È un momento storico per il Monopoli Calcio e per l’intera città adriatica. Il “Gabbiano” è primo in classifica nel campionato di Serie C, con due punti di vantaggio sulla coppia composta da Benevento e Cerignola. Una lotta serrata in una stagione che si preannuncia ancora molto lunga, ma toccare con un dito, anche solo per un momento, il sogno della B è balsamo per l’anima di una tifoseria che non ha mai mollato, anche nei giorni più bui.
Se per la tifoseria organizzata l’entusiasmo è palpabile, la città sembra ancora non rendersene esattamente conto, tanto che il “Veneziani” risulta sì più pieno del solito ma non come dovrebbe o meriterebbe. Al netto di tutto, la Nord è piena e compatta come sempre, e questo forse è quel che davvero conta. Bella da vedere e sentire, la spinta che offre agli undici in campo, risulta determinante per il raggiungimento dei tre punti. Grande sostegno con corpose manate e colore incrementato dai soliti bandieroni al vento e da una buona spruzzata di pirotecnica.
L’unica pecca di una serata perfetta riguarda il divieto di trasferta comminato ai Cavesi. Poteva e doveva essere una partita d’alto livello anche sugli spalti con un confronto che si preannunciava davvero interessante e pepato. Purtroppo però, specie in quest’ultima stagione, il calcio moderno fatto di divieti, orari impossibili e restrizioni di ogni sorta, ci ha abituato al peggio. Anche se al peggio non ci si dovrebbe mai rassegnare. Guardandola da una prospettiva paranoide, sembra in atto un tentativo di riscrivere la sociologia del tifo, fino al punto di non ritorno in cui ci sembrerà normale avere partite con la sola tifoseria di casa e da lì alla claque di clienti acritici che pagano, comprano e non contestano più gli avversari, i propri giocatori, la società o le istituzioni il passo è davvero breve. Dall’antagonismo a una sorta di pace sociale coatta che puzza tanto di morte sociale.
Foto di Gabry Latorre