Dopo le ultime gare in cui non avevo potuto ammirare tifoserie ospiti al PalaTiziano, finalmente ho l’opportunità di assistere ad un confronto degno di nota anche sugli spalti. Lo scenario è quello offerto dalla sfida tra la Virtus Roma e la Reyer Venezia, squadra che quest’anno veleggia saldamente nei primi posti della classifica.

Raggiungo il palazzetto in macchina e, uscendo dalla Tangenziale, sbuco proprio di fronte al settore ospiti dove, una quarantina di minuti prima del fischio d’inizio, stazionano già una cinquantina di tifosi orogranata. Immaginavo un numero più massiccio rispetto agli anni passati, visto l’andamento della squadra e la rivalità nata lo scorso anno, ma devo dire che rimango ugualmente ben impressionato. Ago della bilancia dell’inimicizia, manco a dirlo, gli avellinesi, storici gemellati degli ultras reyerini.

Ritiro il mio accredito ed entro, spinto anche dalla pioggia che senza preavviso ha cominciato a cadere con goccioloni fastidiosi e imperterriti. Gli spalti sono abbastanza gremiti, soprattutto se si pensa al pessimo campionato disputato sinora dalla Virtus, che vede i capitolini a sole sei lunghezze dalla zona retrocessione. I supporters veneziani hanno appeso le loro pezze e quella dei Panthers è chiaramente in prima linea, affiancata dagli altri drappi che caratterizzano il tifo veneto.

Poco prima che la gara inizi, fanno il loro ingresso anche le Brigate, ingaggiando subito un duello dialettico con i dirimpettai. Poi è il turno di sostenere le rispettive squadre, e l’attesa non verrà delusa. I capitolini ci sono e danno dimostrazione di coesione con manate compatte e cori tenuti a lungo, oltre ai soliti “Tutti in piedi per questa Virtus”, fatti quando la squadra infiamma il pubblico, con l’intenzione di trascinarsi dietro il palazzetto. Ovviamente la loro unica pecca, se si vuol trovare il famigerato pelo nell’uovo, è l’aspetto numerico, ma è inutile soffermarsi sui perché di questo problema, ho già speso troppe parole sulla distanza che il romano avverte nei confronti della pallacanestro. Figuriamoci poi se si tratta di sostenerla addirittura nel settore più acceso.

Per quanto concerne i veneziani, mettono in mostra una prova davvero positiva. Nei primi due quarti il tifo si mantiene su standard buoni, per poi diventare ottimi negli ultimi 20’, quando la squadra distanzia la Virtus e va a conquistare la vittoria. Molto belli i battimani, i cori a rispondere e la sciarpata eseguita nel finale. Finalmente riesco a vederli al pieno delle loro capacità, visto che nei due anni precedenti, pur risultando sempre colorati, avevano offerto prestazioni a luci alterne, molto distanti dall’idea che mi ero fatto vedendo le partite della Reyer giocate al Taliercio.

Come detto, in campo la spuntano i lagunari, grazie agli ultimi due quarti dove mettono in mostra tutta la loro superiorità. Per i romani però non ci sono fischi, ma applausi dei tifosi che riconoscono l’impegno profuso sul parquet contro un’avversaria di rango. Me ne vado con gli ultimi battibecchi tra le opposte fazioni e la pioggia che, costante più dell’Inter di Herrera, sta cadendo sull’asfalto.

Simone Meloni.

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