Giornata soleggiata ma fredda a Livorno dove è ospite il Pontedera, paese in provincia di Pisa che ormai a livello di serie C è una realtà consolidata, con qualche bel campionato alle spalle e con una tifoseria che negli anni ha fatto della presenza costante un dogma da rispettare.

In questo pomeriggio, a far visita agli ultras della Curva Nord arrivano i gemellati di Marsiglia, esattamente il Commando Ultrà, un gruppo storico del variegato mondo ultras francese che in questi decenni ha strizzato più di una volta l’occhio al panorama ultras italiano, tanto da instaurare un gemellaggio anche con la tifoseria doriana. Questo gemellaggio che travalica i confini nazionali non è naturalmente un caso isolato, recentemente sono molti i rapporti tra tifoserie di diverse nazioni e se un tempo questo “privilegio” era destinato solamente ai gruppi ultras più noti, oggi pure curve medio – piccole si possono fregiare di avere un gemellaggio o comunque un’amicizia con una o più tifoserie straniere.

In passato furono proprio le tifoserie francesi a ispirarsi al nostro modello di tifo, osservando, imparando ed importando un’organizzazione, un modo di tifare ed una fantasia che hanno contraddistinto l’ultras italiano per diversi decenni. Lo ripeto all’infinito perché credo in ciò che penso, se in Italia difficilmente esportiamo la nostra cultura ed il nostro modo di pensare, sul piano del tifo e del vivere lo stadio, possiamo tranquillamente affermare che almeno metà Europa ci ha visto, soprattutto nel passato, come maestri del tifo, tanto che sono note ed indiscutibili diverse “scopiazzature” del modello italiano. Perfino tra i britannici, poco inclini a modificare il proprio modo di intendere lo stadio, hanno preso spunto dal modello italiano ed andando ancora avanti con le analogie, pure in Africa, soprattutto nella zona mediterranea, e nel lontano Oriente, abbiamo assistito a gruppi ultras che si rifanno nei nomi, nel materiale e nella concezione di tifo, a quello italico. Questo per dire che il tanto bistrattato ultras ha appassionato intere generazioni di ragazzi nostrani ed influenzato altrettante generazioni di giovani stranieri, a conferma di come la controcultura ultras non sia mai stata e non è una futile moda che si esaurisce in un amen.

Padroni di casa che – tornando all’attualità – partono con il tifo in concomitanza con l’inizio delle ostilità. A livello di colore vanno segnalate diverse bandiere ed un paio di torce che vengono clandestinamente accese durante la partita. Il tifo è continuo e se nella prima parte la partecipazione è decisamente buona, nel secondo tempo e soprattutto nella parte finale dello stesso, a cantare resta solo lo spicchio centrale. A parziale giustificazione c’è da dire che il risultato catalizza e non poco l’attenzione dei presenti ma comunque il tifo, quando ingrana la marcia, è un bel sentire.

Ospiti che si presentano in un buon numero, il bacino d’utenza difficilmente può offrire molto di più, la trasferta è tra le più agevoli e gli ultras granata cercano di ben figurare. A livello estetico non lasciano nulla al caso, fanno un bel quadrato dietro il proprio striscione ed intonano qualche coro anche nel prepartita.
Nel momento dell’ingresso in campo delle squadre, si fanno apprezzare per lo sventolio di parecchie bandierine granata, poi partono con i cori che coinvolgono quasi tutti i presenti.

Gli ultras si sistemano nella parte bassa e provano a trascinare il pubblico restante, aspetto questo che ottiene il risultato sperato fino a circa metà della prima frazione, poi avviene un’evidente scollatura e a tirare le fila del tifo resta lo zoccolo duro della tifoseria granata. Sostegno che anche in questo caso non delude, il tifo è continuo mentre a livello di colore un paio di bandiere fanno tutto il loro dovere.

Un po’ a sorpresa è il Pontedera ad aggiudicarsi l’intera posta in palio, a fine partita i giocatori granata si portano sotto il settore per lo scambio di applausi con gli ultras, felici come non mai, ma anche la curva di casa applaude i propri giocatori chiosando la prestazione con gli immancabili cori verso i gemellati marsigliesi, cori che si vanno a sommare a quelli intonati per tutta la partita, a sottolineare un rapporto che nonostante l’incedere del tempo resta ben saldo.

Valerio Poli