Partita di cartello quella che si disputa il primo sabato di settembre al San Marino Stadium. Valevole per le qualificazioni ad Euro 2016, oppone la nazionale dell’Inghilterra ai padroni di casa della piccola Repubblica di San Marino.
A distanza di tre anni dall’ultimo incontro che la formazione d’Oltremanica disputò sul monte Titano, anche quest’oggi la rappresentativa ospite è di tutto rispetto: almeno 2.500/3.000 secondo le stime ufficiali. Già da qualche giorno prima della gara, la presenza inglese non era passata inosservata, specie a Rimini, dove la maggior parte degli inglesi ha alloggiato, sfruttando gli alberghi dellla costa e un pub in stile “British” che già dai tempi di Italia ‘90 è stato uno dei loro punti di aggregazione preferito.

Arrivato con largo anticipo, trovo le strade attorno allo stadio già prese d’assalto dai tifosi (anche locali) desiderosi di non perdersi l’evento: non capita spesso di vedere da queste parti calciatori del calibro di Wayne Rooney, capitano e simbolo di questa nazionale. All’interno dello stadio sono già appese miriadi di bandiere biancorosse: ai supporters inglesi è stato concesso di entrare per appenderle in quasi tutto il perimetro, tanto che fotografarle tutte è praticamente impossibile. Gli spalti, invece, sono ancora relativamente vuoti: evidentemente i tifosi preferiscono attardarsi fuori a bere qualche altra birra, forse sapendo che all’interno non troveranno alcoolici in vendita.

Quando sul terreno di gioco fa il suo ingresso il selezionatore ospite Roy Hodgson, dagli spalti si alza una bella bordata di fischi per via di alcune dichiarazioni rilasciate alla vigilia (e ritenute offensive dai più) secondo le quali, per battere San Marino, sarebbe bastato schierare una formazione di cricket.

Sempre ai loro posti i ragazzi della “Brigata mai 1 gioia”, oggi in buon numero e con tanta voglia di cantare e sostenere i ragazzi di mister Manzaroli.

Un momento emozionante è stato quello degli inni nazionali, una delle rare occasioni in cui i numerosissimi supporter ospiti hanno cantato compatti e a gran voce per la loro formazione, per il resto si sono limitati invece ad assistere alla partita con pochissimi sussulti.

La partita si sblocca già nei primi minuti di gioco, prima grazie ad un dubbio rigore realizzato dal capitano Rooney e successivamente da un’ autogoal che permette il raddoppio.

Un siparietto simpatico capita quando un tifoso inglese si toglie le scarpe e le lancia sulla pista d’atletica, spetterà poi ad uno steward recapitarle sugli spalti, guadagnandosi una dose di divertiti applausi.

Per il resto il tifo inglese ha lasciato sinceramente molto a desiderare, in varie occasioni i cori provenivano più dall’esterno, dove erano radunati un centinaio circa di ospiti, che non dai presenti all’interno.

A metà del secondo tempo l’Inghilterra dilaga in campo, realizzando altre tre reti nel giro di una decina di minuti e chiudendo una partita ovviamente mai in discussione. Il buon momento per lo meno stimola qualche altro sporadico coro dagli spalti.

Al 90esimo si chiude la contesa sul risultato di 6 reti a 0, con il pubblico inglese che tributa comunque gli applausi anche alla formazione locale, riconoscendole l’impegno messo in campo, malgrado la notevole inferiorità.

Gilberto Poggi.