Altra giornata contraddistinta da una condizione meteo davvero non ottimale. Le abbondanti piogge che hanno segnato la mattinata a Livorno, si riverberano sulle presenze allo stadio anche se, fortunatamente, durante il pomeriggio non cade una goccia d’acqua.

Il Livorno è solitario in vetta alla classifica del proprio girone, questo incontro casalingo sulla carta è abbordabile e potrebbe fare allungare il passo della squadra, come dicono gli esperti in materia. Però, la pausa natalizia è sempre difficile da digerire, un po’ il calo di allenamento, un po’ mentalmente gli atleti staccano la spina, aggiungiamo pure qualche stravizio e la sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.

Squadre a centrocampo e minuto di silenzio in memoria del piombinese Aldo Agroppi, gli spettatori si alzano in piedi in segno di rispetto, non fosse altro che nella squadra amaranto gioca Andrea Luci, nipote di Agroppi e bandiera della squadra amaranto. Da premettere che il minuto di silenzio doveva essere effettuato a Riyad durante la Supercoppa Italiana, per tempistica e palcoscenico sarebbe stata sicuramente la situazione migliore. Evidentemente però, sorte e luogo si sono rivelati avversi al nostro calcio, infatti Federazione Italiana Gioco Calcio e Lega Serie A hanno prima dato l’ok per il minuto di raccoglimento durante la Supercoppa, in seguito hanno fatto marcia indietro temendo una selva di fischi come in passato è accaduto con l’indimenticabile Gigi Riva, anche in quel caso durante la Supercoppa giocata in Arabia. La decisione di soprassedere è inevitabilmente vista come acquiescenza verso i padroni di casa che a suon di petroldollari comprano l’evento, decidono date ed orari, pagano profumatamente ed a quel punto hanno il pallino del gioco in mano, in barba al rispetto per la persona, al politically correct e ai tanti bei discorsoni sulla questione del calcio come forma di cultura ed inclusione che evidentemente valgono solo entro i patrii confini. Probabilmente, anzi sicuramente, le bacchettate sulle dita valgono quando gli ultras espongono uno striscione ritenuto offensivo, razzista o violento, invece quando i soggetti in questione sono personaggi di tutto un altro lignaggio, meglio passare oltre, coi soldi si compra anche la dignità. Quella che il calcio italiano ha perso per l’ennesima volta prostrandosi non al più forte ma al più ricco. Per finire, bellissimo, quasi commovente il salvataggio in corner di qualche temerario che ha addirittura azzardato che il minuto di raccoglimento andava fatto in Italia per rispetto di Aldo Agroppi, persona fortemente legata al calcio nostrano. Si può credere a tutto o quasi, ogni idea è meritevole di analisi ma su certe decisioni c’è veramente poco da salvare. Altri discorsi alimentano solamente l’immancabile tristezza per l’ennesimo scempio subito con il beneplacito dei soliti noti. A quando la prossima lezione di vita da dare agli ultras?

Valerio Poli