Quando il Pisa ho ottenuto qualche mese fa la matematica promozione in serie A, il mio primo pensiero è stato subito quello di vedere dal vivo, in un uno stadio come San Siro, questa tifoseria che fin da ragazzino ho sempre ammirato, per numeri e colore che esondavano dalle pagine di Supertifo.
Arrivati al fatidico giorno, purtroppo, questa prospettiva è stata totalmente disillusa da un divieto che ha negato ai tifosi nerazzurri questa ed altre sette trasferte, conseguenza degli scontri avvenuti lo scorso weekend fuori dall’Arena Garibaldi, prima della gara col Verona. Un vero peccato, anche perché erano attesi per l’occasione almeno 4 mila pisani, di cui molti avevano già acquistato il biglietto e hanno dovuto chiedere il rimborso del biglietto, acquistato ben prima dell’ordinanza emessa dal Ministero dell’Interno.
Venendo alla gara, la prima rilevante nota di cronaca riguarda uno striscione a cui viene vietato l’ingresso e che viene lasciato a testimoniare il suo messaggio davanti ai cancelli della Sud: PROGRAMMI LE PARTITE IN UN ALTRO CONTINENTE MA TI RIEMPI LA BOCCA CON “IL CALCIO È DELLA GENTE”, LEGA SERIE A VERGOGNA! Il riferimento è chiaramente alla gara col Como in programma nel weekend del 7-8 febbraio, che verrà disputata in Australia. L’alibi riguarda l’indisponibilità del Meazza cooptato per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina ’26.
Come fanno sempre, avrebbero potuto anticipare, posticipare, giocarla in uno stadio vicino o trovare qualsiasi altra soluzione, ma hanno preferito prendere in giro i tifosi con questa scelta scellerata e irrispettosa nei loro confronti. Quella delle Olimpiadi è chiaramente solo una scusa e possiamo pure archiviare con buona pace le iniziali resistenze delle istituzioni calcistiche maggiori o le loro rassicurazioni sul fatto che è un caso eccezionale e che il calcio deve rimanere sui propri territori e vicino alla propria gente ma possiamo immaginare come andrà a finire. Esattamente come le eccezioni del singolo posticipo serale all’epoca dell’avvento delle paytv che ora ha lasciato il posto a partite in tutti i giorni e a tutte le ore.
Tornando all’attualità, una volta dentro la cornice di pubblico è davvero notevole: sono infatti presenti ben 72 mila spettatori, come già detto tutti o quasi rossoneri. Per la cronaca, la Curva Sud è tornata a colorarsi già dalla precedente sfida contro la Fiorentina, ma dal mio punto di vista è una vera e propria novità vedere la nuova “configurazione” del settore con gli striscioni FINCHÉ VIVRÒ, APPARTENENZA, SODALIZIO ROSSONERO e MILANISMO. Molto colore, ma niente spazio a bandiere, striscioni, due aste o qualsiasi altra cosa che riporti la dicitura CURVA SUD MILANO o i simboli del Bandito e del Joker. Insomma, altri divieti noti ormai da tempo e grotteschi come reazione ai noti casi di cronaca giudiziaria, ma quantomeno San Siro torna ad avere una propria atmosfera, degna di una squadra che ha iniziato col piglio giusto la stagione.
Il secondo anello blu si presenta dunque con numerose bandiere e due aste, e contrariamente a quanto accadeva fino a poco tempo fa, alcune delle bandiere principali continuano a sventolare anche durante l’arco dei due tempi e non solo nei cinque minuti iniziali e finali di ogni tempo come succedeva nel precedente corso. Salta poi all’occhio, nel primo tempo, un bel gruppetto a torso nudo dietro allo striscione APPARTENENZA, nonostante la temperatura sia tutt’altro che elevata.
Nel finale nulla di particolare da segnalare, se non l’applauso del pubblico rossonero alla squadra, che nonostante porti a casa solo un pareggio, che alla vigilia sarebbe risultato deludente, è frutto comunque di una partita ripresa con le unghie e coi denti nonostante sembrasse ormai compromessa.
Alan Cacciatore
















