Nel pieno dell’estate decido, assieme all’amico Andrea, di andare ad assistere all’incontro dei preliminari di Europa League tra il Maribor e il Levski Sofia per la gara di andata, che si gioca alle ore 20:00 nella città slovena.

Per me, abituato a seguire il Vicenza nelle amichevoli estive di fine luglio, la nuova stagione quest’anno parte molto presto e a dire il vero non sono abituato ad incontri così importanti e così presto sulla tabella di marcia. Il match, per fortuna, mette a confronto due belle tifoserie ed oltre che per la posta in palio in campo, ci sarà dunque di che godere sugli spalti.

Ci siamo organizzati bene e già nel primo pomeriggio passiamo la frontiera di Gorizia e ci dirigiamo verso Maribor. Alle 16 siamo arrivati. La città è piccola ma accogliente, a prima vista ideale per le famiglie. Notiamo su qualche muro scritte che inviano ad andare tutti a Lubiana per quella che è la partita più sentita del campionato sloveno e che tra non molto tornerà d’attualità, con la ripresa del campionato stesso.

Arrivati in centro sentiamo da lontano i primi cori, sono i supporter del Levski che, giunti con 9 pullman e molte macchine, si sono posizionati in piazza ed hanno praticamente occupato tutti i pub presenti. Birre a volontà ed hamburger per tutti, i bulgari si mostrano da subito molto compatti, duri ed appassionatissimi del Levski, club che divide le preferenze nella capitale bulgara con il CSKA. Moltissime le pezze appese ed i cori che di tanto in tanto si alzano. Nessun tifoso locale dà loro il “benvenuto”. Presumo che abbiano deciso di restare indifferenti all’onda azzurra del Levski. I bulgari si comportano comunque bene e non creano problemi. Neppure durante il corteo che dal centro li porta allo stadio succede nulla.

Lo stadio di Maribor alle 20 è quasi del tutto esaurito. Lo Stadion Ljudski vrt ha capienza massima di 13.000 spettatori. Gli ultras viola sono un migliaio e ad inizio gara sfoggiano un bandierone copricurva accompagnato da alcuni fumogeni. Poi per tutta la gara molti bandieroni e tanto incitamento alla squadra. Le due tifoserie anche dentro allo stadio restano indifferenti.

La partita fatica a decollare, se non negli ultimi 15 minuti del secondo tempo, quando ci sono un paio di occasioni importanti da entrambi le parti che però non sbloccano un giusto 0-0 che rimanda tutto alla gara di ritorno.

Il settore ospite è colmo di circa 800 ultras bulgari. Visto l’ulteriore arrivo di tifosi, anche una parte della tribuna viene concessa loro, con altri 200 tifosi che si fanno sentire. Moltissime e molto belle le loro pezze. Ci sono anche striscioni in stile italiano con la dicitura “ultras”.

Sul piano del tifo vocale bisogna dire che i blu del Levski si fanno sentire molto di più: cori massicci per quasi 90 minuti fanno di questa tifoseria il 12° uomo in campo. Dal punto di vista “scenico”, si può dire che appaiono come gente molto tosta fisicamente, nel classico stile est-europeo. Presenti con più pezze anche i laziali, legati in un saldo rapporto d’amicizia ai bulgari.

Concludo con una considerazione: le restrizioni per gli ultras ci sono anche nel resto dell’Europa, ancor più le ripercussioni legali per chi combina guai, ma la sensazione evidente rispetto all’Italia è che non ci sia quel continuo e opprimente pregiudizio censorio verso gli ultras, a prescindere da come questi si comportino.

Marcello Casarotti.