Dopo gli ultimi travagliati anni, vissuti sempre in bilico a causa di alcuni problemi legati all’utilizzo del suo stadio, finalmente il Manfredonia torna a sorridere potendo far affidamento sulle cosiddette “mura amiche” già dalla prima gara casalinga di questa stagione 2024/2025. Proprio al “Miramare”, uno degli stadi più particolari della Puglia, piccolo e accogliente con una dislocazione quasi unica, proprio a ridosso del mare, sulle spiagge del litorale sipontino, non poteva capitare esordio migliore che con gli amici di Fasano.

Personalmente ritorno a Manfredonia dopo svariati anni ma qui poco o nulla è cambiato: piccola e accogliente, la città resta uno dei tanti fiori all’occhiello della nostra amata Puglia. Una domenica mattina ventosa ma soleggiata trascorsa tra le sue vie affollate dove, tra piacevoli ricordi e curiosità, mi ritrovo a percorrere il bel lungomare cullato dalla vista a e dal suono consolatore dell’Adriatico, le cui acque vanno a perdersi all’orizzonte ai piedi del Gargano.

Tra un passo e l’altro raggiungo lo stadio “Miramare” situato proprio sul finire del viale, talmente vicino al mare che gli ultras del Manfredonia e del Fasano, quest’ultimi giunti largamente in anticipo per l’occasione, prima e dopo la gara possono rinsaldare il loro gemellaggio con uno sfondo dir poco suggestivo. Purtroppo non mi è possibile immortalare questi momenti in quanto le barriere del prefiltraggio, installate già svariate ore prima attorno allo stadio, impediscono di transitare facilmente attorno al perimetro dell’impianto sportivo e avvicinarmi come vorrei.

Tra le vie adiacenti, molti ragazzi dalla giovane età attirano la mia attenzione per via di sciarpe e maglie contraddistinte dai colori sociali, talvolta griffate “Gradinata Est”; gli stessi ragazzi che alla fine si sistemano nel settore di gradinata dove trova spazio il tifo organizzato “doniano”. Oltre ai tanti volti giovani che lasciano sempre ben sperare per il futuro, va dato atto che soprattutto negli ultimi anni, nonostante le basse categorie calcistiche, da queste parti il movimento ultras abbia saputo far quadrato e sia cresciuto notevolmente. Risultato del giusto connubio e di una ritrovata alchimia tra le vecchie e nuove generazioni, riuscendo a coinvolgere il resto della tifoseria alla partecipazione vissuta attorno alla squadra che rappresenta la propria città.

Buona la cornice di pubblico presente per questa gara, con i rispettivi settori che vanno riempiendosi man mano prima del fischio di inizio. Una giornata di festa che prende avvio con il classico giro di campo con i bandieroni, prima sotto il settore di casa per poi terminare il suo percorso sotto il settore ospite dove uno striscione trova poi completamento del suo senso con quello esposto dai propri gemellati: “Oggi più che mai dopo anni di rispetto e fratellanza… in alto i nostri colori nel nome dei nostri valori!”; striscione che fa da preludio ad una coreografia congiunta delle due tifoserie, che oltre ad accogliere l’ingresso in campo delle squadre sottolinea ulteriormente la sintonia fra le due anime del tifo qui presenti.

Ottimo l’approccio alla gara degli ospiti: un gruppo di oltre un centinaio di persone ben compatte nel settore, con il solito stile che sempre contraddistingue i fasanesi, molto asciutto ed essenziale, senza troppe sigle, con un tifo continuo e tutto incentrato su battimani, cori secchi spinti sempre al massimo e tante torce accese. Dall’altra parte i ragazzi che quest’oggi ritrovo nella gradinata est mi fanno davvero un’ottima impressione. Un bel gruppo compatto e davvero ben organizzato, molto variegato anagraficamente, artefice di un bel tifo continuo durante l’arco della partita. Tanti bei battimani ritmati e ben coordinati, con bandieroni e bandierine in costante movimento tali da creare una giusta ma efficace nota di colore.

Proprio da questo settore si solleva dapprima uno striscione di solidarietà al progetto di azionariato popolare “Il Fasano siamo noi”, che come avevamo raccontato in altre precedenti cronache, dopo ben nove anni ha deciso di ritirare il proprio appoggio interno della società dell’Us Città di Fasano; infine, a distanza di quindici anni, viene onorato il ricordo di Juliana e Teo, rispettivamente moglie e figlio del calciatore argentino Mauro Marchano, tragicamente scomparsi in seguito ad un incidente stradale sulla strada che portava a Barletta, dove il Manfredonia avrebbe affrontato appunto la squadra di casa nell’allora Seconda Divisione, com’era stata ribattezzata quella che i tifosi ricordano più affettuosamente come Serie C2.

In campo la sfida termina con la vittoria di misura dei padroni di casa, risultato che passa in secondo piano al cospetto della splendida giornata vissuta nel segno degli ultras; proprio loro che, a fine partita, saranno artefici di un bel sipario goliardico quando, dai rispettivi settori si scambieranno reciprocamente i cori di sfottò più famosi. Alla fine questa sfida rappresenta anche questo… per sempre Manfredonia e Fasano!

C.O.