Quando nel Luglio 1987, Emiliano Mondonico, l’allenatore più intervistato e più ricercato d’Italia, si è trovato tra le mani un’Atalanta scioccata da una traumatica retrocessione in serie B, ed obbligata ad un immediata promozione oltre all’avventurosa esperienza verso gli sconosciuti sentiri d’Europa, ha chiamato a raccolta i suoi ragazzi e li ha portati subito sotto la curva, a prendere confidenza con il super propellente: il pubblico ultras. E’ stato questo il primo atto ufficiale che ha annotato la presentazione dell’Atalanta del nuovo corso. E’ stata la mia prima preoccupazione quella di cucire uno strappo che era diventato allarmante tra uno dei pubblici più calorosi e competenti con la sua squadra ebbe modo di dichiarare in quell’occasione. Poi i risultati hanno cominciato a dare ragione al mister coi baffi, e il felling tra allenatore e tifoseria ha portato ad una intesa sempre più profonda, a strizzate d’occhio e un legame davvero stretto a filo doppio. La curva continua a invocare “Emiliano resta con noi” e di questi tempi non è cosa da poco, Lui, l’Emiliano non cessa di lanciare messaggi d’affetto e di gratitutidine. Durante il “febbraio nero” che ha visto l’Atalanta decimata da squalifiche e infortuni, Mondonico ha lanciato un appello di questo tipo mi occorre oggi un’Atalanta dal cuore Ultras. Detto fatto, tra la curva  e i neroazzurri in campo è cominicato a scorrere lo stesso spirito in una perfetta identità di intenti: mentre la Magica Nord urlava il suo incitamento ossessivo e teneva strette tra le mani le bandiere con Evair, l’idolo che non era stato schierato per squalifica, l’Atalanta giocava agli stessi ritmi scanditi dai canti e cori della curva, e faceva il miracolo di compiere anche contro il Napoli del mitico Maradona la terza rimonta in un mese (come era appunto successo contro Inter e Roma). La Nord, Mondonico, l’Atalanta: un trio che continua a cantare vittoria.

(Cesare Righi) Supertifo Anno IV N.5 Maggio 1989