L’arrivo della primavera spinge immancabilmente fuori casa, occasione propizia per una bella due giorni calcistica prima a Vis Pesaro-Rimini e poi a K-Sport Montecchio-Maceratese, gare dominate dal biancorosso, visto che tutte e quattro le squadre hanno colori sociali simili. La seconda potremmo definirla la madre di tutte le partite, in quanto le due compagini sono appaiate in testa all’Eccellenza marchigiana ed essendo alla penultima giornata, una vittoria vale la serie D mentre a chi perde non resta che la lunga trafila dei play off nazionali.

Il calcio d’inizio è stato anticipato dalle polemiche per la gestione dei biglietti: la Maceratese aveva chiesto mille biglietti o la disputa in altra più capiente sede, ovviamente il Montecchio non ha voluto privarsi del fattore campo concedendo trecento biglietti agli ospiti e dando via a un rimpallo di responsabilità fra le questure di Macerata e Pesaro. Mercoledì arriva l’ufficialità dello “Spadoni” di Montecchio e di 400 biglietti ai maceratesi venduti solo online e con richiesta dei dati personali come in Eccellenza (quasi) mai avviene. La migliore risposta arriva proprio dagli ultras maceratesi che con un comunicato a riguardo, decidono di tirarsi fuori da questa “guerra tra poveri” in linea al principio “o tutti o nessuno”, invitando al contempo a non acquistare il biglietto ma presentarsi lo stesso a Montecchio.

Con tutta la curiosità del caso, in una giornata non poi così primaverile, raggiungo Montecchio, paese di circa ottomila abitanti con la sua onesta tradizione ultras, considerando che prima del fallimento del Real Montecchio, al suo seguito c’erano gli storici ULTRÀ MONTECCHIO che ho avuto il piacere di vedere la prima volta proprio allo stadio “Giovanni Spadoni”, nel giugno del 1999 per i play off di Eccellenza contro il Fucecchio, oltre che nella trasferta di Gubbio in cui affiancavano gli amici degli ULTRAS VIS BOYS Pesaro. Proprio quei playoff permisero al Real Montecchio di guadagnarsi la serie D, in cui rimase per ben nove stagioni prima che il fallimento mise fine sia alla squadra che al gruppo ultras. Dopo qualche anno senza calcio, la ripartenza dalla Terza categoria ha visto abbreviare i tempi attraverso la fusione con il K-Sport Vallefoglia del comune di cui Montecchio è frazione nel 2020, che le ha permesso di arrivare in un sol colpo dalla Seconda categoria alla Promozione, campionato poi vinto nel 2023. A prima del successivo campionato di Eccellenza, risale la seconda fusione con il Gallo Colbordolo, da cui la nuova denominazione sociale K-Sport Montecchio Gallo e l’aggiunta del blu agli storici colori sociali biancorossi.

Arrivo allo “Spadoni” con congruo anticipo, curioso di capire se alla presenza ultras che si intuisce dai tanti adesivi in giro per la città ne corrisponda una fattiva allo stadio o se gli incidenti contro i tifosi dell’Urbania di qualche tempo fa, abbiano invece lasciato più pesanti strascichi. La particolarità dell’evento la si evince dall’ingente numero di camionette di polizia (ben quattro) oltre allo sproporzionato numero agenti in divisa o in borghese schierati nei punti cruciali. Ogni centimetro è presidiato, soprattutto il settore ospiti in attesa dell’arrivo degli ultras maceratesi che avviene mezzora prima del fischio d’inizio con tanti nove posti, qualcuno con lo sportello aperto, e tante macchine private. Le forze dell’ordine non si fanno trovare impreparate, circondando il perimetro con tante transenne. Gli ospiti cercano di sistemarsi all’estremità del parcheggio, ma quando capiscono che non c’è verso di entrare o anche solo riuscire a intravedere una parte di campo, si limitano a questa simbolica presenza di protesta, incitando la squadra per questa partita di vitale importanza, che non vale però il prezzo della dignità o della solidarietà interna al gruppo.

Quando mancano una ventina di minuti, non mi resta che entrare sul rettangolo verde e tastare i cambiamenti avvenuti in tutti questi anni: intanto dietro una delle due porte, un campo da calcetto ha preso il posto della vecchia collinetta, mentre la tribuna in ferro destinata agli ospiti non c’è più o meglio, è stata spostata di qualche metro indietro per permettere di assistere agli incontri sul nuovo campo. Il resto sembra essere rimasto così com’era tantissimi anni fa, con la tribuna scoperta dove si sistemavano gli ultras locali divenuta ora settore ospiti.Quello che invece mi colpisce al primo impatto è l’elevato numero di sostenitori accorsi, infatti se la tribuna coperta è pienissima, anche sui diversi lati del rettangolo di gioco sono presenti tanti tifosi, anche se purtroppo manca la componente ultras, seppur durante la partita i padroni di casa non si facciano mancare un po’ di rude e sano agonismo sugli spalti.

