Scattate le ultime foto alla partita di Eccellenza fra Borgorosso Molfetta e Canosa, resto all’interno dello stadio “Poli” per evitare brutte sorprese, visto che sia la batteria della macchina fotografica che quella del cellulare implorano energia. Guadagno la mia postazione in tribuna stampa, ricarico gli apparecchi elettronici e mi ricarico anche io con un boccone veloce con vista mare, mentre alcuni esponenti della tifoseria molfettese entrano sul rettangolo verde per sistemare l’unico striscione “AVANTI SPARLOTTI”. Il dubbio sul significato di questo striscione viene fugato da una chiacchierata con i gentilissimi dirigenti locali: lo sparlotto è un pesciolino facente parte della famiglia dei saraghi assurto a simbolo e soprannome del club di cui ignoravo totalmente l’esistenza. Incredibile come una semplice partita di pallone possa fornire nozioni pur minime di zoologia così come di tante altre materie, a dispetto dei cliché sui tifosi ignoranti.
Recupero la mia attrezzatura dopo il pieno alle batterie e torno nuovamente in campo. Tra le due tifoserie oggi a confronto non corre buon sangue, uno striscione e diversi volantini in giro per la città invitavano ad accorrere allo stadio per incitare tutti insieme la squadra, che purtroppo si trova in piena zona play out. L’Altamura invece sta disputando un buon campionato e si trova a ridosso della zona play off, per cui i presupposti per assistere ad un interessante match ci sono tutti, sia in campo che sugli spalti.
I molfettesi fanno quadrato a centro settore e cominciano a sventolare i due bandieroni che vengono posizionati ai lati del gruppo, mentre gli altamurani si compattano poco dopo aver varcato l’entrata ed entrambe le tifoserie, fin da subito si scambiano cori offensivi ed incitano le rispettive squadre con cori e battimani. L’entrata delle squadre in campo vede i sostenitori del Molfetta sventolare i bandieroni ed una bandiera a scacchi biancorossa, e gli altamurani effettuare una bella sciarpata con l’aggiunta di bandiere, bandierine e stendardi a colorare ancora di più il settore.
Durante il minuto di silenzio per ricordare Sinisa Mihajlovic, deceduto venerdì per l’aggravarsi di una malattia che combatteva da tempo, gli altamurani gli dedicano lo striscione: “SE TIRA SINISA È GOAL! BUON VIAGGIO CAMPIONE”. Quindi alle 14:30 in punto l’arbitro fischia l’inizio delle ostilità e sono subito emozioni, con i padroni di casa che accendono una torcia ed esultano immediatamente dopo per il gol del vantaggio al quarto minuto, seguito poi dal pareggio ospite due minuti più tardi.
Le due belle esultanze ai gol lasciano poi campo al tifo vero e proprio in cui cori, battimani, bandieroni e varie bandiere restituiscono notevole vivacità da ambo le parti in contrasto con il meteo che diventa sempre più grigio e freddo, con il vento che mette a dure prova le aste delle bandiere e chi le sventola.
Al ventesimo minuto i molfettesi pungono i rivali di Altamura con un semplice ”PECORE” che, poco dopo la mezzora, esultano nuovamente e in maniera vibrante per il gol del sorpasso siglato da Dipinto che esaltare la sua tifoseria. I molfettesi ovviamente non ci stanno e pur facendo notare qualche piccola pausa, cercano di tifare fino alla fine della prima frazione e contrastare vocalmente la tifoseria altamurana che aumenta i decibel.
Durante l’intervallo viene premiato il molfettese Claudio Squeo, da poco laureatosi campione dei Cruiser, i pesi massimi leggeri, a cui anche la tifoseria dedica un bello striscione. In apertura di seconda frazione i molfettesi espongono un nuovo striscione in dialetto contro la tifoseria ospite, specificatamente contro il gruppo “A Gomito alto”. Poi su entrambi gli schieramenti il tifo sarà di alto livello con tanti battimani ad accompagnare i cori più o meno di lunga durata.
Ci penserà Murtas a spezzare l’equilibrio siglando il gol del definitivo 1-3 che permette all’Altamura di portarsi a casa questi tre preziosissimi punti, a venti minuti dal novantesimo. Gli ospiti esultano in maniera prolungata mentre i padroni di casa accusano il colpo e pur non smettendo di tifare, calano d’intensità e cedono a qualche pausa. Gli ospiti ovviamente viaggiano sulle ali dell’entusiasmo e confermano il loro bel momento di forma, figlio anche dell’ottima quadratura interna trovata fra le loro varie anime, che intelligentemente remano tutte in un’unica direzione in un periodo storico in cui spesso e volentieri viene fatto prevalere l’egoismo al bene comune.
Al triplice fischio finale, mentre le squadre si recano sotto i rispettivi settori, ancora una volta i padroni di casa espongono lo striscione “PECORE”, questo volta rivolto verso il settore ospiti, che innesca la scintilla e porta ad un lancio di oggetti da una parte all’altra. Il tutto dura pochi minuti, poi le tifoserie si ricompattano e salutano i propri giocatori, che ovviamente ha un retrogusto dolce per gli ospiti che salgono al quarto posto in classifica, otto punti indietro alla capolista Cavese. Il cambio di allenatore avvenuto in settimana a Molfetta, non ha purtroppo prodotto risultati con classifica che al momento lo vede al quart’ultimo posto, appena due punti più su della retrocessione diretta.
Quando le squadre rientrano, le forze dell’ordine chiudono all’interno i padroni di casa e fanno defluire gli altamurani che salutano Molfetta con un forte petardo che fa calare simbolicamente il sipario su questo bellissimo derby, in cui entrambe le tifoserie sono andate ben oltre le mie aspettative. Giunta la notte, dopo otto ore di fila lascio lo stadio “Poli” e mi dirigo verso la stazione, dalla parte opposta passando prima a curiosare al palazzetto, dove si disputa la partita della serie C Gold di basket della neonata Basket Molfetta. In fatto di tifoseria me li ricordo nella trasferta di Ferentino oltre un decennio fa, ma attualmente non c’è più nulla se non qualche bambino che si diverte sostenendo in modo istintivo i locali. Seguo tutta la partita fino alla fine, poi decido finalmente di mettere fine alla mia voglia di polpo, dopo aver visto alle prime luci del giorno un pescatore intento a sciacquarli. Polpo alla brace e un bicchiere di vino al cielo per questa splendida e infinita giornata che si concluderà poco dopo la mezzanotte in stazione, con il treno che da Molfetta mi riporterà a casa.
Marco Gasparri