Questa partita si gioca il 21 gennaio, data che ai più potrebbe risultare anche priva di qualsiasi rilevanza storica ma che a Livorno riveste un peso non di poco conto. Il 21 gennaio 1921 nasceva infatti, proprio nella città toscana, il Partito Comunista Italiano, anniversario che non può passare inosservato in una città dove certe idee, anche ai nostri giorni, fanno ancora breccia.

Se Livorno e i suoi cittadini sono protagonisti nella mattinata delle varie commemorazioni nei luoghi simbolo della storia, la Curva Nord non può fare a meno di ricordare a sua volta questa data visto che, ormai da diversi anni, la vena politica ha assunto una rilevanza di un certo spessore in una curva che, anche nel passato remoto, non aveva mancato di esporsi su alcune tematiche sociali pertinenti. Poi si può star qui a discutere sull’opportunità di esporsi in maniera netta ed inequivocabile su alcuni temi e si può discutere se ed in quale maniera sia lecito introdurre l’aspetto politico in un contesto come quello sportivo, ma tant’è: a dispetto di chi ha scelto una ortodossia prettamente ultras che esclude in tronco la politica, fa ancora da contraltare chi invece pensa e agisce secondo la convinzione che tutto sia politica ed anche esprimere un certo antagonismo sugli spalti sia in tal senso ancora necessario e nient’affatto anacronistico.

Parlando invece di calcio, che non sia l’annata migliore a Livorno è un dato ormai assodato, basta guardare la classifica di serie D per notare come la squadra non riesca ad insidiarsi con regolarità alla testa della classifica malgrado i proclami estivi fossero di tutt’altra risma. Nonostante tutto, uno zoccolo duro è presente in Curva Nord e dato loro merito di questo è altresì necessario ripartire dai numeri attuali per fare un’analisi su una partecipazione complessiva che, stagione dopo stagione, ha visto ridurre drasticamente il proprio apporto, segno di uno scollamento ormai evidente tra squadra e città che parte da molto lontano.

La curva parte in ogni caso col piede sull’acceleratore e dopo qualche coro per la squadra, mette in opera la coreografia per commemorare la data del 21 gennaio: a centro settore viene fatta calare l’effige di Ilio “Dario” Barontini con ai lati una strofa della canzone di Fausto Amodei “Per i morti di Reggio Emilia”. Buono il colpo d’occhio e nell’occasione non mancano i cori di natura politica che trovano una larga fetta di pubblico compiacente, segno che almeno in terra labronica, il connubio calcio – politica ha ancora degli estimatori.

Sulla stessa onda è sempre la curva che rimarca, semmai ce ne fosse bisogno, la propria posizione su una recente polemica, ancora una volta di natura politica: uno striscione traccia le loro distanze dalla recente commemorazione per le vittime di Acca Larenzia dove i saluti romani dei presenti hanno scatenato l’opinione pubblica. Anche in questo caso sarebbe necessario contestualizzare prima di fare delle valutazioni visto che il duplice omicidio del 1978 a Roma è sempre stato commemorato dai militanti di estrema destra. Verosimilmente gesti e parole nel tempo sono mutati davvero di poco ma solamente oggi ci si stupisce, condannandoli con una retorica che stride non poco, soprattutto in bocca a soggetti che quando sono portati ai vertici dal gioco dell’alternanza politica, non cambiano certo la logica di subordinazione all’agenda politica dettata dall’alto, non la sovvertono di certo anteponendole le istanze che partono dal basso.

Terminato il lungo spazio politico, la Nord si concentra sulla squadra, il sostegno non viene meno, la gente spinge sull’acceleratore e non c’è un minuto di silenzio in tutta la partita. Qualche bandiera a colorare il settore, spunta qualche bandiera della Palestina a ricordare un massacro che continua a riempire le pagine dei quotidiani ma al quale non si riesce a mettere la parola fine, segno che probabilmente non c’è neanche la volontà di chiudere, in una maniera o nell’altra, un genocidio che dura da troppo tempo.

La curva espone anche uno striscione per ricordare Marco Mazza, per tutti Bubù, ultras pescarese deceduto ormai nel lontano 2006. Sugli spalti il tifo non accenna a calare ed anche nel finale di gara la squadra viene ripetutamente sostenuta ma dopo il pareggio finale ottenuto con il fanalino di coda Ponsacco, parte la contestazione a squadra e società con il presidente Esciua che sale sul podio come principale indiziato e responsabile di questa stagione, che per il momento vede molte più ombre che luci.

Valerio Poli