Una salvezza che soltanto fino a poche settimane fa pareva impossibile, si concretizza nelle ultime giornate di campionato grazie ad una serie di sorprendenti risultati che il Sassuolo di Eusebio Di Francesco riesce a portare a casa, pardon… nella casa che un tempo fu esclusivamente dell’AC Reggiana.
Si giunge così a quest’ultimo match contro il Genoa, contro cui i neroverdi hanno la possibilità di festeggiare la conquista di una salvezza che vale come uno scudetto, davanti al pubblico amico.
Per l’occasione, la società del presidente Giorgio Squinzi fa appello ai propri sostenitori e a quanti hanno a cuore le sorti del Sassuolo, offrendo il biglietto d’ingresso allo stadio a prezzi di saldo.
Il risultato è davvero considerevole visto che, complice anche la fame di grande calcio degli appassionati residenti nelle province di Reggio Emilia e Modena, sono davvero in tanti a voler assistere dal vivo al compimento di questo piccolo miracolo calcistico.
E allora, stadio ex Tricolore d’Italia, chiamato oggi per ragioni di sponsor Mapei Stadium, pieno per tre quarti, come se si giocasse contro Juve, Milan o Inter.
Tribuna, Distinti e Curva Sud gremite quasi in ogni ordine di posti, grazie anche ai favori di una giornata calda e soleggiata che è un vero e proprio anticipo dell’estate.
I sostenitori di casa, solitamente assiepati in una Curva Sud che non ha mai fatto registrare il tutto esaurito nel corso del campionato, si ritrovano quest’oggi circondati da un mare di gente che, però, non li aiuta nel sostenere gli undici neroverdi in campo.
Questo compito, alla fine, rimane come sempre a carico del solito manipolo di fedelissimi, encomiabili per l’attaccamento costante dimostrato durante tutto l’anno.
Ed i sostenitori del Sassuolo sono sempre in movimento, devo dargliene atto, tanto che dalla mia postazione vedo spesso le loro braccia alzate ed i loro battimani, anche se non mi è facile udire i loro cori, vuoi per la lontananza della tribuna stampa dal campo, vuoi per le tante persone presenti quest’oggi nell’impianto reggiano, che attutiscono il loro sostegno vocale spesso sovrastato dalla musica e dagli annunci degli altoparlanti.
Nella curva opposta, occupata dai sostenitori del Grifone, la presenza ospite è da considerarsi di buon livello, tenuto conto del fatto che il campionato del Genoa è terminato ormai da alcune settimane e questa partita non ha più alcun valore per gli undici di mister Gasperini, se non ai fini statistici o per il piacere di onorare la maglia fino alla fine.
I gruppi ultras genoani, presenti anche quest’oggi, danno tuttavia vita al loro solito spettacolo di tifo fatto di tanti cori secchi, spesso autentici boati che rimbombano tra le mura dello stadio, battimani e costante sventolio dei grandi bandieroni che hanno reso celebre la tifoseria genoana in tutto il mondo.
Anche a livello numerico la loro presenza è certamente degna di nota, tenuto conto della bella giornata di sole che invoglierebbe i più a bagnarsi nelle acque del Mar Ligure, piuttosto che macinare chilometri e sgolarsi sotto al sole per il solo gusto di farlo. Ma i sostenitori del Grifone, storicamente, sono tra i più attaccati alle sorti della loro squadra e per nulla al mondo la lascerebbero sola, tessere del tifoso, diffide e orpelli vari permettendo.
E così, come non sono mai mancati al seguito del Vecchio Balordo fin dagli albori della ormai leggendaria Fossa dei Grifoni, tra i primi gruppi ultras del Nord a seguire e sostenere i propri colori negli stadi infuocati del Meridione, allo stesso modo oggi scelgono di stare vicino alle maglie rossoblu per tributare un ultimo saluto a mister Gasperini e ai suoi ragazzi prima della pausa estiva.
Inoltre, dedicano uno striscione di incoraggiamento a Ciro Esposito, lo sfortunato sostenitore del Napoli gravemente ferito da un colpo di pistola prima della finale di Coppa Italia disputatasi allo stadio Olimpico di Roma.
Alla fine del campionato di serie A 2013/2014 il Genoa è salvo (da tempo), il Sassuolo anche, se pure con qualche patema che l’ha fatto temere fino alla fine, ed è giusto festeggiare sia da una parte che dall’altra dello stadio.
Com’è logico attendersi in questi casi, a fine gara i clacson festanti dei tifosi neroverdi si incolonnano lungo la strada che da Reggio Emilia conduce a Sassuolo.
Dispiace, invece, vedere auto, scooter e biciclette festanti, bardate con i colori neroverdi, avviarsi verso il centro di Reggio Emilia e nelle altre zone della Città del Tricolore. Tutta colpa del calcio moderno? Forse, ma con la complicità delle istituzioni e degli imprenditori locali e, non ultima, dell’attuale gestione dell’AC Reggiana.
Giangiuseppe Gassi.