Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Questa è una frase cult del film Amici miei del 1975, autentica pietra miliare del cinema soprattutto per i toscani, frase pronunciata da Giorgio Perozzi, alias Philippe Noiret, doppiato da Renzo Montagnani.

Riportando la domanda ai nostri giorni ed in ambito sportivo dobbiamo dare una risposta più netta: il genio è colui che ha deciso di far giocare una partita di serie C di mercoledì (e fin qui passi pure) alle ore 16:30.

Il genio è costui, o sono coloro, che ogni volta si meravigliano della moria di spettatori negli stadi italiani, quelli che si meravigliano del fatto che i ragazzini non giocano più a calcio, quelli che continuano a meravigliarsi del fatto che la Nazionale non ha un adeguato ricambio generazionale. Ma lo si vede in che direzione va il nostro calcio? E la colpa? Oh sì, certo, l’adesivo di Anna Frank. Via, su, parliamo dei mostri che hanno attaccato un adesivo in una curva, peraltro non la loro, dello stadio Olimpico. Non dico che il male assoluto siano gli orari delle partite, ma indubbiamente dobbiamo fermarci un attimo e pensare seriamente come poter risollevare uno sport che negli anni ’80 teneva sulla corda metà popolo italiano. E pensare poi che in quegli anni gli stadi, curve in primis, non è che fossero popolate da suore e frati e il livello di violenza era di molto superiore ad oggi. Eppure gli stadi erano pieni, magari erano scomodi, brutti, senza comfort, ma pieni. Cos’è cambiato? Provate a fare delle ipotesi, a verificare dove si è intervenuti.

Visto il giorno ed orario della gara non mi aspetto il pubblico delle grandi occasioni. Al peggio non c’è mai fine ed il pomeriggio si presenta con una fastidiosa pioggia, a tratti anche insistente, che accompagna praticamente tutta la partita. Ovvio che gli indecisi alzino bandiera bianca e restino tra le quattro mura domestiche oppure, più probabilmente, sul posto di lavoro. Eppure i presenti non sono pochi, o almeno viste tutte le difficoltà mi sarei aspettato ben di peggio.

Gli ospiti sono una ventina, tutto sommato numero che va al di là di ogni mia più rosea previsione. La Curva Nord si presenta con un bel gruppo nella parte centrale e un discreto contorno, il tutto esaurito non è nemmeno sfiorato, ma comunque un bell’applauso i presenti se lo meritano proprio.

Ad inizio partita, mentre la curva sta prendendo forma, i padroni di casa aprono uno striscione: “Che torni lo sport della gente e non delle televisioni…no al calcio dei padroni”. Se il messaggio è condivisibile, ormai la mente mi torna indietro di parecchi anni, quando furono fatte delle battaglie per avere il calcio alla domenica, battaglie ed iniziative portate avanti seriamente dalla solita minoranza che ha dovuto soccombere di fronte all’evidenza. Poi di battaglie ne son seguite altre, ma sempre con scarsi risultati, il mondo ultras difficilmente ha saputo fare fronte comune e questo, a mio parere, è uno dei più grossi difetti di un mondo che troppe volte vuol fare dell’individualismo il proprio cavallo di battaglia.

Cinque minuti con lo spicchio centrale vuoto per scelta, contro l’orario dell’attuale incontro, poi la Curva Nord scalda i motori e riesce ad incidere sulla partita. Il tifo vive di folate improvvise ma lo standard richiesto è raggiunto senza troppi problemi e a dirla tutta, si esprime in un tifo più che positivo. La curva recepisce bene le indicazioni che partono dalla balaustra, in alcune fasi il tifo è caloroso e partecipativo e si concentra, quasi scontato questo, su voce e mani visto che a livello di colore è difficile offrire qualcosa.

Gli ospiti si fanno notare per parecchi battimano e per qualche bandiera sventolata, sono diversi i tricolori portati all’Armando Picchi e sono l’antipasto per qualche coro offensivo che si scambiano le due fazioni. Gli ospiti rimarcano il fatto che in Toscana hanno una ed una sola amicizia, Lucca, per il resto non nutrono spiccate simpatie.

Sul campo la Viterbese soccombe dopo una prima fase di sostanziale equilibrio, gli ultras non demordono e tifano fino al doppio svantaggio, poi hanno un calo inevitabile e fisiologico visto che la partita è alle porte del novantesimo minuto. Il triplice fischio finale decreta la vittoria della squadra amaranto per 3-0, i giocatori si portano sotto la curva per i saluti di rito con i tifosi che si lanciano negli ultimi cori della giornata.

Valerio Poli