Fermare i campionati avrebbe potuto avere un alto significato: esistono dei limiti oltre ai quali non si deve e non si può andare.
La narrazione che ci viene propinata é che sia necessario ritornare alla normalità.

A quale normalità dunque si ambirebbe ritornare, quella del profitto a tutti costi oltre qualsiasi ragione di buon senso?

Perchè il punto è proprio questo. Noi è quella normalità che rifiutiamo.

La LORO normalità.

Ci sono chiare incongruenze tra i dispositivi messi in atto per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus e la ripresa dei campionati.
Non è nostro interesse parlarne bene o male, tuttavia se si ritiene che gli assembramenti debbano essere evitati, allora i campionati vanno fermati.

In particolar modo quelli della terza serie le cui società non sono nelle condizioni di garantire neppure le minime misure igienico-sanitarie richieste e dove la formula che pare verrà adottata, i playoff su base volontaria, ci riporta alla mente le tante pagliacciate a cui abbiamo dovuto assistere in passato quando lo stato di emergenza non esisteva.

Il calcio è inimmaginabile con gli spalti vuoti. La sensazione è che la pandemia si stia trasformando in un pretesto per dare un ulteriore giro di vite, verso prospettive che definitivamente relegheranno i tifosi ad una condizione di semplici consumatori.

Le situazioni attuali potrebbero per certi versi avvantaggiare sul piano della convenienza spicciola l’Alessandria Calcio.

Nessuno ama i Grigi più di noi, ma eventuali insperati obbiettivi raggiunti ai playoff a queste condizioni, non ci apparterrebbero.

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