Nel settore ospiti prendono posto circa quattrocento tifosi con dei bandieroni biancorossi, ma più di tutto si nota la mancanza della CURVA JUST che cerca di farsi sentire e vedere in tutti i modi anche da fuori, intonando cori e sventolando diverse bandiere. Con l’entrata delle squadre in campo, il settore ospiti si colora con diverse bandierine plastificate a scacchi biancorossi e qualche bandiera, mentre la tribuna locale non espone nulla di particolare, in assenza del famoso gruppo ultras, infine dietro una delle due porte si radunano i ragazzi delle scuole calcio del Montecchio che saltuariamente battono un tamburo e sventolano una bandierina.

Nel primo tempo, i padroni di casa esultano solo al gol dell’1-0 siglato dopo appena undici minuti, poi assisteranno alla gara in silenzio, facendosi notare solo nelle azioni principali della propria squadra o sbraitando contro i giocatori avversari per qualche fallo ai propri giocatori. Il settore ospiti cercherà in un primo momento di farsi coinvolgere dai cori cantati dagli ultras all’esterno, ma con il passare dei minuti la partecipazione andrà scemando nonostante gli ultras risultino molto continui. Quando l’arbitro decreta la fine della prima parte di gara, in prossimità degli spogliatoi, l’arbitrò tira fuori il cartellino rosso per il numero 4 della Maceratese Mastrippolito, evento che peserà enormemente sul destino della partita. Dunque gli ospiti, in dieci uomini, iniziano la seconda parte di gara con l’ancor più arduo compito di ribaltare l’1-0, mentre il Montecchio Gallo attacca alla ricerca del raddoppio che arriva dopo una ventina di minuti, facendo esplodere lo stadio che sembra più partecipe rispetto al primo tempo, pur non intonando cori.

Gli ultras maceratesi fuori dal settore non rinunciano ai cori di sostegno, così come i dieci ospiti in campo che, a testa bassa, provano il tutto per tutto, caparbietà premiata con due incredibili goal in tre minuti che alimentano il miracolo a cui forse nessuno più credeva. Se dentro ci si limita all’esultanza, fuori succede di tutto con torce, fumogeni e un paio di petardi per ringraziare la squadra e farsi sentire il più possibile, alzando poi ulteriormente l’intensità dei cori. A due minuti dal termine però, Torelli del Montecchio segna il gol della sua personale doppietta che vale una stagione intera, e che manda in visibilio tutto lo stadio dove esultano in ogni dove per diversi minuti.

Trascorsi i minuti di recupero, l’arbitro decreta la fine delle ostilità e l’inizio della festa per Montecchio capolista solitaria. Lacrime amare sul fronte ospite prima di ricomporsi e salutare i propri sostenitori, anche e soprattutto quelli rimasti fuori, prima di prendere la via degli spogliatoi a testa bassa con il sogno che, a una sola giornata dal termine, sembra ormai svanito. Ultimo turno e ultime speranze maceratesi nella gara interna contro il Monturano Campiglione, ormai destinato ai play out, Montecchio Gallo invece ad Urbino a caccia di almeno un punto che significherebbe promozione diretta, seppur alla squadra ducale servano punti per centrare i play off regionali. Prima di riprendere la via del ritorno, gli ultras ospiti fanno esplodere altri petardi per ribadire l’importante presenza odierna. A fine gara apprendo pure della fine del gruppo ultras esistente fino a due anni fa al seguito del Montecchio Gallo, venuto meno dopo gli incidenti con l’Urbania seguiti da un grosso clamore mediatico per via di un tifoso ospite che ha rischiato di perdere un occhio. Il loro salato conto l’hanno pagato, ma oggi a perdere è stato il calcio tutto, svuotato della sua cornice di passione ed entusiasmo per scelte discutibili e chiaramente non condivise. Sicuri di voler vedere davvero gli stadi ridotti a semplici teatri? Qualche anno fa, in un famoso video, alla domanda se il movimento ultras sarebbe finito, l’interlocutore rispose: “certo che finirà, ma molta gente, più di quanta ne abbia fatta parte, finirà col rimpiangerlo, ma intanto non molliamo”. A distanza di oltre venti anni da allora, il movimento ultras pur perdendo tante libertà e forse tutte le battaglie contro le istituzioni non ha ancora mollato. È tutto frutto di scelte ideologiche e prese di posizione, proprio come successo oggi in questo piccolo campo di provincia.

Marco Gasparri