfitte delle vittorie. Poi possiamo prendere in considerazione gli aspetti contingenti alla vittoria, che siano l’applicazione, l’impegno, il carattere e tutto il resto, ma chiedere e pretendere un certo tipo di risultato a priori, resta valido solamente nei cori che si intonano e che magari risultano pure orecchiabili e ripetibili dalle masse. Sennò in alternativa ci sono le strisciate… e pure là non è che si vinca sempre e a prescindere.

Atmosfera molto soft dunque all’Armando Picchi, soliti ampi vuoti in gradinata, settore dove la carenza di spettatori sembra più netta: i club non riescono più a tirare le fila, organizzazione e intraprendenza sono ormai evaporate, resta qualche sacca di resistenza ma la prospettiva non può che essere buia.

Anche in curva c’è qualche vuoto di troppo, non mi sarei aspettato il sold out ma vista la giornata di festeggiamenti, sarebbe stato lecito attendersi qualche presenza in più. Come avviene ormai da inizio stagione, lo zoccolo duro c’è, ha il grosso merito di aver vivacizzato un settore per tutta la stagione e anche in questo pomeriggio non si possono biasimare per il sostegno dato agli undici in campo.

Per il pre-gara la società amaranto ha organizzato un giro di campo della compagnia Mayor Von Frinzius di Lamberto Giannini con un esibizione sotto la Curva Nord, un progetto teatrale inclusivo che vede la presenza di ragazzi e ragazze portatori di handicap; a seguire il piatto forte della giornata, la premiazione del giocatore Andrea Luci che indossa una maglia a lui dedicata.

Entrano i giocatori in campo e anche la Curva Nord si prende il proprio momento di gloria, con una fumogenata amaranto-bianca di sicuro impatto, un salto nel passato quando certi spettacoli erano all’ordine del giorno, specialmente in alcune piazze. Complice la quasi totale assenza di vento (si percepisce solamente una leggera brezza), lo spettacolo riesce alla perfezione, ottima l’organizzazione con i barattoli attaccati alla vetrata, ottima la riuscita.

Specialmente nei primi quarantacinque minuti il sostegno alla squadra è continuo, la Curva Nord fa gruppo a centro settore, la partecipazione ai cori è decisamente buona e l’ambiente risulta sufficientemente caldo. Nella ripresa cala un po’ l’intensità, del resto anche gli stimoli sono quelli che sono, aggiungiamo pure che la pioggia comincia a dare fastidio ed ecco che più di una persona prova a cercare un riparo di fortuna.

Festa grande della squadra amaranto a fine gara, classico giro di campo con la coppa alzata al cielo, classica anche l’invasione di campo dei tifosi e la caccia alla maglia, mentre non possono mancare i festeggiamenti per Luci e per la vittoria del campionato. Resta quell’amaro in bocca per una piazza che potrebbe dare di più, sicuramente la promozione in serie C può essere il volano per avvicinare nuovamente il classico tifoso perennemente indeciso su che fare, ma inevitabilmente bisogna analizzare i motivi per un distaccamento tra squadra e pubblico reso fin troppo evidente in quest’ultima esibizione casalinga.

Valerio Poli