C’è un evidente problema in Italia con la stampa e con il suo approccio alla narrazione che ondeggia variabilmente fra il sensazionalismo e il tossico, raccontando male le cose, decontestualizzandole, senza mai approfondirle o verificarle. La realtà nuda e cruda sovente lascia spazio all’enfasi, alla retorica e talvolta anche al moralismo. Diventa un problema davvero grosso in seguito ad episodi che colpiscono l’immaginario comune, in cui i fatti devono mettersi da parte ad appannaggio di sante e improponibili alleanze o gomito fuori dall’auto come messaggio in codice per invitare allo scontro il resto dei viaggiatori in strada. Che pochezza.

Per fortuna nel caso di Milan-Torino di Coppa Italia il problema è di gran lunga minore, anche se dice ugualmente tanto sulla ricerca costante dell’italico giornalismo d’accatto, in questo caso specifico accattonaggio di like, click e condivisioni. Che poi sono sostanzialmente soldi mal guadagnati ed immeritati eh, non dimentichiamolo!

La grancassa mediatica infatti, in vista di questo ottavo di finale sull’asse lombardo-piemontese, disputa fra l’altro sempre ricca di spunti (che questi, non si capisce come, non riescono a cogliere…), ha battuto forte sul presunto record di spettatori che si stava per andare ad infrangere. Record assoluto per un’ottavo di finale, relativo per la storia rossonera, gran girandola di vecchie epiche sfide al Meazza, in campionato o coppa, davanti a platee immense e tutto questo unicamente sulla scorta del fatto che, a tutti gli abbonati al Milan, l’ingresso alle gare di Coppa è incluso nel pacchetto. L’AC Milan ha chiuso la sua campagna abbonamenti stagionali a 41.500 tessere, ma in questa fredda (seppur non freddissima) serata infrasettimanale di gennaio in cui è prevista la gara, con l’ulteriore deterrente della diretta in chiaro in tv, degli sbandierati 60.000 spettatori previsti ce ne sono visibilmente molti, molti di meno.

Detto delle colpe di questa informazione cialtrona, veniamo invece ai meriti dei tifosi che sono comunque sopraggiunti in tanti. Più di qualche vuoto al Primo Anello, un po’ meno al secondo, terzo deserto per una presenza complessiva che, al netto di tutto, si aggira sui 45.000 spettatori circa. Forse meno, forse più, difficile dirlo con precisione in assenza di un comunicato ufficiale della società ospitante. E comunque un numero più che buono per una manifestazione come la Coppa Italia, vilipesa e violentata in ogni modo, fra formule assurde e altri scempi dirigenziali.

Il colpo d’occhio migliore, ça va sans dire per usare un francesismo, è quello della Curva Sud. Fortemente impattante e suggestivo il total black a cui la tifoseria rossonera s’è da qualche tempo adeguata. E se non a tutti piace questa uniformità cromatica o stilistica, la gran mole di sciarpe, bandiere, bandieroni e due aste costituisce quella massiccia dose di colore che compensa e mette alla fine d’accordo tutti. Un tocco di pirotecnica clandestina, nascosta fra le gambe dei presenti, oltre a un paio di striscioni per omaggiare singoli fratelli in difficoltà e “Sodalizio Rossonero”, sottogruppo di Curva Sud di cui sventola anche il bandierone. Il tifo vocale vero e proprio è sicuramente positivo, come da qualche tempo la Sud milanista ha abituato; un tifo sempre presente, continuo e con qualche buon picco di potenza, anche se da un lato c’è una certa persistenza su determinati cori tenuti molto a lungo che tendono a diventare fiacca nenia, e dall’altro e sul lungo periodo si soffre l’andamento della partita sul rettangolo verde, che ancora una volta vede protagonista un Milan lontanissimo parente di quello vittorioso dell’ultimo scudetto.

Nel settore ospiti presenza positiva ma non strabiliante dei tifosi del Toro. La trasferta è di quelle per i pochi fedelissimi e coraggiosi eletti. Quelli che non arretrano di fronte allo scomodo mercoledì o alla prospettiva che li vedeva partire come agnello sacrificale sull’altare della più quotata avversaria. Invece, tanto per ritornare sulla distanza fra aspettative e realtà, il campo ha visto i granata più decisi che riescono facilmente a rintuzzare un Milan che giocicchia credendo di poter passare per diritto acquisito. Invece la gara si trascina stancamente fino ai supplementari dove poi è proprio il Torino a passare in vantaggio grazie ad Adopo.

Solo da lì in poi i rossoneri alzano il forcing ma invano, così alla fine gioia meritata per i ragazzi che sugli spalti ci hanno messo anima e cuore tanto quanto quelli in campo. Una meritata e agognata vittoria che, per fare un parallelo metaforico con la bella soddisfazione strappata dai ragazzi della Sud Cremonese a Napoli, sarebbe la vera parentesi favolistica o retorica con cui raccontare la bellezza deturpata di questa manifestazione, l’emozione dell’imponderabile pallone a cui ancora credono i tifosi, nella fattispecie gli ultras. Gli stessi su cui invece per lo stesso capzioso clickbaiting di cui sopra, si stanno divertendo a fare il tiro a bersaglio a mezzo stampa senza nulla capire e senza nulla aggiungere al luogo comune.

Foto di Andrea Ferdani
Testo a cura della redazione