Serie D, mercoledì ore 14:30: basterebbe questo binomio per intuire quanto poco appeal possa generare una partita di calcio giocata in questo giorno ed a questa ora ma tant’è, il calendario impone questo turno perciò c’è solamente da ubbidire e constatare quanto il calcio, anche nelle categorie minori, andrebbe rifondato a misura di tifoso, progetto che non è minimamente in agenda visto che si continua ad inseguire il Dio denaro in barba ai tanti bei discorsi sull’etica dello sport ed ipocrisie simili.
Mille spettatori è la cifra che l’Armando Picchi riesce ad attirare, per l’occasione la gradinata viene chiusa con gli abbonati che vengono spostati in tribuna, dove il posto non manca, visto che il settore presenta larghi vuoti e non potrebbe essere altrimenti.
Anche la curva presenta larghi vuoti ma lo zoccolo duro degli ultras è comunque presente. Pezze e striscioni testimoniano che nonostante l’infausto giorno, la tifoseria non lascia sola la squadra. In tribuna si sistemano i ragazzi che comunemente occupano la gradinata, anche in questo caso la presenza è assicurata ed anche il sostegno, per larghi tratti della gara, non manca.
In curva il tifo inizia con il via delle ostilità, di tanto in tanto si alza pure qualche bandiera ma in definitiva è l’apporto vocale che caratterizza un pomeriggio che altrimenti sarebbe passato senza grossi acuti. Invece la curva anima la partita, il sostegno non viene mai meno, i presenti si divertono nonostante il terreno verde non offra grossi spunti tecnici.
Il Livorno passa in vantaggio già nella prima frazione e riesce a strappare i tre punti senza grossi affanni, i presenti sembrano apprezzare la prestazione dei giocatori che a fine partita salutano il pubblico tra applausi e cori.
Da menzionare lo striscione esposto per tutta la durata dell’incontro sulla vetrata della curva che punta l’indice sulla vicenda del traghetto Moby Prince andato a fuoco nella notte tra il 10 e l’11 aprile 1991 dopo una collisione con una petroliera davanti il porto di Livorno. L’incredibile sentenza dei giudici di Firenze asserisce che lo Stato non deve risarcire i familiari delle vittime ma, anzi, saranno le famiglie a pagare circa quindicimila euro di spese legali a favore dei ministeri della Difesa e delle Infrastrutture. Aspetto economico a parte, ancora non si riesce a mettere la parola fine su una vicenda che ha causato 140 vittime, ancora lo Stato non spiega come mai vennero lasciati morire dei cittadini a un tiro di schioppo dal porto di Livorno. Avanti col prossimo round.
Valerio Poli