I risultati non propriamente brillantissimi della squadra, hanno fatto sì che nelle partite del recente passato si alzasse qualche coro contro la presidenza, accusata da più parti di aver disatteso le aspettative e dell’immobilismo in fase di calciomercato. Arrivati a febbraio e finalmente chiusa anche la parentesi, che io reputo troppo lunga ed estenuante, del predetto calciomercato, finalmente si può tirare le somme ed il pubblico presente in questo pomeriggio all’Armando Picchi non sembra dunque aver apprezzato le mosse della società. Il Livorno che avrebbe dovuto “ammazzare” il campionato per il momento balbetta, resta pur sempre nelle zone alte della classifica ma non riesce ad insidiarsi su quella vetta che consentirebbe la promozione nel calcio professionistico.
Contro il Ghiviborgo il primo coro lanciato dalla curva, o comunque da una parte di questa, è contro il presidente Esciua, mai veramente amato dalla piazza, la quale gli addebita diverse dichiarazioni non proprio gradite. Al netto di qualche errore nella valutazione della squadra e dei componenti della società che vi potrebbe anche stare, la diatriba più evidente tra curva e presidenza è stata quella sulla questione palestinese: la Curva Nord storicamente è sempre stata vicina, con parole e simboli ed in taluni casi anche con gesti concreti, alla popolazione palestinese mentre il presidente, ebreo brasiliano, non ha mancato occasione per dichiararsi infastidito dall’eccessivo sventolio in curva di bandiere palestinesi. Le accuse più o meno velate che si sono scambiate inizialmente le due fazioni, sono state il preludio a quella rottura definitiva che poteva essere l’unico sbocco possibile a tali premesse. Determinante dunque la questione politica, elemento che ha fatto saltare il banco, prova ne è il fatto che ultimamente, nonostante le presenze allo stadio non siano così numerose come nel passato, non mancano una serie di bandiere palestinesi trovano spazio in curva in aperta contestazione verso la presidenza, oltre che per ovvia solidarietà alla causa mediorientale.
Situazione ambientale perciò non ottimale, a questo possiamo aggiungere il recente cambio di allenatore così arriviamo a questo pomeriggio dove i numeri allo stadio si attestano sugli stessi di inizio stagione con la curva che può poggiare su quello zoccolo duro che sembra impermeabile al risultato sportivo.
Oggi c’è inoltre l’occasione di rinsaldare il legame che lega Livorno con Marsiglia, una delegazione di ultras marsigliesi infatti si presenta in Curva anord con pezza al seguito ed uno striscione in ricordo di Stefano Mantovani, uno dei fondatori dei Fedayn Livorno deceduto poche settimane fa. Al di là di questo, la Nord anche in questo pomeriggio si fa sentire per tutta la durata dell’incontro, un paio di fumogeni vengono accesi ad inizio partita e qualche bombone viene esploso durante la stessa, infine c’è da segnalare lo striscione esposto per i due italiani accusati di aver partecipato all’aggressione a Budapest durante il “Giorno dell’onore”.
Sul terreno di gioco la squadra amaranto riesce ad avere la meglio sul Ghiviborgo, una vittoria netta più di quanto dica il risultato e nel finale i calciatori vengono applauditi sotto la Curva. Se i tre punti e la buona prestazione fanno sperare in una pronta risalita, l’ascia di guerra con il presidente non sembra possa essere dissotterrata. Quelle bandiere evidentemente sono la base del disaccordo e non vengono ammainate fondamentalmente perché sono gli ideali, per loro stessa natura, a non poter evidentemente essere ammainati.
Valerio Poli