Partita scoppiettante a Matera, dove i padroni di casa si impongono con un netto 4-2. Il Costa d’Amalfi prova a restare in partita dopo l’inizio veemente dei locali, ma deve poi arrendersi alle stesse difficoltà di sempre che lo vedono relegato nei bassifondi di questa nuova categoria, conquistata solo al termine della scorsa positiva stagione d’Eccellenza.
Oltre alla tenzone calcistica che resterà comunque aperta fino a quando la matematica non sancirà i suoi verdetti, dispiace invece molto per il piccolo ma prezioso capitale di tifosi vanificato. Nella suggestiva cornice del “San Martino” di Maiori dove fino all’anno scorso giocavano i costieri, si era persino raccolto uno zoccolo duro di tifosi non solo dalla stessa Maiori ma un po’ da tutto il comprensorio della costiera amalfitana. Un caso forse più unico che raro in un paese come il nostro dove, notoriamente, il campanilismo è sempre molto pronunciato.
La promozione in Serie D, oltre all’ovvia gioia, ha portato un sacco di problematiche burocratiche a partire dallo stadio di Maiori, giudicato inadeguato agli standard di categoria, cosa che ha costretto all’esilio forzato in quel del “Novi” di Angri. Tanto è bastato a dissolvere il bel patrimonio umano che s’era tanto faticosamente creato e mentre, come a mezzo stampa la società aveva avuto modo di lamentare, un solo tifoso ha deciso di sottoscrivere l’abbonamento stagionale, anche il tifo organizzato ha tirato i remi in barca per protesta, nell’attesa che la squadra possa tornare alla sua gente e al suo territorio.
Opposta la situazione in casa Matera, con la vittoria che permette ai lucani di continuare a tallonare da vicino il gruppo di testa, e con la tifoseria che conferma la sua splendida parentesi di forma. Solita cornice di pubblico al XXI Settembre-Franco Salerno, forse giusto qualche presenza in meno per lo scarso richiamo dell’avversario, ma sempre bello comunque il quadrato che si coalizza in Curva Sud dietro l’insegna omonima, oltre alle pezze per i diffidati e per il compianto Bledar.
Solito dress code in cui domina il nero, spezzato cromaticamente dalle tante piccole bandierine con la banda trasversale, corollario di corpose e continue manate, tutto puntellato da un po’ di pirotecnica. Momento apicale, senza dubbio, quando espongono lo striscione per Samuele, giovane ultras foggiano, ora giovane per sempre, deceduto dopo aver strenuamente combattuto fra la vita e la morte a seguito dell’incidente d’auto di ritorno da Potenza, che s’era già portato via i suoi fratelli di curva Samuel, Michele e Gaetano.
C.O.