La serie A francese, dal 6 agosto, ha ripreso le sue attività e non potevo mancare per il previsto e contestuale ritorno del pubblico sugli spalti. In Francia, le autorità hanno deciso per la riapertura degli stadi ma con modalità variabili a seconda del tasso di contagi del Covid a livello provinciale. I prefetti son quelli che possono decidere, e tranne a Montpellier per la giornata dove la capienza è stata limitata al 50% del impianto, nelle altre città gli stadi sono stati riaperti al 100% per chi ha “Green pass”, un test negativo o ha già contratto ed è guarito dal virus.

La grande maggioranza degli ultras francesi ha deciso di presenziare negli stadi, tranne alcuni gruppi che preferiscono aspettare alla finestra.

Ho scelto la Bretagna per poter vedere due partite in due giorni. Questa regione, il “far west” francese a livello geografico, può vantare una tradizione molto forte calcisticamente. La stagione 2020/2021 lo dimostra appieno, con il Nantes, il Rennes, il Brest ed il Lorient in serie A e il Guingamp in serie B. Ognuno dei cinque dipartimenti che compongono la Bretagna (Côtes d’Armor, Finistère, Ile-et-Vilaine, Loira Atlantica e Morbihan), ha dunque la sua squadra di calcio ad alti livelli.

La Bretagna ha un identità molto forte, la sua popolazione ha origine celtiche: arrivò dall’attuale Gran Bretagna, per occupare questa penisola. La zona ha una lingua propria ed una bandiera. Ha conosciuto uno sviluppo economico importante grazie al mare e il suo primato marittimo era famoso ed indiscutibile. Unitosi alla Francia nel 1532, il Ducato di Bretagna perse la sua autonomia. Nel 17° secolo diverse guerre indebolirono la regione che entrò in una profonda crisi economica che durò ben tre secoli.

La rivoluzione francese vide la Bretagna dividersi in cinque dipartimenti (le province francesi) mentre nel 1941, la Loira Atlantica (dipartimento di Nantes) viene staccata dalla Bretagna per decisione del governo filo-fascista francese. La Francia, per chi non lo sapesse, è uno stato molto centralista, e nonostante il desiderio della gente e della classe politica locale di riunificare le cinque provincie, la Bretagna a tutt’oggi, ufficialmente ne conta solo quattro. Storicamente però la Loira Atlantica è bretone, difatti gli ultras del Nantes esibiscono abitualmente la bandiera bianconera bretone.

Il mio week-end calcistico comincia dunque a Lorient, nel Sud di questa penisola. Questa città di 57.000 abitanti non è poi molto bella da vedere. Il centro storico non offre niente di particolare, ma la sua posizione e le spiagge a pochi chilometri della città, e soprattutto il suo festival di musica Interceltica, ne fanno una ricercata destinazione turistica. Nodo navale strategico, conta ben cinque porti. Affacciata sul fiume Scorff, Lorient fu fondata nel 1666 dal regno francese per costituire un porto protetto per il commercio con l’oriente (da cui deriva il nome della città). Decisivo fu il ruolo della Compagnia francese per il commercio con le Indie orientali nella fondazione, ma è durante il 18° secolo che la città conosce un vero sviluppo con il commercio triangolare. Lorient divenne anche un importante porto militare su spinta della Marina Reale francese. Tradizione che sarà poi rilanciata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale che costruirono a Lorient la più grande base di sottomarini. Per queste installazioni strategiche, la città sarà rasa al suolo dai bombardamenti alleati dal 1943 al 1944.

A livello calcistico, la squadra locale ha fatto parlare di sé durante gli anni settanta, con una prima apparizione in serie B (dal 1967 al 1977) per poi fallire. Ritroverà la serie B nel 1995 e approderà, per la prima volta in serie A nel 1998, con il carismatico allenatore locale Christian Gourcuff. Dal 1998 al 2021, il Lorient giocherà per ben 15 stagioni in serie A e vincerà anche il suo primo ed unico trofeo, la Coppa di Francia nel 2002. Questo successo, permetterà al Lorient di giocare le sue uniche due partite in Europa League, contro il club turco del Denizlispor nel settembre 2002.

In occasione del ritorno del Lorient in serie B nel 1995, nasce il primo e unico gruppo ultras di Lorient, i Merlus Ultras. Il merluzzo è il pesce simbolo della squadra (compare sullo stemma) ed è diventato naturalmente il nome del gruppo. Fondato nel 1925 sotto il nome di Marée Sportive (“Marea sportiva”), questa squadra corporativa di pescatori sparisce dopo un anno, ma subito dopo, il 2 aprile 1926, nasce l’FC Lorient. I colori rossoblu della Marée Sportive lasciano spazio all’arancione e al nero. Perché questa scelta? Semplicemente per via del colore della camicetta di Charlotte Cuissard, sorella del primo Presidente, presente durante la fondazione del Football Club di Lorient.

