Dopo Bitritto-Manfredonia, la mia domenica calcistica non si ferma e viaggia a una cinquantina di chilometri a Sud verso Monopoli, dove, in questo pomeriggio inoltrato, si affronteranno Monopoli e Pagani.

Esco a fine primo tempo, e riavuti i documenti dall’arbitro, dove incuriosito mi ha chiesto del perché volessi andar via, mi metto in macchina per raggiungere la terra del gabbiano. Faccio prima sosta per il pranzo domenicale, panino e birra, e con me mi porto il freddo da nord a sud di Bari, e con esso anche un po’ di pioggia. Riesco ad entrare in tempo, e tra i calli del freddo, denoto una bella cornice di pubblico.

Oggi arrivano i paganesi, come detto più volte visti in diverse occasioni, e questo piccolo viaggio vale tutta la mia presenza per tornarli ad ammirare.

Come detto, pubblico monopolitano che risponde con circa 1.500 presenze. Numeri non grandiosi, ma tutto sommato buoni. La Curva Nord espone lo striscione sugli esperimenti sociali che sta accumunando la maggior parte del tifo organizzato italiano e, all’entrata dei giocatori in campo, realizza una coreografia semplice ma ben riuscita con bandierine biancoverdi.

La Gradinata Est sfoggia uno striscione nuovo di zecca, semplice e a caratteri cubitali di grande impatto. All’entrata in campo dei giocatori, esposto lo striscione per Giovanni Custodero detto Guerriero, e il settore è colorato da diversi bandieroni, come d’altronde accade in Curva Nord.

I due settori danno vita a una buona prestazione canora, contornata da buoni battimani, manate e cori secchi.

Da Pagani, il solito blocco ultras, circa una novantina di unità. Stile, portamento e ordine sono le caratteristiche che i campani portano anche nel settore ospiti del Veneziani. Il loro spicchio è colorato solo dalle pezze “Pagani”, in ricordo di chi non c’è più e dalle classiche bandiere. Per il resto è un unico blocco, ordinatamente ultras, che dà vita al classico sostegno con lunghissime pause ma comunque caratteristico nei cori. Si registrano cori a ripetere possenti, che tengono botta ai due settori monopolitani.

Massimo D’Innocenzi