La quarta giornata del girone B di Lega Pro si gioca in turno infrasettimanale, di martedì, e più specificatamente la partita che ho scelto, Maceratese-Ancona, si gioca nell’ orario serale delle 20:30.

La scorsa stagione non feci nessuna partita della Maceratese in casa, per cui, è dal campionato di serie D che non metto piede all’Helvia Recina. Durante il viaggio ho modo di pensare a come sarà cambiato questo storico impianto, visto che nell’ era moderna gli stadi devono avere dei requisiti particolari per avere la completa agibilità e quasi sempre vengono rovinati, perdendo completamente la loro vena storico-romantica.

Arrivo nei pressi di Macerata e parcheggio ad oltre un km di distanza dallo stadio, prevedendo che le strade siano chiuse data la particolarità della partita. Mai previsione fu più azzeccata e difatti, in prossimità dello stadio, le strade sono sbarrate così come il parcheggio adiacente, in barba ai molti spettatori locali che ne avrebbero usufruito ben volentieri, invece di girare a vuoto nei dintorni.

Lasciata la macchina cammino velocemente per circa un km e da lontano vedo i maceratesi fermi in mezzo alla strada, un centinaio circa, che sventolano bandiere ed accendono 5-6 torce intonando cori, per poi dirigersi tutti insieme davanti alle cancellate pronti ad entrare. Nel frattempo ho modo di vedere le cose fortemente cambiate con cancellate fisse fuori lo stadio che, simbolicamente e non solo, sembrano voler tenere lontani gli spettatori dagli spalti.

Arrivo alla cancellata che mancano ancora 25 minuti circa all’inizio del match e parlando con lo steward, aprendo che gli accrediti, così come i biglietti, si devono ritirare al nuovo botteghino perché quello vecchio è stato smantellato e non esiste più, ovviamente non sa darmi indicazioni sull’ubicazione dello stesso.

Così inizia la mia personale corsa contro il tempo: arrivo, chiedendo la strada ad un paio di tifosi che incontro, al botteghino e ritiro il mio accredito ma al momento della fatidica domanda dove devo andare per poter entrare… niente, cala il silenzio e la risposta gelida è non lo so, siamo nuovi. Quindi sempre di corsa mi dirigo all’entrata precedente e fortunatamente, almeno quella, non è cambiata rispetto a due anni fa. Passo i controlli, tanto per cambiare mi faccio un’altra corsetta e nel mentre, penso tra me e me che dalla Lega Pro in su o si arriva minimo un’ora prima, oppure si deve essere maratoneti per non rischiare di arrivar tardi con il fiatone e le gambe che ti chiedono pietà.

Metto piede sul rettangolo verde che mancano ancora 5 minuti e ho tempo di dare uno sguardo veloce sulle gradinate: curva nuova per i locali con l’aggiunta di qualche gradone, li si sente già cantare cori accompagnati da battimani, mentre nel settore ospiti i gruppi anconetani stanno ancora entrando ed alla fine saranno circa 300 per una trasferta infrasettimanale di una sessantina di km.

A livello coreografico i maceratesi fanno scendere un bel bandierone copricurva raffigurante un indiano con la scritta CURVA JUST, sotto di esso vengono accese delle torce tra cui delle big flash. Gli anconetani, entrando un po’ in ritardo, nei minuti iniziali sono ancora presi a sistemare le loro pezze sulla balconata.

Nella prima frazione tutte e due gli schieramenti si danno da fare, cantando abbastanza continuamente con tantissimi battimani, a maggioranza di marca anconetana.

Bella l’impostazione della curva maceratese con gli ultras che prendono posto nella parte alta e gli sbandieratori un gradino sotto, a sventolare le quattro bandiere per tutto il tempo. Gli anconetani non sono da meno, cantando con una buona intensità corale e sventolando sempre il bandierone con il simbolo storico dell’Ancona Calcio, più un’altra bandiera biancorossa ed uno stendardo.

Nel secondo tempo e nonostante il risultato bloccato sullo 0-0, le due tifoserie non demordono e continuano a tifare ininterrottamente, senza pause rilevanti, facendo tanti battimani mentre è sempre buono, oltre che continuo, lo sventolio delle bandiere.

Molto belli da vedere e soprattutto da sentire gli anconetani con la loro alta intensità corale. Da segnalare un coro cantato agitando le braccia prima tutti in alto e poi tutti in basso, quasi a voler pregare la squadra di segnare un gol che non arriverà.

In campo la partita finisce in parità e senza gol (ai punti avrebbe vinto la Maceratese, per quel che conta) e le squadre vanno sotto le rispettive tifoserie: applausi da parte locale mentre gli ospiti spronano la squadra a dare di più cantando il coro “Noi vogliamo gente che lotta”. Qualche scambio di battute tra tifoserie anche se durante la gara non c’è stato nessun coro contro.

Marco Gasparri.