Arrivo preso lo stadio Yves Allainmat, mezz’ora prima dal fischio d’inizio. L’impianto è soprannominato da tutti Stade du Moustoir, dal nome della zona della città dove si trova. Quest’impianto è cambiato molto dalla mia prima visita un quarto di secolo fa. La mia prima partita fu nel settore ospite per un Lorient-Marsiglia di serie B nel marzo del 1995. All’epoca, lo stadio era molto diverso perché era un velodromo e aveva due piccole gradinate coperte e due curve. Assomigliava molto a quello di Carpi, per intenderci. Con la prima promozione in serie A, lo stadio ha cambiato progressivamente fisionomia. Oggi è uno stadio all’inglese, con una gradinata nuova su due piani, la gradinata sud con due anelli (sede dei Merlus Ultras), la gradinata nord mentre solo i vecchi distinti son rimasti come li ho conosciuti. Ma tra poco, anche questo settore dovrebbe lasciare spazio a una nuova gradinata moderna e più grande. Oggi la sua capienza è di 18.500 posti, ma stasera, il settore che dovrebbe essere demolito è chiuso al pubblico, dunque ci saranno circa 14.000 spettatori sugli spalti.

La partita di stasera è anticipata per esigenze televisive alle 21 di venerdì. È strano tornare a vedere la folla, sembra che questi tifosi siano andati allo stadio l’ultima volta due settimane fa, non sembra che manchino da un anno e mezzo. Il controllo del Green pass è fatto da studenti ed è molto tranquillo, poi, una seconda coda per controllare il biglietto e via per la perquisizione. Mi servono cinque minuti per entrare dentro lo stadio Se un qualunque ultras italiano fosse presente avrebbe un malore. Qua non esistono tornelli, biglietti nominali ed il prezzo è veramente popolare. Si può andare in gradinata sud, il feudo degli ultras locali, per 5€ ed infine, gli ospiti possono comprare il biglietto la sera stessa al botteghino del loro settore.

Il tempo è molto bello e il sole risplende quando le squadre entrano sul campo. I Merlus Ultras propongono anche una scenografia. Un telone parte del secondo anello e ricopre la gradinata Sud. Questo tipo di scenografie è la specialità degli ultras arancioneri. Lo spettacolo è eseguito in maniera perfetta e si può leggere la denominazione del gruppo, sormontata dai colori della Bretagna e sotto da quelli della squadra. C’è anche il nome della loro città “An Oriant” in bretone. Nel settore ospite arrivano gli ultras del Monaco. Saranno una ventina di ultras, con una cinquantina di tifosi biancorossi ad appoggiarli.

Il tifo parte bene, la tifoseria locale può contare su un blocco di 250/300 persone che cantano. L’unico problema è che il resto della gradinata sud non segue veramente. Ma questo è tipico della Francia, dove rispetto all’Italia, manca il contorno, cioè tifosi o meglio “curvaioli”, che danno un impatto maggiore al tifo. Qua è il contrario e nella gradinata di fronte a quella degli ultras locali, ci sono alcuni tifosi di un club, “Lorient Tango supporters”, una decina circa, con un megafono e due grancasse, ma il loro tifo è una tortura per le orecchie e in un contesto extracalcistico, questa gente finirebbe in un manicomio.

La sorpresa viene dal settore ospite. Gli ultras del Monaco riescono a più riprese a farsi sentire durante la partita, nonostante il numero esiguo. Peccato che non siano continui, ma devo dire che fanno una bella figura, anche se potevano essere sicuramente più colorati, visto che non hanno bandiere o stendardi. Nel secondo tempo si fanno notare con uno striscione, per un ragazzo del gruppo prematuramente scomparso, a cui dedicano anche uno stendardo.

Al 31° del primo tempo il Lorient segna e lo stadio esplode letteralmente. Nel secondo tempo, il tifo dei Merlus Ultras è sempre continuo e regolare, anche se in alcuni momenti il livello vocale non è al top. Ma il gol di vantaggio aiuta i Merlus Ultras e verso la fine della partita, a più riprese il loro tifo si estende e riesce anche a far alzare in piedi tutta la gradinata sud per spingere il Lorient alla vittoria. Ci saranno anche due torce accese di nascosto, qualche minuto prima della fine. Quando l’arbitro dichiara conclusa la partita, i giocatori del Lorient vanno a festeggiare la vittoria ringraziando gli ultras locali. Nel settore ospite, nonostante la sconfitta, i tifosi biancorossi tributano un applauso ai loro giocatori. La mia prima tappa calcistica francese della stagione si conclude a Lorient, ma non il mio week-end sugli spalti che prosegue con una seconda tappa 135 chilometri a nord-ovest.

Sébastien Louis