Al Braglia di Modena arriva la Pistoiese in un momento in cui tanto la squadra quanto la tifoseria canarina sono in forte crescita. Checché se ne dica di fantomatici “noi a cui della partita non frega un cazzo”, al netto di un temprato e inossidabile zoccolo duro che c’è sempre e ovunque, l’ascesa qualitativa di qualsiasi tifoseria passa inevitabilmente da un certo aumento quantitativo della stessa che, a sua volta, è per forza di cose legato al buon andamento della propria compagine calcistica.

Detto questo, i padroni di casa, reduci dalla buona prova sugli spalti di Ancona, si posizionano sugli spalti riempiendo in buona parte la Curva Montagnani. I gruppi principali si schierano ai loro soliti rispettivi posti nel settore, mentre cominciano a comparire, in varie parti dello stadio, sempre più striscioni e pezze inneggianti i “canarini”, sintomo che sempre più tifosi credono in questo gruppo e alle sue possibilità.

La Curva tiene alto il livello dei decibel con cori continui e sventolio di bandiere costante, mentre il campo non fa altro che alimentare i cori con il passare dei minuti e con il consolidarsi del risultato ampiamente in loro favore.

Alla fine è un tripudio sugli spalti con una sciarpata finale a suggellare il filotto di risultati utili consecutivi che, in virtù dell’inatteso pareggio fattosi imporre dalla Reggiana in casa dalla Fermana, permette al Modena di agganciare il primato in coabitazione proprio con i rivali granata.

Sparuto gruppetto di tifosi pistoiesi invece in rappresentanza della tifoseria ospite, oggi spettatori inermi della debacle della propria compagine. Si posizionano nella parte alta del settore P, occupato stabilmente dai modenesi, con i quali hanno poi rinfrescato un vecchio gemellaggio sbiadito dal tempo, ma sopravvissuto in amicizie personali come queste.

Tino Chinnì