La gara che quest’oggi va in scena allo stadio Domenico Tursi di Martina Franca, valida per la trentesima giornata del girone H della serie D, è di quelle che suscitano inevitabilmente maggior interesse rispetto a tutte le altre, non solo per i tre punti in palio che i padroni di casa si contendono con il Nardò, ma soprattutto per il legame di fratellanza che unisce ormai da tempo le due tifoserie.
Una sfida che va oltre il significato calcistico, dunque, un appuntamento che trascende la semplice competizione sportiva, trasformandosi nella celebrazione dei valori più profondi. Anche se la sfida tra Martina e Nardò sulla carta rappresenta uno snodo cruciale per la stagione di entrambe le compagini, ogni volta gli spalti si colorano di un significato unico, basato su rispetto, amicizia e fratellanza. J.J. Tolkien scriveva che “radici profonde non gelano”, come difatti profondo è il legame storico che unisce le rispettive tifoserie, che affonda le sue radici in un passato fatto di condivisione e sostegno reciproco al di là dei rispettivi risultati sportivi.
Da oltre una settimana, attorno a questa gara si respira aria di trepidante attesa tanto che, sia da una parte che dall’altra, saranno tanti i comunicati e gli striscioni esposti in città al fine di esortare la gente ad affollare i settori dello stadio. Effettivamente al calcio di inizio, fissato alle ore 17.00, la presenza di pubblico sulle tribune raggiunge un numero importante per queste categorie, ma non come ci si aspettava, complice una situazione meteorologica tipicamente invernale, con una pioggia fitta di media intensità che accompagnerà poi praticamente tutti i novanta minuti.
Durante l’ingresso in campo delle squadre, entrambe le tifoserie, optano per una coreografia avente come tematica quella del gemellaggio. La Curva Nord presenta un bel quadrato costituito da tante sciarpe biancoazzurre e bandieroni granata nel contorno, non da meno dall’altra parte gli oltre duecento tifosi neretini, protagonisti di una coreografia più classica dove a predominare è il colore scaturito dall’accensione di tante torce e fumogeni granata.
Nonostante le condizioni climatiche avverse, le due tifoserie non cedono di un passo spingendo sempre al massimo il loro sostegno. Buono il tifo della tifoseria di casa, che nonostante il risultato di svantaggio per tutta la durata della gara, si dimostra comunque compatta e determinata, proponendosi con grande intensità per tutti i novanta minuti. Bandiere sempre in movimento, manate fitte e tanta pirotecnica fanno sì che i ragazzi della Nord siano protagonisti fino alla fine. Il tifo proposto dai neretini è altrettanto positivo e convinto. Ottimo il quadrato che compone il settore, con i presenti raccolti in maniera compatta, autori di un tifo da subito molto determinato, fatto di belle manate, cori prolungati e tante torce che conferiscono una degna nota di colore, un raro colpo d’occhio di questi tempi e sempre ben apprezzato.
Durante l’arco della gara non mancheranno i cori di sostegno reciproco a rinnovare l’essenza di questo gemellaggio, assieme a tanti altri rivolti contro ai rivali di sempre. Un Nardò sicuramente più cinico sotto porta, al triplice fischio finale, conquista l’intera posta in palio. Il Martina esce sconfitto da questa sfida ma senza demeritare. In questa stagione i biancazzurri stanno dando più di quello che avrebbero potuto dare e questo allenatore, con una rosa ben diversa da quella delle squadre candidate alla promozione, ha costantemente mantenuto la squadra nel novero delle pretendenti alla vittoria finale; poi certo, ci sono gli errori, la sfortuna e tanti alti fattori che remano contro, ma se quanto di buono fatto può essere preservato come un tassello su cui costruire il futuro e non come una sconfitta tout court, si potrà di nuovo lottare per i primi posti della classifica e magari anche con esiti migliori.
C.O.