Ormai ciclicamente, con qualche amico, scatta la “voglia di evasione” da questo calcio nostrano per andare in cerca di qualcosa di interessante. Volo low cost e match di cartello in anticipo al venerdì per una classica Polacca fanno proprio al caso nostro. Wisla Krakow – Lech Poznan, Venerdì 31 Marzo ore 20:45.

Atterriamo nella bellissima città polacca intorno alle 17, e da subito, già al tassista chiediamo info sui biglietti, quelle stesse info che non eravamo riusciti ad ottenere dall’Italia. Risposta che gela il sangue “sold out”, il match è di cartello, terza contro sesta e divisi da una bella rivalità. Ma non ci perdiamo d’animo, dopo qualche birra (una pinta 5 zloty, circa 1 euro) nel bellissimo e animatissimo centro storico della città, seguiamo, carichi di speranza e tensione, il corso della Vistola e dei cori di gruppi di tifosi biancoblù che si avviano verso lo stadio.

Il flusso di gente è estremamente ordinato e il bellissimo Stadion Miejski (33mila posti), casa del Wisla, si presenta in mezzo ad un verdissimo parco. Niente varchi d’accesso, niente betafence, ma la sensazione che la polizia locale abbia tutto sotto controllo è tangibile.

Sono le 20:15 e inizia una frenetica ricerca dei tagliandi. Botteghini, come previsto, chiusi e lunghe file a tutti gli accessi, tribune e curve. Passiamo tranquillamente da un settore all’altro girando tutto intorno allo stadio senza nessun problema, ed è incredibile osservare come tutti, davvero tutti, indossino una sciarpa con i colori di casa.

Bagarini non sembrano esistere (alle varie richieste “secondary ticket”, e “we pay more”) le persone sembrano non capire, e questa la dice lunga sul nostro essere italiani.

Sono le 20:40, il match sta iniziando e sentiamo il “rombo” della curva di casa, ci stiamo per arrendere quando uno di noi prende l’iniziativa: un tizio, non proprio “freschissimo”, forse in attesa di alcuni amici si attarda all’ingresso e per i suoi biglietti di tribuna decidiamo di offrire  una cifra 10 volte superiore quella d’acquisto; il tipo tentenna, ma dopo un po’ accetta l’offerta: biglietti di un settore corrispondente al nostro Distinti, prezzati originariamente 5 zloty (circa 1 euro) presi a 50 (circa 11 euro): per noi un affare, per lui di più.

Il biglietto nominativo non viene controllato e saliamo di corsa le scale della tribuna, appena in tempo per vedere gli ultimi scampoli della coreografia. La curva è accesa da una torciata incredibile, rosso fuoco con centinaia di torce e cori potentissimi seguiti da tutto lo stadio. Alla nostra sinistra ci sono i tifosi di Poznan, circa 500 ben inquadrati.

La curva del Wisla sventola per tutto il primo tempo dei bellissimi bandieroni con il simbolo della squadra di casa. Intuisco dei botta e risposta con offese tra le due fazioni, cori potenti e bellissimi battimani.

Gli ospiti, poco colorati, si notano per treni e battimani durante tutto il match.

Qualche scaramuccia con i locali e solo un po’ di scena quando qualcuno cerca di scavalcare lo spazio a cuscinetto, il tutto gestito con estremo raziocinio dalle forze dell’ordine locali.

L’atmosfera è davvero suggestiva, spesso durante l’arco del match l’intero stadio si esibisce in delle fittissime sciarpate.

Da segnalare, ad inizio secondo tempo, l’esposizione di un drappo con lo stemma sociale della SS Lazio 1900. È noto infatti che i tifosi capitolini hanno una solida amicizia con i polacchi già da qualche anno, ma non sono riuscito ad appurare se ci fosse o meno una rappresentanza di ultras romani.

Il match fila via con uno scialbo zero a zero, e vi risparmierò la cronaca, davvero indegna di nota.

Al triplice fischio, come all’arrivo, un ordinato e rapido deflusso ci riporta verso il centro per “qualche birra”. Siamo davvero soddisfatti per aver assistito ad un bellissimo match (a livello ultas ovviamente) e con, se ce ne fosse ulteriore bisogno, la rafforzata convinzione che in Italia si continua ad andare nella direzione sbagliata (probabilmente in maniera voluta e sistematica) per quel che riguarda fruizione degli stadi, fidelizzazione, politica dei prezzi e tifo organizzato.

Marco Santovito.