MassimoOddo

Nella tradizionale conferenza stampa, prima del sentito derby Adriatico fra Pescara e Ascoli, il tecnico Pescarese Massimo Oddo è stato interrogato a proposito del divieto di trasferta imposto ai tifosi Ascolani. A tale domanda, l’allenatore abruzzese ha dichiarato:

“L’assenza dei tifosi dell’Ascoli è ingiusta. Non ha senso fare la tessera del tifoso e poi non mandare i tifosi in trasferta”.

Sono solo parole, ci mancherebbe, e non cambiano l’economia della questione o l’equilibrio della (in)giustizia. Resta però una presa di posizione importante in quanto espressa da un appartenente al mondo del calcio, che poteva tranquillamente glissare con furbizia o eleganza. Invece Oddo ha preferito esporsi addirittura in senso contrario a quello che è il comune sentire del suo mondo. Comune sentire che poi si regge spesso su luoghi comuni e politicamente corretto di facciata.

Se consideriamo poi che l’allenatore non parlava nemmeno della sua tifoseria, quindi non ci si può leggere malizia o sottesi tentativi di arruffianarsi il suo pubblico, le sue dichiarazioni acquisiscono un ulteriore valore aggiunto, ancor più se si pensa all’antica rivalità che divide Pescara ed Ascoli.

Sono solo parole, ci mancherebbe. Ma se alle parole di Oddo si unissero quelle di altri colleghi, capaci di divincolarsi dalla sudditanza intellettuale alla politica calcistica o poliziesca, forse l’opinione pubblica riuscirebbe a pensare a quanto penosa è la situazione che i tifosi di calcio vivono in Italia, piuttosto che additarli come causa di tutti i mali.

Matteo Falcone.