L’ultimo precedente tra le due squadre si rifà al campionato 1958-59 e questo dato ci fornisce l’ovvia ed assoluta certezza della mancanza di pregressi rapporti fra le due tifoserie.

Pordenone è una società in rapida ascesa, così in queste stagione anche i suoi tifosi hanno cominciato a farsi conoscere calcando i gradoni di qualche stadio nobile, non ultimo quell’Artemio Franchi e quei play off persi contro il Parma che gridano ancora vendetta. Quell’occasione fu, tra le altre cose, la prima volta in cui vidi all’opera la tifoseria neroverde, magari l’occasione piuttosto importante alterò numeri ed impegno profuso, ma mi restò la sensazione di una realtà che poteva svilupparsi nonostante alcune difficoltà evidenti, non ultima quella posizione geografica che la colloca abbastanza distante da molte realtà della Penisola.

Piccole realtà crescono, si usa dire, ma in alcune occasioni quello che manca è la continuità, la costanza nell’essere presenti ed attivi, perché in fin dei conti il numero è importante ma quando non ne puoi fare un vanto, cercare di dare il proprio contributo alla squadra, essere presenti e comunque farsi notare, sono aspetti che diventano immediatamente fondamentali.

Anche in questo pomeriggio la tifoseria neroverde è al proprio posto, e già questo è aspetto da non sottovalutare, ma oltre ad una semplice presenza, gli ultras promuovono un tifo continuo e pure colorato che li rende protagonisti. Ora serve una continuità d’azione, la stessa voglia ed il solito impegno profuso in questa occasione andrebbe portato in giro per lo Stivale, impresa non certo facile per chi vive in un territorio con evidenti difficoltà logistiche. Intanto applausi ai presenti per non essersi mai adagiati, mai rinunciato ad incitare la squadra, mai seguito passivamente l’incontro.

Tifoseria di casa che si presenta con qualche vuoto di troppo nei diversi settori dello stadio, la curva risponde invece abbastanza bene con gli ultras che, nonostante le tre sconfitte consecutive, si stringono attorno alla squadra e, giustamente, la sostengono fin dalle prime battute dell’incontro.

Un paio di bandieroni sventolano per tutta la durata della partita, il tifo è propositivo e si alza senza troppi problemi, con una bella fetta di curva che segue le indicazioni provenienti dalla balaustra. La vittoria finale butta benzina sul fuoco ed il tifo termina in crescendo con la squadra chiamata a gran voce sotto la curva per i reciproci applausi e per qualche indumento che finisce al di là della vetrata.

Un paio di cori finali contro i cugini pisani ricordano che il derby è la partita più sentita di tutta la stagione: il timore e la preoccupazione esistono per qualche cervellotica decisione che potrebbe scaturire per partite come questa. Il calcio è della gente dicono, proviamo a continuare a crederci malgrado sia poco più che una favola da raccontare ai bambini dell’asilo.

Valerio Poli