Quattro mesi dopo la più che emozionante sfida dell’andata, il “Derby du Lac” torna a “La Tuilière” sabato 1° marzo. Tuttavia, se questa volta la sfida è stata appannaggio dei ginevrini, è sugli spalti che ha cambiato volto, scatenando una vera e propria bufera mediatica e repressiva.
Domenica 3 novembre 2024. Il Lausanne-Sports, allora in grande forma, vince il suo primo derby del Lago in casa in due anni, continuando la sua ascesa fulminea verso la vetta del campionato. Bene anche il confronto fra le due tifoserie, tra cori, colore e provocazioni.
Eppure, quattro mesi dopo, è una sensazione di déjà vu quella che mi pervade mentre lascio il nord della capitale nel freddo siberiano, rivedendomi vivere quel famoso derby del dicembre 2023. Un derby che era degenerato prima, durante e dopo la partita, tra scambi di oggetti di ogni genere al passaggio del corteo ginevrino, interruzioni della partita, scontri con le autorità…
E la mia intuizione ha trovato conferma alla luce della tempesta mediatica e repressiva che si è abbattuta sul microcosmo calcistico lemanico in pochi giorni, con l’annuncio, martedì 4 marzo, della chiusura della Tribuna Nord e della Kop Sud per la prossima partita casalinga.
Ma torniamo indietro a questo sabato 1 marzo, e più precisamente alle 18:00 cieca. Perché è in questa sera gelida che si gioca un derby di capitale importanza, sia sul campo che sugli spalti. Come in ogni derby casalingo, la Kop Sud ha chiesto una mobilitazione generale di tutti i tifosi biancoblu. Ed è così che, verso le 18.30, un centinaio di losannesi si sono radunati nel parcheggio dello “Stade de la Pontaise”, per formare un corteo verso “La Tuilière”, distante meno di un chilometro. Una volta in marcia, il ritmo dello stesso è molto veloce, tanto da conferirgli un aspetto un po’ caotico e selvaggio, in particolare per numerosi petardi e razzi, insulti contro il rivale di Ginevra ed elogi per l’LS.
Soffia il vento da nord ma la temperatura aumenta improvvisamente quando i fuochi d’artificio esplodono nel cielo e gli edifici scintillano alla luce delle torce rosse, annunciando l’imminente arrivo della processione ginevrina. A differenza del derby di novembre il corteo sembra meno fitto, la composizione delle squadre invece, annuncia per la prima volta uno scontro ad alta quota, mentre la Tribuna Nord entra infine nel settore ospiti. È abbastanza strano sentire insulti verso i giocatori del Losanna e incoraggiamenti per i granata provenire dalla Tribuna B, che viene aperta solo per le grandi occasioni come questa.
Il club di casa organizza uno spettacolo di luci mentre un enorme coreografia viene dispiegata nella curva losannese. Un grosso bandierone copricurva che rappresenta un panorama della città di Losanna, dominata dalle montagne e uno striscione con la scritta “Défendre dignement les rives du Léman” (Regnare con dignità sulle rive del Lemano), cartoncini blu per rappresentare il lago Lemano e un altro striscione a completare lo spettacolo, “Arborer fierment le Bleu et Blanc” (Mostrare con orgoglio il blu e il bianco).
Le torciate sono onnipresenti sulle due sponde, con numerosi petardi durante tutta la partita. Una partita che in campo è relativamente equilibrata, in particolare a causa della tattica ultra-difensiva del Servette che alla lunga si rivela vincente, poiché la capolista del campionato riesce a spuntarla con un margine minimo, capitalizzando un rigore trasformato dopo un quarto d’ora di gioco.
La serata avrebbe potuto concludersi lì, nel frigorifero di Losanna, ma quando arrivo al corridoio della Kop Sud, sento odore di zolfo. Vengono indossati i passamontagna e la gente si raduna attorno a una porta di uscita dagli spalti, senza dubbio per prepararsi a un’improbabile carica ginevrina, poiché sarebbe impossibile accedere alla roccaforte dei Losannesi, soprattutto data la distanza, le grate e i cordoni della polizia antisommossa. Ma all’improvviso la tensione lascia il posto al caos, quando una pioggia di oggetti (bottiglie, torce) cade sui “robocop” appostati dietro la porta, che per tutta risposta usano spray al peperoncino e gas lacrimogeni. È passato molto tempo dall’ultima volta in cui ho dovuto mio malgrado respirarne il pungente odore, l’ultima in un derby contro il Sion sempre a “La Tuilière” nel maggio 2022.
Dopo cinque minuti di disordini, finalmente torna un po’ di calma, ma come già scritto prima, si ritorna tutti a casa con un sapore amaro in bocca e non per colpa dei gas lacrimogeni, quanto per la consapevolezza che questa sarà una delle ultime gare nell’impianto locale, visto che come facilmente pronosticabile, è lecito attendersi una lunga chiusura della Kop per le prossime partite.
Il successivo risveglio è simile a una sbornia senza alcol, poiché per i tifosi del Losanna e del Servette si prospettano ore molto buie, soprattutto in virtù dei tantissimi articoli pubblicati nei giorni successivi al derby. Mentre l’atteggiamento degli ultras viene ovviamente criticato, è frustrante notare le stesse carenze di sempre in materia di sicurezza e che nulla sia cambiato dal derby del dicembre 2023, men che meno l’indifferenza della stampa di fronte a quest’altro tipo di responsabilità.
Gli ospiti continuano a passare per la Kop Sud, solo che è arrivata questa assurda idea di bloccare il piazzale a centinaia di tifosi locali solo per far transitare i cortei avversari. Come una benda su una gamba di legno.
La spada di Damocle che pende su “La Praille” ginevrina e su “La Tuilière” si abbatterà martedì 4 marzo, con una punizione pesante anche più del previsto: la chiusura delle due curve per la prossima partita casalinga. La sanzione è severa e persino mortificante, perché se le autorità vodesi e il Losanna-Sport non faranno un’inversione di 180°, la situazione rischia di ripetersi nei prossimi derby, a meno che le criticità non vengano affrontate seriamente, senza lasciare zone grigie e promiscue in cui poi colpe e responsabilità vanno assurdamente sempre e solo da una parte.
Maxime Michelet