Imporre la ghettizzazione del mondo ultras, stadi tutti uguali, vogliono questo fantomatico modello inglese (che ancora vorremmo capire cos’è, questo modello inglese) cercando con mille espedienti quello che per loro è il marcio della comunità, ma tutto ciò non è che il classico diversivo per pensare e rincorrere solo i profitti, espiando tutti i peccati e i fallimenti grazie al capro espiatorio di cui sopra.

Stadi vetrina, con il monopolio delle TV, in due anni hanno fatto ben capire che, secondo loro, il calcio senza tifosi negli stadi può benissimo funzionare lo stesso. Se proprio devono entrare, rigorosamente seduti, immobili e composti. Arriveremo al punto che non si potrà più esultare? Nessuno lo sa ancora.

Il comunicato della Curva Nord Monopoli è stato chiaro: in questa nota di qualche settimana fa, i gruppi annunciarono di non voler entrare nel settore. Non a queste condizioni, non senza la libertà totale di tifare. Nel solco della vecchia divisione di vedute, il settore di gradinata opta invece per il percorso inverso, ossia entrare e tentare dall’interno di imporre il proprio modo di essere, ritagliarsi stralci di libertà in un contesto storico che, anche fuori dagli stadi, è di forti limitazioni personali.

Rumorosa, colorata, compatta, bella da vedere grazie ai battimani e bella da sentire in virtù della tanta voce. Amore e passione per chi è legato a doppio filo alla città, alle tradizioni e nel loro nome afferma la propria volontà ed il proprio entusiasmo di esserci sempre e comunque.

In campo il Monopoli vince ai rigori, ma oggi chi ha vinto davvero sono i ragazzi della gradinata, che nonostante tutto hanno messo del loro in questa serata di agosto. Nell’attesa che pian piano ci si possa riconquistar tutti la tanto agognata normalità perduta.