La sfida tra Matera e Casertana, da qualche anno a questa parte, è diventata ormai una classica nel girone C di serie C. Quest’anno gli obiettivi delle due società sono completamente diversi: i campani hanno allestito una squadra ambiziosa per tentare il ritorno in cadetteria, mentre i lucani, dopo un’estate travagliata dal punto di vista societario, sono riusciti a mettere insieme una compagine giovane, ma competitiva, per raggiungere il prima possibile la salvezza.

La gara si disputa di sabato sera davanti a quasi duemila spettatori, con pure un buon numero di sostenitori giunti dalla Campania. Nella prima frazione di gara, il settore della gradinata occupato abitualmente dalla tifoseria locale è rimasto vuoto e le solite pezze, presenti sulla rete di recinzione, sono state sistemate capovolte.

Nel secondo tempo invece il tifo è stato di buon livello, i cori effettuati dai locali a sostegno dei ragazzi in campo sono risultati abbastanza potenti. Non sono mancati i battimani, ritmati con il tamburo, e i cori per la città; nell’ultimo frangente di gara è stata effettuata una sciarpata più che discreta.

Gli ospiti sono giunti in Basilicata in un centinaio di unità, si sono posizionati compatti dietro le loro pezze al centro del settore ospiti e già prima del fischio d’inizio hanno iniziato a farsi sentire. Hanno tifato bene per tutti i novanta minuti, anche quando la loro squadra era in svantaggio. Sono stati intonati anche cori secchi e cori a ripetizione, e alla mezz’ora del secondo tempo sono stati autori di una ben riuscita sciarpata.

La gara termina sul punteggio di 2-2, con i lucani che sono riusciti a passare due volte in vantaggio e farsi raggiungere tutte e due le volte dagli ospiti. Al triplice fischio entrambe le compagini sono andate a salutare i propri tifosi, in particolare i padroni di casa hanno festeggiato il punto conquistato, molto importante non tanto per i fini della classifica ma per il morale, in quanto non riuscivano a fare punti dalla prima giornata di campionato.

Testo di Federico Longo.
Foto di Federico Longo e Giuseppe Scialla.

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