Al Veneziani di Monopoli va in scena uno dei turni infrasettimanali del nostro tanto amato calcio spezzatino. Saranno contenti soprattutto i tifosi dell’Avellino, ospiti di turno, per il surplus di difficolta logistiche che comporta organizzare una trasferta del genere nel bel mezzo di una settimana lavorativa.

Arrivando all’ingresso della cittadina costiera, trovo ad accogliermi un imponente spiegamento di forze dell’ordine che controllano capillarmente le auto che si dirigono in direzione stadio. La prevendita per il settore ospiti si è fermata a 220 tagliandi, dato comunque positivo specie considerando tutte le già enunciate difficoltà del caso. Risulta meno impattante il colpo d’occhio nel resto dello stadio, più per la dispersività dell’impianto che non per il dato complessivo in sé, che comunque è sempre meglio di quello che un calcio senza rispetto delle esigenze dei tifosi meriterebbe: 1.670 spettatori quelli comunicati dalla società di casa, comprensivi della quota di 839 abbonati molti dei quali, a causa del giorno lavorativo e di quello che i vuoti suggerirebbero, hanno probabilmente deciso di soprassedere.

Il tifo dei padroni di casa si divide come al solito tra Curva Nord, animata da Army Korps e Ultras, e Gradinata Est covo di Bad Boys e CSM. Alla spicciolata i presenti prendono posto nei rispettivi settori, compattando i ranghi e incitando la squadra per tutta la partita, fra sventolio di bandiere e cori che si susseguono senza soluzione di continuità da entrambe le parti.

Gli Avellinesi entrano invece a partita abbondantemente iniziata, prendono possesso dei loro spazi, posizionando lo striscione al centro e incitando poi la squadra con cori secchi e continui sventolii di bandiere. Nonostante il risultato in campo non sia loro propizio, tifano fino al novantesimo senza mai fermarsi, confermando il loro spessore e il loro buono stato di forma degli ultimi tempi.

A fine incontro mentre la tifoseria casalinga festeggia una compagine anche quest’anno partita e capace di tamponare le grandi, i giocatori biancoverdi avvicinatisi ad applaudire i ragazzi per il sostegno ricevuto, sono stati respinti e pesantemente contestati. L’antifona è che questa squadra non sia assolutamente all’altezza della maglia indossata, anche se – anche a giudicare dai cori – le colpe maggiori vengono attribuite alla dirigenza che quest’organico deficitario l’ha costruito e che ora li vede pericolosamente vivacchiare nelle ultime posizioni del girone.

Testo di Tino Chinnì
Foto di Gabry Latorre e Tino Chinnì

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