Qualche giorno fa un tifoso Inglese del Grimsby Town è stato condannato per aver “aggredito” uno steward con uno squalo gonfiabile duranta una partita di calcio della passata stagione.

Il tifoso è stato condannato a 12 mesi con la condizionale, 700 sterline di risarcimento e 100 sterline di compensazione. Il “daspo” (football banning order, come lo chiamano in Inghilterra) richiesto dalla procura è stato rifiutato.

Lo steward, durante la testimonianza, ha dichiarato di essere stato “attaccato” dai tifosi e ha parlato del “terrore” provato quando, caduto in terra, veniva colpito dallo squalo gonfiabile.

Altri interessanti dettagli sono emersi in procura: lo steward stava lavorando per un’agenzia privata, non era rivolto verso i tifosi ma bensì verso il campo e si è trovato impreparato nel momento in cui il Grimsby Town ha segnato un goal nei minuti finali della partita. Durante l’esultanza dei tifosi, lo steward è caduto per terra ed è stato colpito dallo squalo gonfiabile. Un fatto facilmente evitabile con un minimo di preparazione degli steward da parte dell’azienda privata che si occupa della sicurezza nello stadio, o comunque non di una violenza così truce come la pesante condanna stabilisce.

È evidente che parecchi tifosi Inglesi, come in questo caso, vengono portati in tribunale con accuse parecchio bizarre, accusati di aver commesso fatti di scarso interesse pubblico o comunque comportamenti che non sarebbero puniti con pene così severe se non fossere avvenuti all’interno di uno stadio.

Basta ricordare il caso del tifoso del Leeds colpevole di “lancio di oggetti pericolosi”, quando lanciò semplicemente i propri pantaloni per aria durante una partita. È dunque questo che dalle nostre parti intendono come “modello” da importare per riportare gente all’interno degli stadi? Oppure sapranno carpirne solo gli aspetti più virtuosi ed evitarne le degenerazioni? Dati i precedenti e l’attuale gestione dell’ordine pubblico intorno agli eventi calcistici, abbiamo più di qualche ragionevole motivo per dubitarne.

AM, Sport People.