Nel film Amici Miei Atto II c’è una scena dove il Melandri (Gastone Moschin) dice testualmente: “Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione”. Diciamo pure che ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Una partita di calcio nella quale non sarebbe volata una mosca, dove poteva pure non esserci un servizio d’ordine, una partita che per gli ospiti sarebbe stata l’occasione di mettere un piede in uno stadio con la S maiuscola, si è ridotta ad una scena tragicomica con la questura da una parte e i tifosi dall’altra.
Ma analizziamo la situazione dall’inizio, che vede la vendita dei biglietti per gli ospiti permessa solamente nei comuni di Poggibonsi e San Gimignano, senza considerare che i tifosi giallorossi risiedono anche in qualche altro comune limitrofo. Sarebbe stata una trasferta mozza fra chi poteva permettersi l’ingresso e chi invece sarebbe dovuto restare fuori dai cancelli oppure seduto sulla poltrona di casa.
I tifosi provenienti da Poggibonsi arrivano in effetti a Livorno, arrivano fin sotto il settore loro destinato ma preferiscono restare all’esterno, esporre uno striscione contro l’Osservatorio e questa assurda decisione, per poi tornarsene verso casa dopo aver intonato qualche coro di protesta. Che la scelta degli ultras sia condivisibile o meno fa poca differenza, sicuramente va apprezzata l’ostinazione di chi si è messo in viaggio con la convinzione di non vedere neanche un minuto di partita. La trasferta, come si dice in questi casi, è comunque timbrata ma resta l’amaro in bocca per una decisione assurda e soprattutto tardiva. Ed è bene ricordare che si tratta di serie D, a tutti gli effetti un campionato dilettantistico. Aggiungiamo pure che tra le due tifoserie non c’è acredine o rapporto particolarmente teso, l’unica discriminante è che Poggibonsi si trova in provincia di Siena e tra i bianconeri e gli amaranto c’è una rivalità regionale piuttosto accesa. Se proprio vogliamo dirla tutta, i rapporti tesi ci sono tra senesi e poggibonsesi, due tifoserie separate da una quarantina di chilometri, praticamente vicini di casa. E se vogliamo continuare a dirla tutta, gli ultras giallorossi in questa stagione si sono presentati a Siena e sono entrati nel settore ospite del Franchi. Trovare logica o coerenza è veramente compito impervio.
Ormai non si proibisce più per reali pericoli d’ordine pubblico, non si proibisce più per punire una tifoseria che si è macchiata di qualche episodio sopra le righe ma si arriva a proibire per puro esercizio del potere, semplicemente per non fare più nemmeno il minimo sindacale con quella spocchia di chi è conscio di dettare le regole del gioco e poterle rigirare in proprio favore o vessando i cittadini come e quando pare a loro.
Una ventina di semplici tifosi del Poggibonsi sono comunque presenti nel settore, gente che è venuta a Livorno in una domenica soleggiata per godersi una partita, gioire per una vittoria insperata e tornarsene a casa contenta per il pomeriggio trascorso. All’appello manca inevitabilmente la fetta degli ultras, di quelle persone che avrebbero ravvivato e colorato un settore che in questa domenica resta spoglio e silente. Continuare a credere che il calcio sia della gente è come continuare a credere a Babbo Natale quando hai l’età della patente di guida.
Il Livorno viene da una pesante sconfitta subita nell’ultima trasferta ma nonostante uno stop inaspettato per la portata del risultato, il pubblico resta sui soliti standard con una curva che tutto sommato regge bene l’urto, mentre i restanti settori lasciano un po’ a desiderare. Malgrado il pesante stop patito anche quest’oggi, la squadra continua a dominare un campionato ormai vinto, manca solo la certezza della matematica ma la strada imboccata sembra proprio quella giusta.
Ultras amaranto che anche in questo pomeriggio non si fanno mancare nulla, sia dal punto di vista vocale che da quello estetico. La curva si mostra viva, colorata e molto coinvolgente, la squadra viene incitata fino alla fine e al termine della partita qualche fischio arriva dalla tribuna, mentre la curva chiede solamente di mettere in campo più carattere. Niente di drammatico quest’ulteriore stop ma la speranza dei tifosi è di chiudere prima possibile un campionato dominato fin dalle prime giornate e lasciarsi alle spalle il purgatorio del dilettantismo.
Da segnalare anche in gradinata l’attivismo della Zona Sud con l’esposizione di tre striscioni che toccano tematiche diverse, nella seconda frazione i cori si fanno più incisivi e costanti per un gruppo che continua a far parlare di sé: nove anni di vita e qualche intemperanza di troppo. Che dal loro punto di vista è ovviamente un motivo di vanto.
Valerio Poli