Dopo quasi un intero campionato giocato in serata e negli infrasettimanali, il Veneziani di Monopoli torna finalmente a rivedere la domenica e la luce del giorno. Forse però in uno degli orari più scomodi, quelle 14 in cui non solo è logisticamente complicato per chi proviene da lontano, ma persino i locali farebbero fatica a conciliare partita e pranzo domenicale in famiglia. Quella famiglia che nella retorica della politica “pallonara” si vorrebbe riportare allo stadio (come se ci fosse mai stata prima, in pianta stabile…) e poi in sostanza invece osteggiano. Non solo con giorni e orari impossibili ma anche con politiche di prezzo tutt’altro che popolari.

Tornando a mia volta all’attualità, senza intristirci con le brutture di questo calcio, un sole forse fin troppo caldo per essere a Febbraio, accoglie l’arrivo della capolista Juve Stabia e con essa del suo immancabile codazzo di affezionatissimi, che sono molto curioso di vedere all’opera, non essendomi capitato così spesso di incrociarli nella mia carriera fotografica. Il settore ospiti si riempie alla spicciolita e con il bel sole frontale, i loro colori gialloblu conferiscono loro un grande impatto visivo. Ad inzio partita offrono una spettacolare sciarpata sulle note de “L’Italiano” di Toto Cotugno, davvero molto suggestiva anche perché si protrae per diversi minuti. Il loro tifo vocale è molto buono, anche dopo il vantaggio del Monopoli. Bandieroni e due aste spiccano mentre il pareggio, proprio nei loro pressi, è un apoteosi che culmina ancora oltre al goal del vantaggio, impreziosito dall’esultanza dei giocatori sotto la vetrata, vecchio retaggio e simbiosi con il pubblico che sembra arrivare direttamente da un’altra epoca storica, considerando tutto l’affanno che si prendono federazioni e leghe per impedire ogni tipo di contiguità fra calciatori e tifosi. Sarebbe forse perfino più corretto chiamarli clienti e basta, visto che stanno cercando in tutti i modi di trasformarli in automi senza volontà che dovrebbero solo pagare e star zitti.

Nel frattempo, mentre decido di spostarmi e osservare da vicino la Curva Nord di casa, il meteo si mette a far le bizze passando in un attimo dal piacevole tepore quasi primaverile a un rovescio d’acqua improvviso e violento.

Nella parte biancoverde di stadio, dominano le solite bandiere molto curate dei singoli gruppi che abitano e animano la Nord. La cosa che salta più nettamente all’occhio dell’osservatore, è la discrepanza fra il mediocre campionato calcistico del Gabbiano e un tifo organizzato sicuramente ben al di sopra di questa mediocrità, anzi sempre caloroso, continuo, determinato a salvare la categoria magari senza nemmeno passare per quella tonnara infame che sono i playout. Ben compatti centralmente, i monopolitani offrono insomma una prova tutta cuore e sostanza, che nemmeno l’improvviso acquazzone riesce a placare. Cos’altro fare se non tributar loro un sincero applauso?

Si segnalano, a margine della gara, cori goliardici di scherno tra le due tifoserie, che sono la migliore delle scuse per protrarre la mia permanenza all’interno dello stadio, quando tutti gli altri stanno già guadagnando la via di casa, anche se il guadagno migliore è godersi invece fino all’ultimo secondo questa bella sfida sugli spalti.

Catello Onina